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Manovra. Cgil e Uil proclamano lo sciopero generale per il 29 novembre. La sanità tra i temi caldi: “Si sta definanziando”
“La sanità, soprattutto quella pubblica, si sta definanziando”, ha detto il segretario generale Uil, PierPaolo Bombardieri. “I politici, quando hanno bisogno di un medico o di una visita, non si rivolgano al primario amico ma al Cup o al Pronto Soccorso. Gli basterebbe questo per capire quali sono le condizioni della sanità italiana”, ha aggiunto. Landini: “I lavoratori pagheranno 15 miliardi in più di Irpef. Chiediamo che tornino ai lavoratori sotto forma di sanità, pensioni”.
30 OTT - Cgil e Uil proclamano uno sciopero generale per il 29 novembre. Lo hanno annunciato i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri, nel corso di una conferenza stampa convocata dopo l’invio della legge di Bilancio alle Camere da parte del Governo. Una manovra che non piace ai sindacati.

“Quella del 29 novembre è una giornata di sciopero che i lavoratori pagano di tasca propria per sostere le nostre osservazioni e proposte”, ha voluto sottolineare Bombardieri riferendo che i sindacati sono stati convocati dalla presidente del Consiglio per la prossima settimana, “quando ormai la manovra è giù stata presentata alle Camere e ci sono pochissimi margini di modifica. Ovviamente se il Governo dovesse accettare le nostre proposte, siamo pronti a rivedere lo sciopero”.

Tra i capitoli affrontati nel corso della conferenza stampa anche la sanità, uno dei temi caldi della protesta. “È vero che i soldi messi a disposizione della sanità salgono – ha come prima cosa evidenziato Pier Paolo Bombardieri - ma è vero che solo noi in Italia valorizziamo così quel valore che, nel resto del mondo, si misura in relazione al Pil, e qui non è che i numeri si possono nascondere. Dicono che il finanziamento della Sanità è al 6,2%, ma se guardiamo quello che è successo negli anni passati è chiaro gli investimenti in sanità diminuiscono. Lo sa anche un bambino di scuola elementare: se il prezzo aumenta del 12% e le risorse a mia disposizione del 6%, sono di fronte a una sottrazione, è un calcolo semplice”.

Bombardieri ha quindi rivolto un invito ai politici: “Gli chiedo, quando hanno bisogno di un medico o di una visita, di non rivolgersi al primario amico ma al Cup o al PS, perché gli basterebbe questo per capire quali sono le condizioni della sanità italiana. Non ci interessa la disquisizione economica sul ‘è più o meno’; ci interessa il fatto che in Italia la sanità, soprattutto pubblica, si sta definanziando a favore della sanità privata. Questo è un dato oggettivo”.

Il leader della Uil ha quindi ricordano i “2,5 mln di persone che lo scorso anno hanno rinunciato a curarsi per questioni economiche”, mentre la spesa out of pocket ha raggiunto “i 4 miliardi di euro”. E poi, “dei 13 ml del Pnrr dedicati alla sanità del territorio non abbiamo notizie, non siamo riusciti a capire dove sono andati a finire e come il Governo li sta spendendo”, ha incalzato.

“Per fare quadrare i conti e ridurre il debito – ha detto Maurizio Landini prendendo la parola - si può agire anche sulle entrate e non tagliando la spesa, come sta facendo il governo, e fare l'opposto di quello che si sta facendo con la riforma fiscale, che non l'ha discussa con nessuno, non con il Parlamento né con le forze sindacali”.

“Noi - ha proseguito Landini - rivendichiamo questo diritto, perché la riforma fiscale va anzitutto discussa con chi le tasse le paga, e il 90% delle entrate dell'Irpef le pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati. Agire oggi sulle entrate è la condizione per fare quelle scelte di politica economica e sociale di cui abbiamo bisogno, in quanto li ci sono le risorse per aumentare i salari, per aumentare la spesa della sanità pubblica, per investire sulla scuole e fare quelle politiche di investimento industriale di cui il nostro paese ha bisogno. Il Governo invece ci convoca la prossima settimana, a cose già fatte, perché il testo è già stato consegnato al Parlamento e al Parlamento hanno già detto che il margine di manovra è di 100 milioni. Noi chiediamo che ci siano dei cambiamenti profondi e radicali in questa manovra, non qualche emendamento”.

“I lavoratori – ha detto Landini - pagheranno 15 miliardi in più di Irpef. Noi chiediamo che queste maggiori entrate tornino ai lavoratori dipendenti e ai pensionati sotto forma di sanità, pensioni”.

30 ottobre 2024
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