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Dematerializzazione ricette. Petrosillo (Sunifar): “Avanti ma con prudenza”
Il presidente delle farmacie rurali pone all’attenzione dei decisori sulle criticità legate alle anomalie dei blocchi di sistema, “quelli meno frequenti del Sistema di Accoglienza Centrale e quelli tutt’altro che rari dei Sistemi di Accoglienza Regionali che si aggiungono ai primi”. Per Petrosillo occorre evitare di ledere il diritto del cittadino di ricevere assistenza e quindi fare in modo che il farmacista abbia sempre modo di conoscere quale è il farmaco da dispensare.
19 NOV -

“Ben vengano i processi di dematerializzazione, ma occorre evitare che tali avanzamenti ledano il sacrosanto diritto del cittadino di ricevere assistenza”. A scriverlo, in un editoriale pubblicato sul sito di Federfarma, è il presidente di Sunifar, Gianni Petrosillo, che entra nel dibattito sulla dematerializzazione delle prescrizioni farmaceutiche (dunque sull’art. 54 del disegno di Legge di Bilancio 2025-2027) chiedendo che si proceda con prudenza.

Lo fa portando qualche esempio della quotidianità delle farmacie, “soprattutto di quelle delle aree più disagiate”, per “spiegare l’impatto delle criticità che nascono dalle anomalie dei blocchi di sistema, quelli meno frequenti del Sistema di Accoglienza Centrale e quelli tutt’altro che rari dei Sistemi di Accoglienza Regionali che si aggiungono ai primi”.

Quando questo accade, “la prima risposta del farmacista sarebbe quella di chiedere di ritornare più tardi, anche perché non c’è modo di ricevere il farmaco neppure facendosi accompagnare alla farmacia più vicina (10 chilometri di strade di montagna perché siamo in un’area interna) che poi non è indenne dal medesimo blocco di sistema”. Ma se c’è l’urgenza “si deve ricorre alla dispensazione del farmaco con il metodo della consegna dei farmaci urgenti, ammesso che il caso rientri tra quelli specificatamente previsti dalle norme e che l’assistita sia disposta ad accollarsi il costo del farmaco”. “Ancor peggio”, spiega Petrosillo, “se si tratta invece di una terapia per una forma acuta: nessuno, tranne il medico può sapere che farmaco serve e ci si deve affidare alla chiamata telefonica”.

Per il presidente delle farmacie rurali, è necessario allora prevedere che il farmacista sia sempre e comunque nelle condizioni di conoscere quale è il farmaco da dispensare e quindi, “sempre con modalità dematerializzata, fargli arrivare anche questa informazione, insieme all’NRE”, il numero di ricetta elettronica. “La normativa esiste già ed è quella prevista con decreto del 30 dicembre 2020; basterebbe porre fine agli effetti dell’ordinanza di protezione civile n. 884 DEL 31 marzo 2022 che introdusse in via emergenziale anche il metodo di trasmissione del solo NRE. In ogni caso, non guasterebbe una norma di dettaglio cui affidare le incertezze interpretative. Aspettiamo fiduciosi”, conclude Petrosillo.

19 novembre 2024
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