Dal 5 al 7 luglio prossimi i ministri della salute e dell’ambiente dei governi dei paesi facenti parte della Regione Europea dell’Oms sono chiamati a condividere una nuova strategia per contrastare la crisi climatica.
Obiettivo è l’approvazione di un documento di intenti condiviso del quale è già stata predisposta la bozza su cui si confronteranno i ministri e le loro delegazioni.
Nel documento si sottolinea in premessa l’allarme dovuto al “carico sostanziale e persistente di malattie dovute a fattori di rischio ambientale nella regione europea dell'OMS, che comporta almeno 1,4 milioni di morti premature all'anno, di cui 569.000 attribuibili all'inquinamento dell'aria ambiente e 154.000 all'inquinamento dell'aria domestica”, e la preoccupazione “per il fatto che i rischi ambientali contribuiscono a un quarto di tutte le malattie non trasmissibili a livello globale, compreso il cancro e le malattie cardiovascolari, respiratorie e mentali, nonché alle malattie infettive”.
Il documento esprime poi preoccupazione per quella che viene definita "triplice crisi" causata “dall'intreccio tra cambiamento climatico, inquinamento ambientale e perdita di biodiversità” che sta comportando “impatti senza precedenti e in rapida evoluzione sulle nostre vite, minacciando gli ecosistemi, la salute umana e animale e il benessere di tutte le generazioni nella nostra Regione”.
Si riconosce poi “la convergenza della pandemia di coronavirus (COVID-19) con le crisi ambientali e climatiche” che ha “esacerbato le attuali pressioni ambientali e sanitarie e le disuguaglianze tra e all'interno dei paesi” evidenziando anche “le interdipendenze tra la salute degli esseri umani, degli animali, delle piante e degli ecosistemi in generale e la necessità di migliorare la comprensione e l'evidenza delle interconnessioni tra le cause della perdita di biodiversità, il degrado degli ecosistemi, i cambiamenti climatici e l'emergenza e la diffusione di malattie infettive malattie ed evidenziando l'urgente necessità di ridurre le pressioni sulla biodiversità e diminuire il degrado ambientale per ridurre i rischi per la salute”.
Il documento esprime poi preoccupazione “la crescente minaccia alla salute mentale e al benessere, compresa l'eco-ansia tra i giovani, portata dalla crisi climatica e ambientale convergente” ma si esprime di converso la consapevolezza dei “benefici collaterali di protezione e promozione della salute derivanti da politiche che consentono una relazione positiva con natura e spazi verdi e blu”.
Il documento sottolinea poi “l'importanza di integrare le dimensioni dell'ambiente e del cambiamento climatico all'interno dei sistemi sanitari per fornire un'assistenza di qualità e raggiungere una copertura sanitaria universale” e sottolinea come la pace sia “una condizione preliminare per lo sviluppo sostenibile” e riconosce “il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”.
Il documento manifesta poi la consapevolezza del fatto “che la crisi energetica in corso richiede un'ulteriore accelerazione di una transizione equa e giusta verso fonti energetiche pulite e sostenibili”, esprimendo però la preoccupazione “che i paesi possano ritirare gli impegni sul clima per affrontare la crisi energetica in contrasto con l'accordo di Parigi”.
Alla luce di queste premesse il documento traccia una lista di impegni tra i quali: