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Pronto soccorso. Ministero lancia campagna per incentivare le iscrizioni alle Scuole di Specializzazione in Medicina d’emergenza-urgenza. Schillaci: “Servono più urgentisti”
Secondo il ministro “aumentare i posti nelle Specializzazioni non basta se poi quei posti non vengono assegnati. Lo scorso anno accademico delle 945 borse per l’Emergenza-Urgenza messe a bando in 37 Atenei è stato assegnato solo il 25%: una su quattro. Questo dimostra quanto sia urgente valorizzare quelle professioni da cui i nostri giovani oggi scappano ed è ciò in cui ci stiamo impegnando”
05 SET - “Oggi lanciamo la campagna - #noisalviamovite - che il Ministero della Salute ha voluto promuovere insieme ad Items (Italian Emergency Medicine Schools), per incentivare le iscrizioni alle Scuole di Specializzazione in Medicina d’emergenza-urgenza. Come ripeto da un po’ di tempo, questa disciplina ha progressivamente registrato un minor tasso di adesione ed elevato tasso di abbandono. Anche altre specializzazioni come Anatomia Patologica e Radioterapia hanno gli stessi problemi. Eppure queste Scuole formano figure fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale. Non è immaginabile avere Pronto Soccorso e ospedali senza medici d’urgenza o, penso alle malattie oncologiche, senza anatomo-patologi e radioterapisti”. Lo ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo oggi al ministero all'evento di lancio della campagna nazionale del Ministero della Salute #NoiSalviamoVite.

“Il concorso nazionale per l’accesso alle Scuole di Specializzazione in Medicina si è concluso da poco - ha ricordato - e fra otto giorni si aprirà la finestra durante la quale i nostri giovani saranno chiamati a scegliere tipologia e sede della Scuola. A tutti loro vogliamo dire: non escludete a priori percorsi come l’emergenza-urgenza. L’interesse che ha condotto agli studi in Medicina e i valori più profondi che devono sostanziare l’attività medica trovano in questa disciplina un campo d’applicazione importante e affascinante. Come ci ricordano gli specializzandi nello spot, la medicina d’urgenza è la più trasversale tra tutte le specialità, in cui si impara a salvare vite. Lavorare nei servizi d’emergenza vuol dire prendere in carico i pazienti nel momento di massima fragilità e fornire un servizio fondamentale alla comunità. Chi abbraccia la professione con impegno e passione può trovare in queste specialità grandi soddisfazioni professionali e umane. Con questa campagna lo diciamo chiaramente: nel Servizio sanitario nazionale lavorano più di 100 mila medici, di cui 4.312 specializzati in Emergenza-Urgenza, ma ne servono di più, per assicurare l’assistenza e i tempi d’attesa adeguati.
Nel 2023 i Pronto soccorso italiani hanno registrato 1 milione e 200mila accessi in più rispetto al 2022. In parte si tratta di una domanda inappropriata, che deve trovare risposta nei servizi territoriali e finalmente è in corso un grande lavoro per rafforzare la rete territoriale, in particolare con gli investimenti del Pnrr. La necessità di medici urgentisti però resta”.

“Abbiamo visto che aumentare i posti nelle Specializzazioni non basta - ha proseguito il ministro - se poi quei posti non vengono assegnati. Lo scorso anno accademico delle 945 borse per l’Emergenza-Urgenza messe a bando in 37 Atenei è stato assegnato solo il 25%: una su quattro. Questo dimostra quanto sia urgente valorizzare quelle professioni da cui i nostri giovani oggi scappano ed è ciò in cui ci stiamo impegnando. Le strutture di emergenza-urgenza sono particolarmente interessate dalla carenza di personale rispetto ai carichi di lavoro, dai fenomeni di burnout che viaggiano insieme agli elevati livelli di responsabilità e purtroppo ai grandi rischi da aggressione, aspetto questo che mi rattrista molto. Sul personale del pronto soccorso siamo già intervenuti introducendo la specifica di lavoro usurante, abbiamo messo uno stop al ricorso ai medici gettonisti, che drenava risorse importanti creando disparità inaccettabili tra chi è assunto e qualificato e i medici esterni chiamati a ore. Per garantire la sicurezza dei nostri professionisti abbiamo inasprito le pene in caso di aggressione, abbiamo ripristinato e aumentato i controlli e i presidi di polizia. Purtroppo gli episodi di violenze fisiche e verbali che si sono ripetuti anche nel periodo estivo dimostrano che tutto questo non basta ancora. Per questo siamo pronti a mettere in campo ulteriori misure, da valutare insieme alle categorie, perché non possiamo permettere che la paura diventi il trigger per allontanare i nostri professionisti dagli ospedali. Ma soprattutto dobbiamo lavorare tutti insieme per una rivoluzione culturale, per ristabilire un sano rapporto tra paziente e medico affinché i cittadini capiscano che non si può aggredire chi è al lavoro per fornire cure e assistenza. Ricordo poi che abbiamo introdotto norme per valorizzare il ruolo degli specializzandi all’interno del Servizio sanitario nazionale. Certamente chi sceglie di lavorare nell’emergenza intraprende un percorso impegnativo, ma ricco di soddisfazioni. Come dice il Prof. Franceschi nel video, incontrare per caso un paziente trattato in Pronto soccorso e sentirsi ringraziare per avergli salvato la vita, non ha prezzo. Per questo a tutti i giovani che stanno per indicare le proprie preferenze per la Scuola di specializzazione dico: scegliete non solo con la testa ma anche con il cuore”.

05 settembre 2024
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