20 APR - “L’analisi sulle Sdo 2015, elaborata da
Quotidiano Sanità, mette in evidenza un fatto noto che noi specialisti ambulatoriali denunciamo da tempo: un territorio ben organizzato e in continuità con l’ospedale ancora non c’è”. Così
Antonio Magi, Segretario Generale Sumai-Assoprof, commenta l’analisi fatta sui dati Sdo 2015, elaborati dal ministero della Salute. In un anno si è registrato un calo del 2,3% dei ricoveri, la spesa è diminuita di 0,2 punti percentuali e il tasso di ospedalizzazione è passato da 171,9 del 2010 a 136,5.
Il Segretario Generale Sumai-Assoprof parla poi di patologie come il diabete, l'insufficienza cardiaca, l'asma, le malattie polmonari croniche o l'influenza nell'anziano: “se queste patologie – ha aggiunto - presentano tassi di ricovero elevati, come dice il ministero della Salute, significa che siamo di fronte ad un ricorso inappropriato dell’ospedalizzazione. Ad una popolazione che vive più a lungo – ha detto Magi – è legato anche l’incremento delle patologie croniche che impattano pesantemente sul nostro Servizio sanitario con una progressione che non mostra segni di arresto: si stima infatti che circa il 70-80% delle risorse sanitarie nei paesi avanzati, sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche e che nel 2020 le stesse rappresenteranno l’80% di tutte le patologie nel mondo. Ecco quindi che stiamo parlando di una vera emergenza sanitaria del futuro”.
Che fare dunque? La ricetta che propone il segretario del Sumai-Assoprof è la seguente: “Il modello di cure primarie che proponiamo da tempo, le cui basi sono presenti nella nostra nuova convenzione firmata per la parte normativa nel luglio del 2015, va oltre la tradizionale funzione di filtro tra Ospedale e Territorio, ma guarda alla capacità di integrazione tra cure primarie e cure secondarie. Operando una svolta qualitativa epocale nella quale viene facilitata e implementata l’integrazione verticale dell’assistenza, gestione di specifiche malattie dell’assistenza primaria e terziaria,e orizzontale, integrazione dell’assistenza vicino ai bisogni dell’individuo, priorità ai bisogni più ampi della comunità e della popolazione. Ed è proprio in questa rete – ha concluso Magi - che gli specialisti ambulatoriali nella loro specificità, rappresentano un punto di riferimento ben preciso, essendo capaci di offrire, già da oggi, tutte le competenze indispensabili in una dimensione articolata, con le nuove modalità organizzative che possono modularsi sulle diverse necessità locali”.