I Farmacisti ospedalieri e territoriali in campo nella battaglia senza tregua che si sta combattendo al fronte e nelle retrovie. Non si tratta, ovviamente, di rivendicare qualche, pur piccolo, encomio ma si vorrebbe che fosse evidente come la mancata focalizzazione sulla centralità/indispensabilità della funzione della gestione del “bene sanitario” in tutte le sue declinazioni svolta all’interno dei servizi farmaceutici ospedalieri e territoriali, potrebbe rendere critico il percorso della filiera della salute pubblica
23 MAR - Il SSN ha dimostrato, e continua a dimostrare, in un momento così drammatico, la sua assoluta indispensabilità nella gestione dell’emergenza COVID salvando vite umane e adottando tutte quelle iniziative volte al contenimento del contagio in una situazione organizzativa e gestionale estremamente complicata anche perché del tutto inattesa.
Le istituzioni e i cittadini hanno plaudito alla reazione e all’impegno degli operatori sanitari. Nell’immediatezza delle reazioni registrate prevale il sacrosanto sentimento di riconoscenza verso medici e infermieri che indiscutibilmente rappresentano la prima linea nell’accoglienza e assistenza dei pazienti sospetti o positivi al COVID. E, proprio per questo motivo, sono state adottate tutte le misure necessarie affinché si ponesse, tra l’altro, un rimedio immediato alle carenze di personale che affliggono da tempo le rispettive categorie di queste figure professionali.
Ma nessuno (o quasi) sa o riflette sulla fonte che alimenta, senza soluzione di continuità, i reparti e i servizi ospedalieri e territoriali di farmaci, dispositivi medici e di tutto quanto serve per combattere questa battaglia campale: i farmacisti del SSN!
Questo piccolo ma importante “esercito invisibile” (costituito da poco più di 3.000 unità in tutta Italia) che, sia al fronte sia nelle retrovie, combatte instancabilmente la sua lotta contro il temutissimo Coronavirus garantendo una adeguata e appropriata gestione e dispensazione di farmaci, disinfettanti , antisettici e DPI nonostante le note e gravi carenze del mercato.
Ma si è andati ancora oltre. I farmacisti ospedalieri e territoriali di tutta Italia in questi giorni si sono attivati per ampliare anche lo spettro delle preparazioni ordinarie all’interno dei laboratori (presenti all’interno delle Unità di farmacia ospedaliera) di galenica sterile e non sterile, preparando, laddove necessario “in proprio” il gel antisettico (introvabile in commercio) in tempi record e, ove possibile, anche, l’allestimento di alcuni medicinali antivirali in formulazioni idonee per pazienti in terapia intensiva non in grado di deglutire.
In definitiva, oltre al mare magnum delle attività normalmente svolte, si è intervenuto sulle criticità correlandole alle singole esigenze dei pazienti in trattamento. In tale contesto vengono fornite, inoltre, tutte le necessarie informazioni sul corretto impiego di medicinali, dispositivi e formulazioni galeniche allestite nei nostri laboratori individuando e garantendo i servizi più a rischio secondo criteri di priorità clinico-assistenziale. Se non si opera anche in questo campo con la dovuta puntualità e professionalità il sistema salta e allora sì che si potrebbero aprire scenari disastrosi determinati dal rischio, evocato da alcuni, di mandare in guerra “soldati senza fucili”.
Non si tratta, ovviamente, di rivendicare qualche, pur piccolo, encomio ma si vorrebbe che fosse evidente come la mancata focalizzazione sulla centralità/indispensabilità della funzione della gestione del “bene sanitario” in tutte le sue declinazioni svolta all’interno dei servizi farmaceutici ospedalieri e territoriali, potrebbe rendere critico il percorso della filiera della salute pubblica.
Molti tra i contagiati sanitari purtroppo si contano anche tra le nostre fila, in quanto il nostro fronte è rivolto sia all’esterno (dispensazione all’utenza esterna o in dimissione) sia all’interno delle strutture. Ma anche questo era stato messo in conto da una categoria che con dedizione e abnegazione si è rimboccata le maniche a favore della popolazione colpita!
Purtroppo però (ed è qui il nocciolo della questione), ancora una volta nei recenti provvedimenti ministeriali e regionali, per le assunzioni in questa situazione di emergenza, si sono totalmente dimenticati di noi. E non è la prima volta che accade. Dopo la beffa della mancata remunerazione del percorso formativo specialistico (requisito indispensabile per l’accesso al SSN) e della dimenticanza dell’inserimento nel D.L. 14/2020 che rende possibile l’estensione delle selezioni pubbliche anche ai medici specializzandi, la discriminazione continua.
Quello che chiediamo è semplicemente un intervento teso a consentire a questo sparuto, ma indispensabile, manipolo di professionisti di vedere rimpinguati i propri organici , da sempre cronicamente sottostimati, al fine di garantire sempre lo stesso livello di assistenza fino ad oggi assicurato a tutti i pazienti. Un piccolo investimento per sostenere un grande impegno. E’ chiedere troppo?
Roberta Di Turi
Segretario Generale Fassid Sinafo
Giangiuseppe Console
Presidente Nazionale Fassid Sinafo