Ok da Camera e Senato al Documento di Finanza Pubblica 2025. La risoluzione della maggioranza sul Documento di finanza pubblica depositata al Senato impegna il Governo su tre punti precisi. Prima di tutto "a rispettare il percorso di spesa netta programmatica indicata nel Piano e previsto nelle raccomandazioni del Consiglio dello scorso mese di gennaio 2025". Poi "a perseguire l'implementazione delle riforme e degli investimenti indicati nel Piano e in particolare gli investimenti degli enti locali in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale". Terzo, "a valutare di adottare misure di sostegno per la prevenzione sanitaria per migliorare lo stato di salute della popolazione ed in particolare l'immunizzazione e lo screening".
"La presentazione del DFP 2025 – si legge nella risoluzione della maggioranza - avviene in una fase che continua a essere caratterizzata da un contesto globale incerto e nel quale, ai conflitti in atto in Ucraina e in Medioriente, si aggiungono le tensioni commerciali conseguenti alle decisioni di politica economica e commerciale degli Stati Uniti". "In tale contesto - si spiega - le stime di crescita del PIL italiano sono state riviste, prudentemente, nei primi anni al ribasso rispetto a quelle contenute nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 (Piano) dello scorso autunno". "In particolare - si osserva - per l'anno in corso la crescita reale del PIL è stimata allo 0,6% mentre, nel triennio 2026-2028, si attende una crescita reale dello 0,8% in media annua; le previsioni macroeconomiche tendenziali del DFP 2025 sono state validate dall'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) con nota del 7 aprile 2025, al termine delle interlocuzioni previste dal Protocollo d'intesa tra l'UPB e il Ministero dell'economia e delle finanze". "Il quadro di finanza pubblica tendenziale illustrato nel DFP 2025 - si sottolinea - mostra il sensibile miglioramento realizzato in base ai dati di consuntivo del 2024 e conferma sostanzialmente gli obiettivi per il periodo successivo indicati nel Piano dello scorso autunno; il rapporto deficit/PIL si è attestato, nel 2024, al 3,4%, in miglioramento sia rispetto al valore previsto nel Piano, sia alle precedenti stime formulate lo scorso anno. L'aggiornamento delle previsioni, per l'anno in corso e il successivo biennio, conferma il profilo di deficit previsto dal Piano". "In particolare - si prosegue - il deficit del 2025 è ancora previsto al 3,3% del PIL mentre, per quanto riguarda il 2026, si mantiene la stima del 2,8%, coerente con l'obiettivo di uscire dalla procedura per disavanzi eccessivi. Il miglioramento è atteso proseguire anche nel biennio successivo, quando si prevede un deficit del 2,6% nel 2027 e del 2,3% nel 2028; il rapporto debito/PIL, che nel 2024 ha fatto registrare un livello del 135,3%, mostra nel triennio 2025-2027 un andamento leggermente più favorevole rispetto alle previsioni del Piano dello scorso autunno, passando dal 136,6% nel 2025, al 137,6% nel 2026 e al 137,4 nel 2027, a partire dal quale si attende la ripresa di un percorso discendente che dovrebbe portare a un livello del 136,4% già nel 2028". "L'indicatore della spesa netta mostra un andamento conforme con il percorso indicato nel Piano e previsto nelle raccomandazioni del Consiglio; il consuntivo relativo al 2024 ha mostrato una crescita dell'indicatore pari al -2,1%, evidenziando una riduzione maggiore di quanto indicato nel Piano (-1,9%), mentre per l'anno in corso si prevede un tasso di crescita intorno all' 1,3%. Gli andamenti a legislazione vigente per gli anni successivi mostrano che, allo stato, il tasso di crescita dell'aggregato di spesa netta è confermato per il 2026, mentre risulta più basso (di circa 0,1 punti percentuali) nel 2027 e nel 2028 rispetto a quanto indicato nel Piano".
"Il monitoraggio delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano illustra i progressi realizzati, fornendo elementi che mostrano un quadro nel complesso positivo, in particolare nelle aree relative all'estensione del periodo di aggiustamento; una particolare attenzione va rivolta ai costi sanitari per la prevenzione per migliorare lo stato di salute della popolazione, ed in particolare l'immunizzazione e lo screening che sono da considerarsi prioritari per la resilienza sociale ed economica", conclude la risoluzione.