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Giornata mondiale contro il cancro. Protagonisti i social media perché l'obiettivo è "sfatare i falsi miti". Ma intanto le previsioni sono nere: +75% di casi nei prossimi 20 anni
Da facebook a twitter moltissime iniziative di sensibilizzazione ma anche di raccolta fondi. Tutte sotto il segno del colore viola che contraddistinguerà i profili web dei sopravvissuti al cancro. Spunto della giornata è il quinti punto della dichiarazione mondiale sul cancro: "Ridurre lo stigma e smantellare i falsi miti". Ma nel Mondo crescono i malati, soprattutto nei Paesi meno sviluppati.
04 FEB - Se navigando su twitter o facebook, in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro che si celebra oggi, troverete colorati di viola i profili dei vostri contatti, sappiate che non è una nuova moda, ma il colore dei sopravvissuti al tumore, un esercito sempre più numeroso di persone che, grazie ai progressi della medicina, può continuare a festeggiare il compleanno, anno dopo anno.
 
La Chevrolet, promotrice dell’iniziativa Purple Roads, ha annunciato che devolverà all’American Cancer Society un dollaro per ogni profilo violetto, con l’obiettivo di arrivare ad un milione di dollari. E questa è solo una delle centinaia di iniziative che prederanno vita oggi in ogni angolo del pianeta per questo evento globale, per far sentire forte la voce di tutti contro il big killer per eccellenza. E per farlo uscire dal silenzio, dai bisbiglii imbarazzati, quasi fosse una parola da non pronunciare o un tabù inconfessabile, si ricorre a tutti i mezzi. Quest’anno, i ‘veicoli’ protagonisti della giornata mondiale saranno appunto i social media, twitter e facebook in testa.
 
Il claim della Giornata Mondiale contro il Cancro 2014 - “Smonta i falsi miti”- prende le mosse dal quinto punto della Dichiarazione Mondiale sul Cancro: “Ridurre lo stigma e smantellare i falsi miti”.
L’obiettivo è fare informazione, in primo luogo sulla prevenzione, liberando il campo dalle tante leggende metropolitane che si affastellano intorno a queste subdole malattie. La speranza è di riuscire a strappare al cancro milioni di vite ogni anno, in linea con l’obiettivo ‘quadro’ definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:  “25 per 25”, che significa ridurre le morti premature da malattie non comunicabili del 25%, entro il 2025.
 
La Giornata Mondiale del Cancro è un’iniziativa dell’Union for International Cancer Control (UICC), un’organizzazione non governativa (Ong) internazionale, fondata a Ginevra nel 1933, che ha come mission la riduzione delle morti per tumore, la promozione di una maggior equità nell’accesso alla diagnosi e alle cure, l’inserimento del controllo del tumore nell’agenda internazionale. Associa circa 800 organizzazioni (tra le quali, le principali società scientifiche di oncologia, istituti di ricerca, ministeri della salute, associazioni di pazienti), afferenti a 155 nazioni. La Uicc è inoltre membro fondatore della NCD Alliance, un network che rappresenta circa 2.000 organizzazioni, in 170 Paesi.
 
Attualmente sono oltre 8 milioni le persone che muoiono di tumore ogni anno, 4 milioni delle quali in età compresa tra i 30 e i 69 anni. Proseguendo con il trend attuale, entro il 2025, queste morti premature potrebbero raggiungere la cifra record di 6 milioni l’anno. Eppure – assicurano gli esperti - basterebbe applicare gli strumenti e le strategie attualmente a disposizione, per risparmiare almeno 1,5 milioni di vite l’anno. Ridurre il fardello delle morti premature, è uno degli obiettivi prioritari dell’Uicc, che detta per questo una sua agenda: disegnare dei Piani nazionali tumore, progettare programmi di sensibilizzazione sui fattori di rischio modificabili (fumo, stili di vita salutari, alimentazione), implementare programmi di screening contro il cancro (che possono abbattere alcuni tipi di tumore del 25%), avviare programmi di vaccinazione contro l’Hpv.
E proprio in occasione della giornata mondiale del cancro, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Onu, ha diffuso alcuni dati allarmanti, tratti dal suo World Cancer Report 2014.
 
Il tumore ha ormai strappato lo scettro della principale causa di mortalità nel mondo alle malattie cardio-vascolari, con ben 8,2 milioni di morti nel 2012. Globalmente, l’incidenza di queste patologie, nell’arco degli ultimi 4 anni, è aumentata dell’11%, cioè di oltre 14 milioni di nuovi casi nel 2012.
Ma il peggio appartiene al futuro: nei prossimi vent’anni – prevedono gli esperti di Iarc - i casi di tumore faranno registrare un +75%, con 25 milioni di nuovi casi l’anno. E nelle aree meno sviluppare del pianeta, è previsto un aumento di mortalità per cancro dell’80% entro il 2025. Insomma, la povertà si conferma un fattore di rischio indipendente anche per questa malattia.
 
“Questi nuovi dati – sottolinea Christopher Wild, direttore dell’Iarc – mandano un segnale forte circa la necessità di affrontare questo disastro, riguardante tutti i Paesi del mondo, senza eccezioni”.
Per i Paesi a basso e medio reddito, il cancro si va delineando sempre di più come una minaccia alla sostenibilità del sistema salute: numeri da epidemia, associati a budget sanitari sempre più traballanti. Solo un Paese su due tra quelli a basso e medio income inoltre, dispone di un Piano Nazionale Cancro.
 
“I governi devono riconoscere il crescente problema che il cancro rappresenta per il proprio Paese – afferma Cary Adams, CEO dell’Uicc - I dati diffusi dall’IARC mostrano che l’incidenza del cancro a livello mondiale continuerà a crescere se non agiamo subito. In occasione della Giornata mondiale contro il cancro chiediamo ai governi di tutto il mondo di agire per fermare le morti prevenibili ed evitabili, attraverso lo sviluppo e l’implementazione di un piano nazionale che includa misure di prevenzione e diagnosi precoce”.
 
“Stiamo affinando sempre più i trattamenti soprattutto per alcune forme di tumore – ricorda Christofer Wild -  ma la popolazione invecchia sempre più e cresce, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito. E dato che il cancro è una malattia molto correlata all’invecchiamento, i suoi numeri non possono che crescere. Le aree del mondo più colpite nei prossimi anni da questa epidemia e dalla conseguente mortalità saranno dunque l’Africa, il Centro e Sud America e le regioni asiatiche; e i motivi vanno ricercati nel cambiamento dei fattori demografici, ma anche nella difficoltà di accesso ai centri anti-tumore e ai trattamenti appropriati. La principale conclusione del nostro Rapporto è che dobbiamo focalizzarci non solo sul trattamento, ma principalmente sulla prevenzione. Abbiamo imparato moltissimo sulle cause del cancro e sull’importanza della diagnosi precoce; purtroppo queste conoscenze teoriche non sempre si traducono in pratica clinica, né le vediamo rispecchiate in misure politiche efficaci, a livello delle singole nazioni. La gente ci chiede sempre novità sui trattamenti, ma l’impressione è che non abbia abbastanza chiaro che ci sono già tanti strumenti per prevenire la malattia o per fare diagnosi precoce. E questi dovrebbero essere portati più all’attenzione della gente, ma dei decisori politici”. 
World Cancer Day quest’anno è anche social: lo si può trovare  su twitter (#worldcancerday) e su facebook (facebook.com/worldcancerday).
 
Maria Rita Montebelli
04 febbraio 2014
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