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Obesità. Le cellule adipose ‘ricordano’ che si è stati in sovrappeso. Ecco perché dopo dieta o chirurgia si riacquistano i chili di troppo
A trovare la risposta a una domanda che sembrava non averne, un team di ricercatori guidati dall'ETH di Zurigo, che ne parlano sulla rivista Nature. In pratica, le cellule adipose del corpo portano con sé una sorta di ‘memoria’ dell'obesità. Questa memoria nasce perché l'esperienza dell'obesità porta a cambiamenti nell’epigenoma, un insieme di segnali chimici che possono essere aggiunti o rimossi dal DNA e dalle proteine delle cellule che aiutano a regolare l'attività genica
19 NOV - Perché, dopo una dieta anche drastica, si recuperano spesso totalmente i chili di troppo persi? A trovare la risposta a una domanda che sembrava non averne, un team di ricercatori guidati dall'ETH di Zurigo, che ne parlano sulla rivista Nature. In pratica, le cellule adipose del corpo portano con sé una sorta di ‘memoria’ dell'obesità. Questa memoria nasce perché l'esperienza dell'obesità porta a cambiamenti nell’epigenoma, un insieme di segnali chimici che possono essere aggiunti o rimossi dal DNA e dalle proteine delle cellule che aiutano a regolare l'attività genica.

Nel caso delle cellule adipose, lo spostamento dell'attività genica sembra renderle incapaci di svolgere la loro normale funzione. Questa compromissione, così come i cambiamenti nell'attività genica, possono persistere a lungo dopo che il peso è sceso a livelli sani. I risultati suggeriscono che le persone che cercano di dimagrire e che spesso necessitano di cure a lungo termine per evitare di riprendere peso, afferma la coautrice dello studio Laura Hinte, biologa presso l'ETH di Zurigo in Svizzera, “non hanno colpa”.

Per capire perché il peso può riaccumularsi rapidamente dopo essere stato perso, Hinte e i suoi colleghi hanno analizzato il tessuto adiposo di un gruppo di persone con grave obesità, nonché di un gruppo di controllo di persone che non avevano mai sofferto di obesità. Hanno scoperto che alcuni geni erano più attivi nelle cellule adipose del gruppo obeso rispetto a quelle del gruppo di controllo, mentre altri geni erano meno attivi. Nemmeno la chirurgia bariatrica ha modificato questo schema. Due anni dopo che i partecipanti obesi si erano sottoposti a operazioni di riduzione del peso, infatti, pur avendo perso molto peso, l'attività genetica delle loro cellule adipose mostrava ancora il modello legato all'obesità. Gli scienziati hanno trovato risultati simili nei topi che avevano perso molto peso. Nelle cellule adipose sia degli esseri umani che dei topi, i geni attivati durante l'obesità sono coinvolti nello stimolare l'infiammazione e la fibrosi, ovvero la formazione di tessuto rigido e cicatriziale. I geni che vengono disattivati aiutano invece le cellule adipose a funzionare normalmente.

La ricerca sui topi ha ricondotto questi cambiamenti nell'attività genica a cambiamenti nell'epigenoma, che ha un potente effetto su quanto sia attivo un gene, e se sia o meno attivato. Gli scienziati hanno testato la durata di questi cambiamenti sottoponendo i topi obesi a una dieta. Pochi mesi dopo che i topi erano tornati magri, i cambiamenti nei loro epigenomi persistevano, come se le cellule ‘ricordassero’ di essere state in un corpo con obesità. Non è chiaro per quanto tempo il corpo ‘ricordi’ l'obesità, afferma il coautore dello studio Ferdinand von Meyenn, specialista in epigenoma presso l'ETH di Zurigo.Potrebbe esserci una finestra temporale in cui questa memoria andrà persa, ma ancora non lo sappiamo”.

19 novembre 2024
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