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Sclerosi multipla. Mappa del cervello in 4D rivela potenziali segnali premonitori della malattia
I ricercatori del NIH hanno combinato ripetute immagini di risonanza magnetica con analisi del tessuto cerebrale, inclusa l'espressione genica, per tracciare l'insorgenza e lo sviluppo di lesioni simili alla SM. Hanno scoperto una nuova ‘firma’ che la malattia lascia sulla risonanza magnetica
03 MAR - Utilizzando un modello animale di sclerosi multipla (SM), i ricercatori del National Institutes of Health (NIH) hanno creato una mappa cerebrale quadridimensionale che rivela come si formano le lesioni simili a quelle osservate nella SM umana. Il loro studio, pubblicato su Science, offre una nuova visione sullo stadio iniziale della malattia e potrebbe aiutare a identificare potenziali bersagli terapeutici e per la riparazione del tessuto cerebrale.

La SM è causata dal sistema immunitario del corpo che attacca la copertura protettiva delle fibre nervose, chiamata mielina. Ciò porta a infiammazione, perdita di mielina e formazione di lesioni o placche all'interno del tessuto cerebrale. La maggior parte di ciò che si sa sulla progressione della SM deriva dall'analisi del tessuto cerebrale umano post-mortem, solitamente ottenuto decenni dopo l'insorgenza iniziale della malattia. Ciò significa tralasciare i primi cambiamenti che si sono verificati prima dell'insorgenza dei sintomi.


Per imitare le condizioni del cervello umano, i ricercatori hanno scelto di non utilizzare un modello murino per la SM, sviluppando invece un modello che utilizza un primate non umano. Rispetto al cervello dei topi, il cervello degli uistitì e quello degli esseri umani hanno un rapporto più elevato tra materia bianca (i fili del cervello) e materia grigia (corpi cellulari neuronali). Il modello degli uistitì crea lesioni multiple che assomigliano molto a quelle osservate nella SM umana e che possono essere monitorate in tempo reale tramite immagini MRI. Poiché queste lesioni possono essere indotte sperimentalmente, il modello offre uno sguardo alle fasi iniziali dell'infiammazione e delle risposte immunitarie che portano alla demielinizzazione simile alla SM. I ricercatori, guidati da Jing-Ping Lin e Daniel S. Reich, entrambi in forze presso il National Institute of Neurological Disorders and Stroke (Ninds) del NIH, hanno combinato ripetute immagini di risonanza magnetica con analisi del tessuto cerebrale, inclusa l'espressione genica, per tracciare l'insorgenza e lo sviluppo di lesioni simili alla SM. Hanno scoperto una nuova ‘firma’ che la malattia lascia sulla risonanza magnetica, in grado di aiutare a rilevare le regioni cerebrali a rischio di danni settimane prima che si verifichino lesioni visibili. Hanno anche identificato microambienti all'interno del tessuto cerebrale interessato in base a funzione neurale, infiammazione, risposte immunitarie, espressione genica e livelli di danno e riparazione delle cellule. “Identificare i primi eventi che si verificano dopo l'infiammazione e distinguere quelli riparativi da quelli dannosi può potenzialmente aiutarci a identificare prima l'attività della malattia SM e a sviluppare trattamenti per rallentarne o arrestarne la progressione”, ha affermato Reich.

03 marzo 2025
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