Aviaria. Fao/Oms/Woah: “Basso il rischio globale per la salute pubblica”
Il rischio di infezione per le persone professionalmente esposte è da basso a moderato a seconda delle misure di mitigazione del rischio in atto e della situazione epidemiologica locale dell’influenza aviaria. La trasmissione tra animali continua a verificarsi e, ad oggi, viene segnalato un numero crescente ma ancora limitato di infezioni umane.
18 APR -
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (Woah) hanno pubblicato una valutazione congiunta aggiornata sulla salute pubblica dei recenti eventi del virus dell’influenza A (H5) negli animali e nelle persone.
Attualmente, sulla base delle informazioni disponibili, la Fao/Oms/Woah valuta che il rischio globale per la salute pubblica dei virus dell’influenza A(H5) sia basso, mentre il rischio di infezione per le persone professionalmente esposte è da basso a moderato a seconda delle misure di mitigazione del rischio in atto e della situazione epidemiologica locale dell’influenza aviaria. La trasmissione tra animali continua a verificarsi e, ad oggi, viene segnalato un numero crescente ma ancora limitato di infezioni umane.
Sebbene si preveda che si verifichino ulteriori infezioni umane associate all’esposizione ad animali infetti o ad ambienti contaminati, l’impatto complessivo di tali infezioni sulla salute pubblica a livello globale, al momento, è considerato minore. La valutazione potrebbe cambiare se e quando si rendessero disponibili ulteriori informazioni epidemiologiche o virologiche.
Si raccomanda in ogni caso agli Stati membri e alle autorità nazionali di:
- aumentare la sorveglianza e la vigilanza nella popolazione umana, in particolare tra le persone esposte per motivi professionali, per la possibilità di infezioni zoonotiche, in particolare attraverso i Centri Nazionali Influenzali (NIC) e altri laboratori per l'influenza associati al GISRS;
- valutare e ridurre il rischio tra le persone esposte per motivi professionali utilizzando metodi quali la ricerca attiva dei casi e metodi molecolari e sierologici, riducendo l'esposizione ambientale e fornendo dispositivi di protezione individuale adeguati e appropriati;
- condurre una ricerca attiva dei casi in relazione ai casi umani sospetti e confermati per determinare se vi siano ulteriori casi o indicazioni di trasmissione interumana; e
- collaborare con le agenzie nazionali e i partner per comprendere meglio l'esposizione e il rischio derivanti dal latte crudo/non pastorizzato e dai prodotti lattiero-caseari.