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Assofarm a FarmacistaPiù 2025: creare meccanismi e linee guida per i servizi
Si sottolinea che la mancanza di uniformità dispensativa è stata fin da subito una delle critiche più frequenti tra chi, all’interno della sanità pubblica e soprattutto privata, ha sempre avversato la riforma dei servizi in farmacia
14 APR - Sala piena di persone, attenzione massima, un gradito saluto fuori programma del Sottosegretario alla Salute on. Marcello Gemmato, tutti segni del fatto che il tema era molto sentito. D’altronde è da un po’ di tempo che tutti noi ci diciamo che una volta definita l’architettura istituzionale dei servizi, ora serve una maggiore strutturazione tecnica di questo grande progetto di riforma”: questo il primo commento del presidente di Assofarm Luca Pieri subito dopo la conclusione del convegno “Farmacia dei servizi: necessità di protocolli di percorso per prestazioni standardizzate” che le Farmacie Comunali Italiane hanno organizzato all’interno di FarmacistaPiù 2025.

In effetti, la mancanza di uniformità dispensativa è stata fin da subito una delle critiche più frequenti tra chi, all’interno della sanità pubblica e soprattutto privata, ha sempre avversato la riforma dei servizi in farmacia. Al tempo stesso, l’assenza di indicazioni chiare e dettagliate su come realizzare questi servizi ha anche reso titubanti molti farmacisti, prova ne è il fatto che in pochissime regioni sono stati spesi almeno la metà dei fondi messi a disposizione per le sperimentazioni. “Era insomma necessario affrontare il tema degli standard, delle linee guida che uniformano tanto i meccanismi dispensativi quanto la comunicazione al paziente”, continua il segretario generale di Assofarm Francesco Schito, che ha moderato l’evento.

Il Presidente della FOFI, Andrea Mandelli, primo dei relatori, ha riferito che il tema del convegno è, da tempo, all’attenzione della Federazione degli ordini e sono state già elaborate delle linee guida che sono all’attenzione del Ministero della Salute. La felice intuizione sulla “farmacia dei servizi”, elaborata dalla FOFI nel lontano 2009, ora che effettivamente è divenuta realtà, non può essere messa in discussione da dubbi sul potenziale qualitativo delle farmacie italiane. Secondo Maurizio Brambilla, coordinatore dei direttori Assofarm, lo sviluppo di questi protocolli deve considerare le seguenti dimensioni: definizione dei servizi offerti, standardizzazione dei processi, gestione della qualità, documentazione e registrazione, formazione del personale, comunicazione con i pazienti, collaborazione interprofessionale, adeguamenti normativi, valutazione e aggiornamento dei protocolli.

Secondo la Grazia Global Scientific Content & Training Manager di Apoteca Natura Carmela Ferrara, “tra i servizi introdotti in Farmacia quello della diagnostica di prima istanza sta coinvolgendo in maniera importante le capacità sia tecniche che professionali dei farmacisti. Un tale rinnovamento può essere però messo in pratica solo se affrontato con serietà e professionalità, cioè in modo sostanziale e non formale, dimostrando al Sistema Sanitario ed agli utenti le proprie capacità di gestire in maniera efficace e razionale questa opportunità”. Conseguentemente, è di notevole importanza fornire standard di riferimento, con garanzia di corretta operatività anche nei confronti del medico, per questo sarebbe auspicabile la partecipazione ai programmi di Valutazione Esterna di Qualità (VEQ) che rappresenta un tipo di confronto con un laboratorio esterno. Per l’esperto di Politiche Sanitarie Antonio Gaudioso “questo dei protocolli è uno dei temi prioritari perché propedeutico al passaggio dalla convenzione all’accreditamento della farmacia nel Sistema Sanitario Italiano”.

Nell’ultimo intervento, Luigi Patregnani, già Responsabile del Servizio Farmaceutico Regione Marche, ha riportato i numeri estremamente positivi di quanto sta accadendo nel contesto marchigiano in cui è stato speso la maggior parte del budget destinato alla farmacia dei servizi e in cui sono dispensati tutti i vaccini dispensabili in farmacia. “Parafrasando D’Azelio, fatta la legge sulla Farmacia dei Servizi, ora dobbiamo fare i servizi. Dobbiamo cioè creare meccanismi che davvero trasformino la prossimità geografica della farmacia territoriale in un luogo sanitario che in modo totalmente affidabile e inattaccabile alle critiche dispensi servizi di alta qualità” conclude Pieri.
14 aprile 2025
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