“Il balletto cui stiamo assistendo in merito alle liste d’attesa, con scambi di reciproche accuse tra il ministro Schillaci e le Regioni – peraltro quasi esclusivamente governate dal centrodestra – è stucchevole e indegno. Si tratta dello stesso scenario che abbiamo tristemente constatato durante le audizioni in Commissione Affari Sociali a proposito del decreto fuffa del governo, presentato a pochi giorni dalle elezioni europee come soluzione a tutti i mali della sanità italiana e ancora oggi totalmente inefficace, come ampiamente prevedibile. Lo scontro istituzionale in atto è imbarazzante, uno scaricabarile in cui nessuno vuole prendersi le proprie responsabilità. Un conflitto che purtroppo si riverbera sulla pelle dei cittadini, a partire da quei 4 milioni e mezzo che ogni anno rinunciano alle cure, da tutti coloro che attendono di poter accedere a visite ed esami in tempi utili per curarsi, da chi non può permettersi i costi della sanità privata. A tutti loro, è necessario dare risposte: meno slogan e più risorse, meno annunci e più fatti, meno balletti e più serietà”. Lo scrivono in una nota congiunta i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato.
“Siamo stufi dell’atteggiamento del ministro Schillaci. Siamo stufi del canovaccio secondo cui prima arrivano i grandi annunci e poi, di fronte ai fallimenti, vengono snocciolati alibi e assegnate colpe. L’Italia ha bisogno di un ministro della Salute, non di un campione di scaricabarile. Se Schillaci si è reso conto che il sistema regionale è un ostacolo, si legga la nostra proposta di riforma del Titolo V e riporti la gestione della sanità nelle mani dello Stato. Se si è accorto che il suo decreto elettorale sulle liste d’attesa è inefficace, smetta di cercare colpevoli, si rimbocchi le maniche per fare davvero qualcosa di utile e legga la mia proposta di legge sulla tutela del Servizio sanitario nazionale. Ci troverà diversi ingredienti fondamentali per incidere davvero sulle liste d’attesa. A partire dai finanziamenti di cui il nostro sistema necessita, ma anche misure direttamente legate al problema, come ad esempio il rispetto dei tempi massimi di attesa, la pubblicazione di prestazioni e relativi tempi di attesa sui siti istituzionali, la gestione informatizzata, trasparente e tracciabile, un’unica agenda di prenotazione per pubblico e privato con divieto di agende ‘personalizzate’, la limitazione dell’intramoenia alle strutture che rispettano i criteri di trasparenza, digitalizzazione ed erogazione dei LEA. Misure serie, strutturali, che non si riducono alla vecchia e controproducente idea di far lavorare ancora di più medici e infermieri, già stremati da turni massacranti. Il ministro Schillaci può quindi ottenere risultati concreti approvando la nostra proposta che andrà in Aula ad aprile. Voglio rivolgergli un appello molto semplice: faccia il suo dovere e ci metta la faccia”. Scrive in una nota Andrea Quartini, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali e Coordinatore del Comitato Politico Salute e Inclusione Sociale del M5S.