“La voce che incide maggiormente sull’aumento del 5,7% della spesa rispetto al 2022 è quella dei farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, dove a loro volta incidono maggiormente i medicinali innovativi di recente commercializzazione per patologie rare e con un decorso grave. E a tal proposito è bene precisare che l’Italia è uno dei Paesi che rende disponibili ai pazienti il maggior numero di farmaci dopo l’autorizzazione centralizzata europea, con un tasso di disponibilità che nel 2023 è stato del 63%”. E' quanto afferma il Direttore Tecnico-Scientifico di AIFA, Pierluigi Russo, commentando i dati del nuovo rapporto OsMed.
Come prevedibile “la spesa, spinta dai nuovi prodotti, si concentra soprattutto sulla categoria degli antineoplastici e immunomodulatori, sebbene vi siano altre categorie che hanno visto variazioni importanti, come i farmaci antidiabetici, del sistema nervoso centrale, dell’apparato muscolo scheletrico e quelli del sangue e degli organi emopoietici. Cresce anche l’incidenza dei farmaci orfani che raggiungono il 28,6% della spesa delle nuove entità terapeutiche. Dati – conclude Russo – che sempre più richiedono adeguati strumenti di programmazione a tutti i livelli dell’organizzazione del SSN e di risorse coerenti con la sostenibilità della spesa farmaceutica utile a preservare gli attuali standard dell’assistenza farmaceutica in Italia”.