Al 31 dicembre 2024 sono stati 443 i casi di epatite A, 189 quelli di epatite B, 60 di epatite C e 70 i casi di epatite E.
Questi i dati del nuovo bollettino Seieva, il Sistema Epidemiologico Integrato delle Epatiti Virali Acute coordinato dall’Iss che fotografano l’andamento dell’incidenza dal 1985 delle epatiti virali A, B, e C (con descrizione dei casi notificati nel 2024).
Non solo, la nuova pubblicazione approfondisce i profili di rischio per epatite B e C identificati nel periodo 2004-2023 e valuta le segnalazioni in eccesso rispetto all’atteso (segnali di disproporzionalità).
Nello specifico:
I casi di epatite A, evidenziando un trend in crescita rispetto agli anni precedenti (erano 267 casi nel 2023 rispetto ai 443 del 2024). Le regioni che hanno registrato il numero maggiore di casi sono state: Lombardia (114), Toscana ed Emilia-Romagna (66), Lazio (48).
Le fasce d’età maggiormente colpite sono state quelle tra i 25-34 abbi e tra i 35-54 (21,9%). I casi pediatrici sono stati 99, in aumento rispetto all’anno precedente, in cui erano stati 45. La maggioranza dei casi si è verificata tra persone di sesso maschile (60,3%).
I fattori di rischio più frequenti sono stati: consumo di molluschi crudi o poco cotti (37,6%), viaggi in zone endemiche (35,1%, di cui 40 casi avevano soggiornato in Marocco), rapporti sessuali fra uomini (29,5%) e consumo di frutti di bosco (21,6%).
I casi di epatite B acuta, per tutte le fasce di età, sono in aumento: dai 153 casi del 2023 ai 189 del 2024. Le regioni che hanno segnalato la maggior parte dei casi sono Lombardia (49 casi), Emilia-Romagna (36 casi) e Toscana (15 casi).
I soggetti più colpiti sono quelli di età compresa fra i 35 e i 54 anni, il 35,4% dei casi rientrava in questa fascia d’età e nella fascia 55-64 anni (32,3%). L’età mediana è di 54 anni (range 19-89). Come negli anni passati ad essere coliti sono soprattutto gli uomini (82%) rispetto alle donne.
Tra i maggiori fattori di rischio: l’esposizione a trattamenti di bellezza quali manicure, piercing e tatuaggi (38,2% dei casi), le cure odontoiatriche (27,9%) e i comportamenti sessuali a rischio (25,4% dei casi di età ≥ 16 anni); l’esposizione nosocomiale (ospedalizzazione, intervento chirurgico, emodialisi o trasfusione di sangue) è riportata dal 16,2% dei casi.
Vaccino anti epatite B. Dodici casi sono stati osservati in soggetti vaccinati o con vaccinazione incompleta. In 3 di questi la vaccinazione era stata somministrata con una schedula non corretta o post esposizione, mentre 7 casi avevano una schedula corretta (2 casi avevano informazioni mancanti sulle date). Riguardo ai gruppi ad aumentato rischio per i quali la vaccinazione è fortemente raccomandata e offerta gratuitamente, sono stati osservati 5 casi in conviventi di portatori cronici (4 dei quali non consapevoli però dell’infezione del convivente), 5 in tossicodipendenti (1 dei quali frequentava un SerD) e 10 in MSM; è stato inoltre osservato un caso tra il personale sanitario che non si era sottoposto alla vaccinazione. Tre casi avevano eluso la vaccinazione dell’obbligo. Tutti i casi elencati, osserva l’Iss, si sarebbero potuti evitare attraverso una attenta e tempestiva offerta vaccinale.
Nel 2024 sono stati segnalati 60 nuovi casi di epatite C acuta. Dopo un trend in diminuzione nelle notifiche, osservato fino agli anni 2020 e 2021, nel 2022 si è osservato un aumento dei casi, stabilizzatosi poi nei 2 anni successivi. Le regioni con il maggior numero di casi sono state Lombardia (36,7%) e Veneto (30,0%).I più colpiti sono gli uomini (66,7%) nelle fasce d’età 35-54 (16 casi, 26,6%) e 55-64 (17 casi, 38,3%), in linea con gli anni precedenti. Il fattore di rischio maggiormente riscontrato nei casi notificati nel 2024 è stata l’esposizione nosocomiale (40,7%), fattore rilevante anche negli anni precedenti, 16 dei casi con esposizione nosocomiale (27,1%) erano stati sottoposti ad un intervento chirurgico. Aveva fatto ricorso a trattamenti estetici il 32,8% dei casi (manicure/pedicure, piercing e tatuaggi) e il 32,8% aveva avuto un trattamento odontoiatrico. Aveva fatto ricorso a trattamenti estetici il 32,8% dei casi (manicure/pedicure, piercing e tatuaggi) e il 32,8% aveva avuto un trattamento odontoiatrico.
Sono stati 70 i casi di epatite E, registrati principalmente in Abruzzo (22 casi, 31,4%) e Lombardia (16 casi, 22,9%). A partire dal 2020 le curve di incidenza mostrano un trend in aumento, che ha riguardato soprattutto le fasce di età ≥ 35 anni.
Profili di rischio. In Italia negli ultimi anni si è registrata una costante diminuzione dell’incidenza dell’epatite B e C. Nonostante questo dato positivo, l‘identificazione di specifiche popolazioni a rischio rimane una priorità per interventi mirati di prevenzione, screening e trattamento.
Dai dati SEIEVA emerge che su un totale di 3.260 individui con HBV sono stati identificati 9 profili di rischio. I più rappresentati sono stati quelli composti prevalentemente da maschi italiani: senza fattori di rischio segnalati (n=912, 28,0%), con comportamenti sessuali a rischio eterosessuali (n=703, 21,6%) o omo/bisessuali (n=308, 9,4%). I segnali più recenti erano per i profili costituiti da maschi che vivono con HBsAg+ (2023) o senza fattori di rischio (2021).
Riguardo i casi di infezione da epatite C (951) questi risultano suddivisi in 8 profili di rischio, il più frequente dei quali consisteva in femmine prevalentemente italiane senza fattori di rischio segnalati (n=179, 18,8%) e giovani maschi italiani con una storia di uso di droghe (n=134, 14,1%). Di 10 segnali identificati, 4 erano relativi al profilo maschile omo/bisessuale con comportamenti sessuali a rischio (il più recente nel 2023). Nel 2023 emerge anche un eccesso di segnalazioni relativo a maschi senza fattori di rischio e uno nel 2022 relativo a maschi con esposizione nosocomiale. Questi dati evidenziano la necessità di campagne di sensibilizzazione rivolte anche alle popolazioni a bassa prevalenza e assenza di fattori di rischio comune-mente riconosciuti, per raggiungere l'obiettivo di eliminare l'epatite virale come problema di salute pubblica.