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Cos’è il morbillo: prevenzione, sintomi e complicanze
16 FEB - Il morbillo è una malattia infettiva che appartiene al gruppo delle malattie esantematiche e colpisce principalmente bambini non vaccinati in età scolare e prescolare. Per questo motivo viene definita “infantile” come la varicella, la rosolia, la pertosse e la parotite. Il morbillo è un'infezione che si manifesta solo nell'uomo principalmente verso la fine dell'inverno e a primavera. È altamente contagiosa, compare improvvisamente (acuta) ed è caratterizzata dalla comparsa di macchioline rosse (esantema) sulla pelle che, spesso, provocano prurito. È causato da un virus appartenente al genere dei Morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae) e si trasmette da persona a persona sia per contatto diretto, sia per via aerea attraverso le goccioline emesse nell'aria con il respiro e gli starnuti dalle persone infette. Il virus rimane “attivo” nell'aria o sulle superfici fino a due ore.

Il periodo di incubazione (dall'infezione alla comparsa dei sintomi (disturbi) della malattia) è di durata variabile, compresa fra 7 e 21 giorni (in media 10-14 giorni). I primi disturbi (sintomi) a comparire sono tosse, naso che cola, occhi arrossati, malessere generalizzato, perdita di appetito e febbre. Sono inizialmente simili, quindi, a quelli di molte malattie dell'apparato respiratorio. Successivamente, dopo 2-4 giorni, appare l'eruzione cutanea (esantema) rappresentata da piccoli puntini rossi che pian piano si diffondono su tutta la superficie del corpo, a partire dal viso e dal collo, e iniziano a scomparire dopo circa 4/5 giorni.

La malattia si previene con la vaccinazione che dal 2017 è obbligatoria per i minori da zero a 16 anni. Prima che il vaccino fosse disponibile, il morbillo rappresentava una delle più diffuse malattie infettive dell'infanzia. Da quando esiste la vaccinazione è diventato meno comune ma continua ad essere ampiamente diffuso nella popolazione e a rappresentare un'importante causa di mortalità in molte aree del mondo. Nel 2015 ha causato 134.000 morti nel mondo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Tutte le Regioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, inclusa la Regione Europea, hanno tra gli obiettivi l'eliminazione (eradicazione) del morbillo. La Regione delle Americhe è finora l'unica ad averlo raggiunto. In Italia, nonostante esista un Piano Nazionale di Eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita, non si è ancora riusciti a farlo. L'eliminazione del morbillo da un'area geografica richiede la vaccinazione, con due dosi, del 95% o più della popolazione (copertura vaccinale).

SINTOMI

Dopo un periodo di incubazione di circa 10-14 giorni, iniziano a comparire i primi disturbi (sintomi) causati dal morbillo:

tosse
febbre
rinite (naso che cola)
congiuntivite
malessere generale

In questa fase, all'interno della bocca, sulle gengive, sono visibili le cosiddette macchie di Koplik, macchioline bianco-grigiastre della grandezza di granelli di sabbia circondate da un alone rosso. Dopo circa 4-5 giorni, sulla pelle del collo e della testa appaiono delle macchioline rossastre (esantema) che, in breve tempo, ricoprono tutto il corpo. Contemporaneamente, può verificarsi un innalzamento della temperatura (febbre). L'eruzione cutanea dura 5-6 giorni e scompare a partire dal collo. A volte, per qualche giorno, rimane una desquamazione della pelle. Di solito, la persona malata è contagiosa a partire da quattro giorni prima e fino a quattro giorni dopo la comparsa dell'esantema.

DIAGNOSI

Se si sospetta di avere il morbillo, occorre informare subito il proprio medico di famiglia (evitando di recarsi all'ambulatorio per evitare di trasmettere l'infezione ad altre persone).

Dopo aver effettuato la visita e raccolto le informazioni sullo stato di salute generale, il medico confermerà o meno la presenza della malattia e segnalerà, obbligatoriamente, il sospetto di morbillo alla ASL che, a sua volta, condurrà l'indagine epidemiologica per:

confermare la presenza della malattia
valutare se la persona sia stata a contatto con individui a rischio (vale a dire con persone non vaccinate con due dosi o che non abbiano mai avuto la malattia) e possa aver loro trasmesso il virus. Agli individui a rischio si propone la vaccinazione, se entro 3 giorni dal contatto con la persona infetta (esposizione), per prevenire lo sviluppo della malattia (profilassi post esposizione). Nel caso siano trascorsi più di 3 giorni dal contatto la malattia può ancora essere evitata mediante la somministrazione di immunoglobuline protettive, ossia di anticorpi contro il virus del morbillo (entro 6 giorni)
Per confermare la presenza del morbillo è necessario ricorrere a un esame del sangue per la ricerca degli anticorpi specifici. Inoltre, può essere effettuato un esame sui fluidi respiratori, urine e/o sangue per la ricerca di particelle (antigeni) virali.

TERAPIA

Attualmente, non esiste una cura specifica per il morbillo. Bisogna attendere la guarigione spontanea e, nel frattempo, curare i disturbi (sintomi) secondo le indicazioni del proprio medico.

Per evitare di contagiare altre persone, è necessario restare in casa fino al termine del periodo in cui si può trasmettere l'infezione. Il ricovero ospedaliero può essere necessario in caso di gravi complicazioni. La persona che ha superato il morbillo è generalmente protetta (immunizzata) da una successiva infezione con il virus per tutto il resto della vita.

PREVENZIONE

L'unico modo di prevenire il morbillo è vaccinarsi (leggi la Bufala).

Il vaccino contro il morbillo è costituito dal virus vivo ed attenuato in una forma tale da far sviluppare la risposta immunitaria senza causare la malattia (leggi la Bufala). Se somministrato sopra i 12 mesi di età ha un'efficacia molto elevata, stimata intorno al 93-95% per una dose e al 97-99% dopo due dosi. La protezione dura presumibilmente tutta la vita. Nei bambini sotto i 12 mesi di età, l'efficacia del vaccino è minore per la presenza degli anticorpi materni. Tuttavia, in caso di epidemie, la vaccinazione può essere anticipata a 6 mesi di età.

Di solito, è utilizzato il vaccino combinato Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR). È raccomandata la somministrazione di due dosi di vaccino: la prima a 12 mesi di età, la seconda a 5-6 anni, prima che i bambini inizino a frequentare la scuola.

La vaccinazione è consigliata anche ai giovani e agli adulti che non siano stati vaccinati da piccoli e che non abbiano mai avuto la malattia. Le due dosi possono essere somministrate a distanza di almeno quattro settimane l'una dall'altra.

La vaccinazione è controindicata in persone con il sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario) indebolito, in individui sottoposti a trapianto o a terapie che deprimono il sistema immunitario (immunodepressi). Non deve essere eseguita nelle persone che abbiano avuto una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose di vaccino o una reazione allergica grave a una componente del vaccino. Inoltre, non va somministrato nelle donne in gravidanza. La vaccinazione deve essere rimandata anche in caso di somministrazione recente di preparazioni contenenti immunoglobuline.

La vaccinazione con MPR, se somministrata ad una persona a rischio di infezione (non vaccinata o che non ha avuto il morbillo da bambino) entro 72 ore dall'esposizione al virus, può evitare che la malattia compaia o può modificarne l'evoluzione riducendo i rischi di malattia grave e di complicazioni.

COMPLICAZIONI

La maggior parte delle persone guarisce spontaneamente entro 2-3 settimane. Tuttavia, nel 30% circa dei casi, si verificano delle complicazioni, alcune possono essere abbastanza serie da portare a danni permanenti o alla morte (1 decesso ogni 1.000-2.000 casi nei paesi industrializzati dovuto, principalmente, a complicazioni respiratorie e neurologiche) (leggi la Bufala).

Possibili complicazioni includono:

otite media
diarrea e vomito
polmonite e altre complicazioni respiratorie (laringite, bronchite, “croup” o laringotracheobronchite, una malattia delle vie aeree tipica dei bambini piccoli, che provoca difficoltà di respiro e una tossa caratteristica)
stomatite
aumento delle transaminasi/epatite
convulsioni febbrili
cheratocongiuntivite
In circa un caso ogni 1.000-2.000 può verificarsi un'encefalite acuta. Più raramente possono presentarsi altre complicazioni come, ad esempio, una rara forma di anemia (porpora trombocitopenica, si verifica in 1 caso su 3.000) o una grave infiammazione del nervo ottico (neurite ottica).

Le complicazioni si riscontrano più spesso nei bambini sotto i 5 anni di età e negli adulti sopra i 20 anni. Sono particolarmente a rischio di avere una complicazione grave i bambini di età inferiore ad un anno, quelli denutriti, e le persone con un sistema immunitario indebolito (ad esempio da terapie immunosoppressive). Nel caso in cui una donna in gravidanza, non vaccinata, sia infettata dal morbillo potrà rischiare un aborto spontaneo, un parto prematuro e il bambino potrà avere un basso peso alla nascita.

Oltre alle complicazioni acute, il morbillo può causare la panencefalite subacuta sclerosante, una rara malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che insorge, in media, sette anni dopo l'infezione primaria ed è caratterizzata da deterioramento delle facoltà mentali e da convulsioni. Si manifesta per lo più in persone che hanno avuto il morbillo nei primi due anni di vita.

Fonte: Iss Salute
16 febbraio 2024
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