Farmaci. Veoza (fezolinetant): rischio danno epatico e nuove raccomandazioni per il trattamento anti-vampate in menopausa
I pazienti devono essere informati sulla necessità di prestare attenzione ai segni e ai sintomi di potenziale danno epatico, compresi stanchezza, prurito, ittero, urine scure, feci chiare, nausea, vomito, appetito ridotto e/o dolore addominale, e a rivolgersi immediatamente al medico se si manifestano tali sintomi.
13 GEN - Rischio di danno epatico indotto da farmaci e conseguenti nuove raccomandazioni per il monitoraggio della funzionalità epatica prima e durante il trattamento con Veoza, che contiene fezolinetant, un antagonista del recettore della neurochinina 3, indicato per il trattamento dei sintomi vasomotori, da moderati a gravi, associati alla menopausa.
In una
nota inviata agli operatori sanitari, l'Agenzia italiana del farmaco segnala che le informazioni di sicurezza recentemente identificate in merito al danno epatico hanno portato l’Agenzia europea per i medicinali a procedere ad una revisione dei dati europei in relazione al potenziale di fezolinetant di causare danno epatico da farmaci (Drug induced liver disease, Dili). Sono state prese in considerazione informazioni provenienti da tutte le fonti disponibili, comprese segnalazioni di reazioni avverse da farmaci e studi pubblicati nella letteratura scientifica. Gli aumenti dell’ALT e AST sierici erano già stati osservati negli studi clinici condotti con fezolinetant e sono riportati nelle informazioni sul prodotto. Successivamente all’immissione in commercio sono stati segnalati gravi casi di aumento dei livelli di ALT e/o AST (> 10 x ULN) con aumento concomitante della bilirubina e/o della fosfatasi alcalina (ALP). In alcuni casi, valori elevati nei LFT erano associati a segni e sintomi indicativi di danno epatico, come stanchezza, prurito, ittero, urine scure, appetito ridotto e/o dolore addominale.
Poiché Veoza è indicato per una condizione in donne altrimenti sane, il rischio di danno epatico grave può influire significativamente sul suo rapporto beneficio/rischio. Di conseguenza, l’esposizione a Veoza deve essere evitata nelle donne a maggior rischio di danno epatico ed è essenziale un’identificazione precoce del danno epatico potenziale. Pertanto, prima dell’inizio del trattamento devono essere eseguiti i LFT. Il trattamento non deve essere iniziato se i livelli di ALT e/o AST sono ≥ 2x ULN o se i livelli di bilirubina sono ≥ 2x ULN. I valori elevati dei test di funzionalità epatica e/o i sintomi indicativi di danno epatico sono stati generalmente reversibili dopo l’interruzione della terapia. Durante i primi tre mesi di trattamento, i LFT devono essere eseguiti ogni mese e successivamente in base al giudizio clinico. Per l’intera durata del trattamento, i LFT devono essere eseguiti se si manifestano sintomi indicativi di danno epatico. Il trattamento deve essere sospeso nelle seguenti situazioni: aumento delle transaminasi ≥ 3x ULN con: bilirubina totale > 2x ULN OPPURE se i pazienti sviluppano sintomi di danno epatico; aumento delle transaminasi > 5x ULN. Il monitoraggio della funzionalità epatica deve essere continuato fino alla normalizzazione.
I pazienti devono essere informati sulla necessità di prestare attenzione ai segni e ai sintomi di potenziale danno epatico, compresi stanchezza, prurito, ittero, urine scure, feci chiare, nausea, vomito, appetito ridotto e/o dolore addominale, e a rivolgersi immediatamente al medico se si manifestano tali sintomi. Il riassunto delle caratteristiche del prodotto e il foglio illustrativo di Veoza sono in fase di aggiornamento in base alle nuove informazioni e raccomandazioni sui rischi sopra riportati. Il danno epatico da farmaco sarà inoltre incluso come reazione avversa da farmaci, con la frequenza “non nota” perché la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.