07 DIC - La necessità di avere una prestazione sanitaria in tempi utili fa sì che i cittadini si rivolgano sia al pubblico che al privato e questo fa crescere la spesa out of pocket. Quello che ci dice oggi il 53 rapporto Censis per noi operatori è noto da tempo.
Nel recente incontro che abbiamo avuto con il ministro abbiamo infatti sottolineato come liste d’attesa e spesa out of pocket in crescita, siano due dei maggiori problemi che affliggono il nostro Ssn. Il combinato disposto dei due elementi genera le diseguaglianze che fanno vacillare i criteri fondanti del Ssn.
Sempre al ministro abbiamo fatto presente come negli ultimi 12 mesi infatti 19,6 milioni di cittadini sono in attesa per prestazioni sanitarie. In particolare 4 milioni attendono un ricovero ospedaliero mentre 15.6 milioni (il 30,7% della popolazione adulta) attendono una prestazione presso le Asl.
La somma di questi numeri, impressionanti, da come risposta quanto stabilito dal Censis ovvero che la sanità italiana è sempre più privata.
A questo punto viene da chiedersi, che cosa vogliamo fare, vogliamo far crescere ulteriormente l’out of pocket o vogliamo intervenire? La legge di bilancio mette in campo misure - come il tetto di spesa del 15% per il personale, l’abolizione del superticket e i rinnovi contrattuali – che cercano di invertire questo trend, ne prendiamo atto però in ogni caso l’offerta sanitaria resta insufficiente.
Il rapporto del Censis sottolinea un dato che non deve passare inosservato. La fiducia verso i medici e in particolare ci dice che più del 90% degli italiani ha fiducia nei medici specialisti.
Ecco partiamo da qui, investiamo nel personale, investiamo nella specialistica. A chiederlo sono i nostri concittadini.
Antonio Magi
Segretario Generale Sumai Assoprof