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Salute mentale. Oms Europa punta sulle cure primarie per superare stigma e migliorare l’accesso alle terapie
Un nuovo documento di indirizzo suggerisce strategie concrete per integrare la salute mentale nella medicina generale, riducendo le barriere all’accesso e la stigmatizzazione.
24 APR -

L'Oms Europa ha pubblicato un nuovo documento di policy intitolato “Scaling up mental health services within the primary care approach: lessons from the WHO European Region”, che delinea un percorso per rendere l’assistenza psicologica e psichiatrica più accessibile e inclusiva, attraverso l’integrazione nei servizi di assistenza primaria. Si tratta dell’ultima pubblicazione di una serie dedicata a promuovere un nuovo modello di sanità territoriale, coerente con l’approccio dell’Astana Declaration, che mira a rafforzare i sistemi sanitari partendo dalla base: i medici di famiglia e i servizi locali.

Circa un terzo – in alcuni casi fino alla metà – dei pazienti che si rivolgono ai servizi di assistenza primaria lo fa per problemi legati alla salute mentale. Tuttavia, molte di queste problematiche non vengono riconosciute, oppure i pazienti vengono immediatamente indirizzati ai servizi specialistici, dove si scontrano con lunghe liste d’attesa e, spesso, con lo stigma sociale. Questa situazione contribuisce al peggioramento dei disturbi, alla cronicizzazione delle condizioni e all’allontanamento delle persone dai percorsi di cura.

Il documento individua quattro strategie principali per migliorare l’assistenza alla salute mentale nei servizi territoriali. Innanzitutto, viene sottolineata l’importanza della formazione degli operatori sanitari di base, affinché siano in grado di riconoscere i segnali precoci di disagio psicologico e offrire un primo livello di supporto, riservando l’invio agli specialisti solo quando strettamente necessario. Parallelamente, si propone di integrare figure specializzate, come psicologi clinici, all’interno dei team delle cure primarie, potenziando così la capacità di risposta a livello territoriale. Il rafforzamento dei collegamenti tra cure primarie e servizi specialistici rappresenta un altro elemento chiave, con l’obiettivo di garantire una presa in carico più fluida e personalizzata nel tempo. Infine, viene evidenziata la necessità di sviluppare una rete di collaborazione con altri settori della vita pubblica e sociale – come lavoro, istruzione, casa e assistenza sociale – per affrontare in modo efficace le cause profonde del disagio mentale.

Secondo Melitta Jakab, direttrice del WHO European Centre for Primary Health Care, "una medicina generale forte significa diagnosi più tempestive, migliori esiti e meno pressione sugli ospedali". E aggiunge: “Quando manca una relazione di fiducia con il medico di base, la cura diventa frammentata, in ritardo e molto più costosa”. Anche per Ledia Lazëri, consulente regionale per la salute mentale dell’OMS Europa, le cure primarie sono il contesto ideale per un’assistenza personalizzata: “È lì che possiamo tener conto di genere, età, storia e contesto della persona, e affrontare tutte le determinanti di salute”. Il documento ricorda che i disturbi mentali sono spesso legati a condizioni di vita difficili: reddito, casa, lavoro, relazioni. Le cure primarie, vicine ai luoghi di vita delle persone, sono posizionate in modo strategico per riconoscere precocemente segnali di sofferenza e offrire un primo supporto senza stigmatizzazione. Investire in questo modello non solo migliora la salute della popolazione, ma riduce i costi per i sistemi sanitari e accresce la produttività e il benessere collettivo.

24 aprile 2025
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