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Non c’è accordo sull’aggiornamento del Piano pandemico. Le Regioni smontano l’ultima bozza del Ministero: “Eccessivamente discorsiva, ridondante e di difficile consultazione”
Gli Assessori alla Salute fanno le pulci all’ultima versione e ne chiedono una vera e propria “revisione e ristrutturazione”. Dalla governance, alle azioni regionali fino all’utilizzo dei fondi ecco tutti nodi che le Regioni chiedono di sciogliere. Ricordiamo che il Piano è quasi un anno e mezzo che attende il suo aggiornamento. LA LETTERA
23 APR -

“Il documento proposto dal Ministero della Salute, come già ribadito in più occasioni in sede tecnica, risulta eccessivamente discorsivo, ridondante e di difficile consultazione. Si evidenzia pertanto la necessità di renderlo molto più sintetico e schematico per facilitarne la fruizione, evitando ridondanze e ripetizioni di concetti o di aspetti già trattati in altri documenti di riferimento”. È quanto scrive la Commissione Salute delle Regioni sull’ultima versione predisposta dal Ministero della Salute del ‘Piano Strategico-operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2025-2029’. Ricordiamo che il Piano è quasi un anno e mezzo che attende il suo aggiornamento.

Nello specifico la Commissione Salute ha convenuto sulla necessità “di stralciare "l'allegato 2 relativo alle Azioni Regionali" valutando che dovrebbe più opportunamente essere oggetto di un documento attuativo successivo, concordato con le Regioni ed approvato con Accordo Stato-Regioni. L'approvazione di questo allegato di azioni regionali dovrebbe avvenire congiuntamente all'approvazione dei seguenti tre documenti attuativi necessari per la programmazione regionale:

  • definizione degli scenari di possibile impatto (es. tasso di ricovero ospedaliero, tasso di ricovero in terapia intensiva adulto e pediatrica, in malattie infettive e nei reparti critici);
  • definizione delle attività sanitarie differibili ed essenziali;
  • definizione degli standard delle dotazioni organiche dei dipartimenti di prevenzione e altre strutture coinvolte”.

La Commissione Salute ha inoltre condiviso che “nel testo dell'Intesa che approverà la prima stesura del Piano nazionale occorre specificare che fino all'approvazione dei citati documenti attuativi rimangono in vigore e vengono implementate le azioni di preparedness già in essere nei Piani regionali estese a tutti i potenziali virus pandemici; inoltre ha ravvisato la necessità di specificare meglio l'utilizzo del finanziamento soprattutto per l'assunzione di personale al fine di rafforzare le strutture regionali che si occupano della preparedness pandemica”.

Infine, la Commissione Salute ha ritenuto che il Piano proposto “non presenti una catena di comando chiara e definita, ma si limiti ad elencare sommariamente i vari possibili attori. Il Piano non assume alcun valore decisionale né orientativo per le Regioni, ma rimanda a decisioni successive, non affronta gli aspetti relativi alla gestione della privacy e non propone scenari coerenti e sostenibili con la risposta che il Piano dovrebbe invece proporre”.

A tal proposito, la Commissione Salute chiede di “stralciare l'allegato 3 che contiene una elencazione di azioni e disposizioni regionali generiche che devono essere piuttosto sviluppate nel documento attuativo sopra indicato. Tenuto conto di quanto rappresentato, la Commissione Salute ha condiviso la richiesta di discutere in sede di riunione tecnica, per la quale il Coordinamento tecnico ed il Coordinamento dell’Area Prevenzione e Sanità pubblica si rendono disponibili fin da subito, gli aspetti segnalati nel documento allegato allo scopo di: - rendere il documento più leggibile e fruibile, - definire in maniera chiara e schematica la catena di comando, - adeguare le tempistiche delle Azioni in capo del ministero nella sezione E in modo da renderle congrue alle necessità di preparedness e alla tempistica del piano stesso, 3 - rimuovere dalla voce “attore responsabile” dall’Appendice E “Azioni nelle fasi operative” - contenente le azioni in capo al Ministero della Salute - le Regioni/PA (che eventualmente possono essere inserite come “attori coinvolti”), - formulare un’intesa con le Regioni che rimanda alla successiva realizzazione di un documento attuativo contenente le azioni regionali, i documenti attuativi sopra indicati (scenari di impatto, attività differibili ed essenziali, standard di dotazioni organiche)”.

L.F.

23 aprile 2025
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