08 MAR - “Più che mimose, alla donna 4.0 che lavora e si impegna strenuamente per i propri obiettivi occorrono più diritti: come quelli delle lavoratrici della sanità privata, il cui contratto è scaduto da 20 anni: solo in questo modo si uscirà dall'ipocrisia di chi celebra questa giornata da un lato, ma dall'altro finge di non vedere le mille discrepanze ancora presenti”. A dirlo, in una nota,
Carmela De Rango, segretario nazionale della CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata), in occasione della festa della donna 2024.
“Siamo – prosegue - stanche di pacche sulle spalle, incoraggiamenti solo a parole, eventi seppur utili ma meramente celebrativi: le donne e le lavoratrici hanno necessità di azioni concrete, che davvero segnino un punto decisivo verso una parità che, ad esempio nella professione medica, c'è in sostanza ma non ancora nella forma. Il riferimento è al nostro contratto, scaduto ormai da troppi anni e sul quale si è assistito al teatro dell'assurdo. Non comprendere questo passaggio – conclude De Rango – equivale a vanificare i progressi compiuti in questi decenni”.