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Anaao Giovani, ALS e GMI bocciano la campagna: “Per risolvere il problema non servono video - appelli, servono riforme”
05 SET -

Le tre associazioni italiane maggiormente rappresentative dei medici in formazione specialistica ANAAO Giovani, ALS e GMI, ritengono poco incisiva o addirittura al limite dell’inutilità la campagna - appello del Ministero della Salute #NoiSalviamoVite rivolto ai giovani medici che a giorni sceglieranno la propria specializzazione al fine di incrementare le assegnazioni dei contratti di medicina d’emergenza – urgenza, anatomia patologica e Radioterapia.

Davanti ai continui ritardi concorsuali che diminuiscono la fiducia che i giovani medici ripongono verso i ministeri competenti, l’Utilizzo di video-appelli con frasi ad effetto come “scegliete non solo con la testa ma anche con il cuore” a nostro avviso non porterà alcun aumento di iscrizioni in queste specializzazioni, men che meno ad Emergenza – Urgenza, e purtroppo lo appureremo tra poche settimane. Ai 14.125 aspiranti specializzandi non servono video – appelli, servono risposte concrete per migliorare la loro condizione lavorativa, retributiva e formativa attraverso una riforma globale del percorso di specializzazione che da troppo tempo viene fermato dalla corporazione accademico – universitaria che, per mantenere il proprio status – quo dell’utilizzo degli specializzandi come manodopera a basso costo nei reparti universitari, limita e frena l’attività riformatrice che i Ministri Schillaci e Bernini affermano, bisogna darne atto e supporto, di voler intraprendere.

I 14.125 aspiranti specializzandi, come negli ultimi 2 concorsi nazionali, sceglieranno le scuole di specializzazione non per una “questione di soldi” o peggio ancora per una “mancanza vocazionale” come qualcuno in passato ha avuto l’ardire di affermare; essi sceglieranno specializzazioni prettamente ambulatoriali e/o con sbocchi nel privato perché è sotto gli occhi di tutti i medici, giovani e meno giovani, che è in atto un de-finanziamento della sanità pubblica a favore di quella privata, con le assicurazioni sanitarie che da integrative stanno diventando sostitutive e con la cosiddetta “tempesta perfetta” da tempo prevista e illustrata dal sindacato ANAAO in cui vi è una fuga di medici dagli ospedali pubblici non perché “avidi di potere e soldi” ma perché in burn-out e stremati dal troppo carico di lavoro che sono costretti a subire, il tutto con un aumento stipendiale inferiore all’inflazione e con una inefficiente integrazione ospedale – territorio che fa diventare il Pronto Soccorso l’unica porta di accesso per il management di patologie non solo acute e iper acute ma anche croniche.

Prima di chiedere agli specializzandi di “scegliere anche con il cuore” occorre domandarsi a cosa sono costretti a subire gli specializzandi che scelgono le scuole “meno ambite”, che possono essere riassunte in tre categorie:

Carenza di Dignità Formative: gli specializzandi sono obbligati ad un carico orario di “formazione” superiore alle normative per la ormai cronica carenza di personale, con aggressioni pressoché giornaliere, con poco tempo per dedicarsi all’attività teorica elementare come lezioni, studio delle più recenti linee guida o partecipazione a congressi e con troppe scuole di specializzazione che non rispettano gli standard di accreditamento. L’intensità del lavoro, in particolare in orari disagiati (notte e weekend), non è paragonabile al lavoro in reparto/ambulatorio, molti direttori di scuola MEU sono di estrazione internistica e non sanno cosa sia l’urgenza ed i corsi di medicina d’urgenza durante i 6 anni di medicina non sono tenuti da urgentisti.  Infine, si dimentica anche l'enorme rischio che corrono i medici MEU per la legislazione italiana sulla colpa medica. Come può un giovane medico che “nel cuore” ha la volontà di diventare “urgentista” non guardare all’estero o non intraprendere il lavoro di gettonisti?

Carenza di Dignità Retributive: gli specializzandi dei primi due anni percepiscono su 12 mensilità 1.652€ e 1.711€ nei successivi due o tre anni. Se si considera il pagamento delle tasse universitarie, dell’Ordine dei medici di pertinenza, dell’ENPAM, dell’assicurazione sanitaria e delle esose tasse universitarie, uno specializzando percepisce 1300€ netti al mese, somma che nelle grandi città non solo è impossibile vivere ma è una utopia pensare (a 26-30 anni) di costruirsi una famiglia con dei figli. Come può un giovane medico che “nel cuore” ha la volontà di diventare “urgentista” non desistere davanti a tutto ciò?

Carenza di Dignità Lavorative: gli specializzandi hanno in tutte le sedi dimostrato di voler essere inquadrati come lavoratori i concorsi pubblici a cui gli specializzandi partecipano e vincono sono una “via crucis” perché l’assunzione mediante il cosiddetto DL Calabria viene sistematicamente osteggiata dai Direttori di Scuola di Specializzazione con minacce più o meno velate, con la recente imposizione illegale di far sostenere l’esame di passaggio d’anno agli specializzandi assunti come deterrente ed in barba alle normative in vigore. Come può un giovane medico che “nel cuore” ha la volontà di diventare “urgentista” non desistere davanti a tutto ciò?        

I medici d’emergenza-urgenza spendono in quasi tutte le strutture una parte considerevole della propria attività ad occuparsi di pazienti già valutati, stratificati e stabilizzati, ma ancora in attesa di un posto letto (attesa che in alcuni casi dura diversi giorni). La sola eliminazione del fenomeno dell’attesa del posto letto (il cosiddetto “boarding”) permetterebbe di recuperare un numero considerevole di risorse da dedicare alla gestione dei nuovi accessi, riducendo così il carico di lavoro di chi attualmente lavora in PS e permettendo ai medici di esprimere le proprie competenze specialistiche sui malati di propria competenza.

Infine, non è mai stata elaborata dal MUR una analisi degli abbandoni di queste scuole ed una analisi globale e della appropriatezza del numero di contratti rispetto ai candidati: che senso ha continuare ad assegnare contratti ad una scuola dove gli specializzandi sistematicamente scappano senza andare ad indagare il perché?

Pertanto, alla domanda “come aumentare l’assegnazione di contratti di Medicina d’Emergenza Urgenza, Anatomia Patologica e Radioterapia?” a nome delle migliaia di giovani medici iscritti alle nostre associazioni rispondiamo che l’unico modo è avviare un profondo processo di riforma del percorso di formazione specialistica con un inquadramento del medico specializzando al pari dei suoi colleghi europei, una riforma che possa finalmente abolire l’utilizzo di gettonisti che costano miliardi alle casse dello stato e risolva il problema della carenza di personale medico che da numerose indagini è dimostrato essere una delle preoccupazioni più grandi per gli italiani. Occorre emarginare quella parte del mondo accademico che da troppi anni si è arroccata nella torre d’avorio di alcune università per la difesa di questo impianto formativo anacronistico e medievale che al grido del “va tutto bene, la formazione italiana è la migliore del mondo perché i nostri specialisti sono tra i più apprezzati all’estero” sta aggravando la situazione in cui versa il nostro Servizio sanitario nazionale e soprattutto la qualità formativa degli specialisti del domani.  Siamo al fianco dei ministri della Salute e del MUR, Schillaci e Bernini, per far finalmente avviare il processo legislativo di riforma da loro auspicato in diversi comunicati stampa, ma occorre fare presto. 

05 settembre 2024
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