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Pinto (Irccs Ausl RE): “Reti oncologiche regionali ancora a macchia di leopardo”
13 MAR - “Le Reti Oncologiche Regionali rivestono un ruolo fondamentale nella gestione delle pazienti con tumore della mammella, garantendo percorsi e interazioni organizzate tra le diverse strutture sanitarie presenti sul territorio, dalle case della salute alle strutture più complesse come gli ospedali, i policlinici plurispecialistici e gli IRCCS. Questo approccio consente di assicurare continuità ed omogeneità nel percorso diagnostico-terapeutico, dallo screening iniziale al trattamento fino alla fase riabilitativa e al follow-up”. Lo evidenzia Carmine Pinto, Direttore Struttura Complessa di Oncologia Medica, Comprehensive Cancer Centre dell’AUSL – Irccs Istituto di Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia di Reggio Emilia.

“La copertura dello screening mammografico, l’evoluzione delle strategie terapeutiche insieme all’introduzione dei nuovi farmaci hanno profondamente modificato la storia naturale della malattia, e tutto questo ha reso necessaria una riorganizzazione. Infatti l’introduzione dell’innovazione nelle diverse aree, dall’imaging, alla caratterizzazione bio-molecolare, alla chirurgia, alla radioterapia e alla terapia medica oncologica, ha significativamente migliorato l’aspettativa e la qualità di vita di vita per le pazienti. Tutto questo comporta una maggiore complessità nella gestione clinica, con un numero crescente di prestazioni richieste di diverso livello tecnologico. Le Reti Oncologiche possono e devono quindi garantire qualità, sicurezza e appropriatezza dei percorsi di cura, ma esistono purtroppo ancora oggi importanti disparità tra le diverse Regioni italiane nella loro implementazione. È fondamentale quindi avere a disposizione indicatori di valutazione non solo basati sui volumi di prestazioni e sulle tempistiche, ma anche sugli esiti e sui processi, per misurare l’efficacia del processo assistenziale e intraprendere gli aspetti correttivi di miglioramento. L’organizzazione in rete favorisce pertanto l’introduzione ed il governo dell’innovazione, e insieme la razionalizzazione delle risorse professionali e tecnologiche disponibili, per garantire l’accesso ai percorsi di cura e ottimizzare la gestione della malattia, dalla fase localizzata a quella metastatica”.
13 marzo 2025
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