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In dirittura d’arrivo il nuovo Piano cronicità. Tra gli obiettivi quello di potenziare i servizi offerti dalle farmacie
Dopo un confronto con le Regioni arriva una nuova bozza di aggiornamento del Piano presentato in estate. Obiettivo del Piano è la definizione di percorsi in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilità, garantire la continuità assistenziale e l’integrazione degli interventi sociosanitari. Tra i punti quello di coinvolgere attivamente il paziente e chi gli presta assistenza in modo da stabilire un Patto di Cura nel quale gli obiettivi di salute siano concordati e comprendano anche l’educazione alla conoscenza della propria malattia. Ecco tutte le novità. IL DOCUMENTO
17 GEN -

In dirittura d’arrivo l’aggiornamento del Piano Cronicità. Dopo la prima bozza presentata in estate e un confronto con le Regioni dal Ministero della Salute è arrivata una nuova versione del documento anche se rimane appesa la questione delle risorse economiche. Un problema politico che dovrà essere affrontato nelle prossime settimane.

“Gli obiettivi di cura nei pazienti con cronicità – si legge nel documento - sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione dei sintomi, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento della qualità di vita. Per realizzarli è necessaria la definizione di percorsi in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilità, garantire la continuità assistenziale e l’integrazione degli interventi sociosanitari”.

L’aggiornamento, si è ritenuto necessario per:
- Contribuire al miglioramento della tutela assistenziale delle persone con malattie croniche;
- Delineare azioni coordinate per prevenire l’insorgenza e assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o affetti da patologia al fine di rallentarne la progressione anche con interventi comportamentali;
- Aggiornare le iniziative e gli interventi nel campo delle malattie croniche al fine di rendere più omogeneo il processo diagnostico-terapeutico;
- Ridurre il peso della malattia sulla singola persona e sul contesto sociale;
- Rendere più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza, assicurando equità di accesso e riducendo le disuguaglianze sociali;
- Indirizzare la gestione della cronicità verso un sistema che realizzi una progressiva transizione in un modello di rete che valorizzi sia il ruolo specialistico, sia tutti gli attori della assistenza primaria.

Uno degli obiettivi fondamentali di questo modello assistenziale è quello “di coinvolgere attivamente il paziente e chi gli presta assistenza in modo da stabilire un Patto di Cura nel quale gli obiettivi di salute siano concordati e comprendano anche l’educazione alla conoscenza della propria malattia, l’acquisizione della capacità di autovalutazione ed autocura, l’adesione ad obiettivi di perseguimento di stili di vita che migliorino il livello specifico di salute e l’esperienza di malattia”.

In Italia, la gestione delle malattie croniche rappresenta una delle più grandi sfide per il sistema sanitario nazionale (SSN). Un problema che non solo coinvolge milioni di cittadini, ma che richiede un ripensamento strutturale e culturale dell'intero approccio alla salute pubblica. I dati più recenti, tratti da studi e analisi approfondite, rivelano l'urgenza di intervenire per garantire una qualità della vita dignitosa ai pazienti e sostenibilità economica al sistema.

La fotografia delle malattie croniche in Italia

Le malattie croniche, come il diabete, l'ipertensione, le patologie cardiovascolari e le malattie respiratorie, affliggono circa il 40% della popolazione italiana, con una prevalenza maggiore tra gli anziani. Secondo le stime, oltre il 60% delle persone con più di 65 anni convive con almeno due patologie croniche. Questo dato non è solo un indicatore sanitario, ma riflette anche un cambiamento demografico profondo: l'Italia è uno dei paesi più longevi al mondo, ma l'invecchiamento porta con sé un aumento esponenziale della cronicità.

L'impatto di queste condizioni non è solo personale, ma anche economico e sociale. Il trattamento delle malattie croniche assorbe circa il 70-80% delle risorse sanitarie complessive. Inoltre, i pazienti cronici spesso necessitano di cure continuative e multidisciplinari, che includono medici di base, specialisti, infermieri e operatori socio-sanitari.

Nel piano viene citata l’esperienza della Regione Toscana, dove è stato implementato un sistema di teleassistenza per i pazienti anziani fragili. Questo approccio ha migliorato l’accesso alle cure e ridotto il numero di ricoveri ospedalieri evitabili, dimostrando l’efficacia di modelli organizzativi innovativi.

Le criticità del sistema sanitario

Nonostante i numerosi sforzi per migliorare la gestione delle cronicità, il sistema sanitario italiano presenta ancora importanti criticità. La frammentazione dei servizi, la carenza di personale e la mancanza di coordinamento tra i diversi attori del sistema sono solo alcune delle problematiche evidenziate dagli esperti.

Un altro nodo cruciale è rappresentato dall'accesso alle cure. Nonostante il principio di universalità del SSN, le disuguaglianze territoriali continuano a essere marcate. I pazienti che vivono in regioni del Sud Italia, ad esempio, incontrano maggiori difficoltà nell'accedere a servizi di alta qualità rispetto ai loro omologhi del Nord. Questa disparità si riflette nei dati: le regioni settentrionali presentano tassi di sopravvivenza e qualità della vita mediamente migliori rispetto a quelle meridionali.

Strategie e modelli innovativi

Un esempio significativo è l’adozione del Chronic Care Model (CCM) in Emilia-Romagna, dove la creazione di team multidisciplinari ha migliorato la gestione del diabete e delle patologie respiratorie croniche. Questo modello ha ridotto le complicanze e migliorato gli esiti clinici, dimostrando l’importanza della collaborazione tra professionisti.

Per affrontare queste sfide, sono state sviluppate diverse strategie e modelli organizzativi. Uno dei più noti è il Chronic Care Model (CCM), che promuove un approccio integrato alla gestione delle malattie croniche. Questo modello punta a migliorare la collaborazione tra i diversi livelli di assistenza, con un focus sulla prevenzione, l'empowerment del paziente e l'uso della tecnologia.

Un esempio concreto è rappresentato dalle Case della Salute, strutture territoriali che offrono un’assistenza multidisciplinare e continuativa. Questi centri, presenti in diverse regioni italiane, hanno dimostrato di migliorare significativamente la qualità delle cure e di ridurre i ricoveri ospedalieri non necessari.

Un altro aspetto fondamentale è l'uso delle tecnologie digitali. La telemedicina, ad esempio, ha guadagnato un ruolo centrale durante la pandemia di COVID-19, dimostrandosi uno strumento efficace per monitorare i pazienti a distanza e garantire la continuità delle cure. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie, è necessario investire nella formazione del personale sanitario e nell'infrastruttura digitale.

Integrazione sociosanitaria

L'integrazione sociosanitaria rappresenta una delle leve più importanti per migliorare la gestione delle malattie croniche. Creare un ponte tra servizi sanitari e assistenza sociale consente di affrontare le esigenze dei pazienti in modo olistico, tenendo conto non solo degli aspetti medici, ma anche di quelli sociali ed economici. Questo approccio integrato è particolarmente importante per le persone anziane e per chi vive in condizioni di fragilità, migliorando l’efficacia delle cure e riducendo le ospedalizzazioni non necessarie.

Un esempio pratico citato è il progetto “Cure integrate per gli anziani” avviato in Lombardia, che ha introdotto percorsi personalizzati tra ospedali, medici di base e servizi sociali. Questo approccio ha permesso di migliorare la qualità delle cure e di ridurre le ospedalizzazioni evitabili.

Sanità digitale

La digitalizzazione del sistema sanitario offre opportunità senza precedenti per la gestione delle cronicità. Strumenti come la telemedicina, le piattaforme di monitoraggio remoto e i fascicoli sanitari elettronici consentono un controllo più accurato delle condizioni dei pazienti e una comunicazione più efficiente tra i professionisti della salute. Inoltre, l’uso di algoritmi e intelligenza artificiale può aiutare a individuare precocemente i rischi e a personalizzare i piani di cura.

Nel piano si sottolinea il successo del progetto “Salute digitale Sicilia”, che ha permesso la creazione di un fascicolo sanitario elettronico accessibile in tempo reale da medici e pazienti. Questo strumento ha migliorato l’efficienza diagnostica e la continuità delle cure, in particolare per i pazienti cronici.

Umanizzazione delle cure

Un aspetto cruciale per migliorare l’assistenza ai pazienti cronici è l’umanizzazione delle cure. Garantire un approccio empatico e rispettoso dei bisogni individuali non solo migliora l’esperienza del paziente, ma contribuisce anche a migliori esiti clinici. Percorsi di cura che mettono al centro la persona, tenendo conto delle sue emozioni e delle sue preferenze, sono fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia tra pazienti e operatori sanitari.

Un esempio riportato nel piano è il progetto “Stanze della gentilezza”, avviato in alcuni ospedali del Nord Italia, che mira a creare spazi dedicati al supporto psicologico dei pazienti e dei loro familiari. Questi spazi hanno contribuito a migliorare l’esperienza complessiva delle cure ospedaliere.

Ruolo delle associazioni

Le associazioni di pazienti svolgono un ruolo fondamentale nella gestione delle malattie croniche. Non solo forniscono supporto emotivo e pratico, ma rappresentano anche una voce importante nelle politiche sanitarie, contribuendo a promuovere l’accesso alle cure e a sensibilizzare l’opinione pubblica. La collaborazione tra associazioni, istituzioni e professionisti della salute è essenziale per creare un sistema sanitario più equo e inclusivo.

Un esempio pratico è il lavoro dell’Associazione Italiana Diabetici, che ha avviato programmi di supporto nelle scuole per bambini con diabete di tipo 1, sensibilizzando insegnanti e compagni di classe sulle esigenze specifiche di questi studenti.

Ruolo delle farmacie

Le farmacie territoriali rappresentano un presidio fondamentale nella gestione delle cronicità. Grazie alla loro capillarità, possono offrire servizi di monitoraggio, consulenza e supporto ai pazienti, diventando un punto di riferimento per il controllo delle terapie e la prevenzione delle complicanze. L’ampliamento delle competenze delle farmacie, attraverso servizi come la somministrazione di vaccini e il monitoraggio remoto, può contribuire a migliorare l’efficacia del sistema sanitario.

Un esempio concreto è il progetto “Farmacie amiche”, che prevede l’uso delle farmacie territoriali come centri per la somministrazione di vaccini e il monitoraggio della pressione arteriosa. Questo approccio ha migliorato l’accesso ai servizi sanitari nelle aree rurali.

Sanità d’iniziativa

Un cambio di paradigma necessario è rappresentato dalla sanità d’iniziativa, che mira a passare da un approccio reattivo a uno proattivo nella gestione della salute. Questo modello prevede l’identificazione precoce dei bisogni dei pazienti e l’attivazione di interventi mirati, prima che le condizioni si aggravino. La sanità d’iniziativa si basa su una stretta collaborazione tra medici di base, specialisti e servizi territoriali, con l’obiettivo di migliorare gli esiti clinici e ridurre i costi complessivi.

Un esempio pratico è il progetto “Prevenzione attiva” avviato in Veneto, che utilizza algoritmi per identificare i pazienti a rischio di patologie croniche e propone interventi personalizzati mirati a prevenire complicazioni future.

Il ruolo della prevenzione

Se la gestione delle malattie croniche è una priorità, la prevenzione è la chiave per ridurne l’incidenza. Gli esperti sottolineano l'importanza di promuovere stili di vita sani, attraverso campagne di sensibilizzazione e interventi educativi. Una dieta equilibrata, l’attività fisica regolare e l'astensione dal fumo sono solo alcune delle misure che possono contribuire a prevenire molte malattie croniche.

In questo contesto, è fondamentale il ruolo dei medici di medicina generale, spesso il primo punto di contatto tra il paziente e il sistema sanitario. La loro capacità di individuare precocemente i fattori di rischio e di coinvolgere i pazienti in percorsi di prevenzione è cruciale per contenere l’escalation delle cronicità.

Un esempio riportato nel piano è la campagna “Muoviti Italia”, che promuove l’attività fisica attraverso eventi sportivi gratuiti e percorsi di fitness nei parchi cittadini. Questa iniziativa ha aumentato la consapevolezza sull’importanza di uno stile di vita attivo.

Un'attenzione particolare merita il focus su obesità, epilessia ed endometriosi, che rappresentano le tre principali novità del piano.

Per quanto riguarda l'obesità, uno degli esempi pratici riportati nel piano è l'attivazione di programmi scolastici di educazione alimentare che coinvolgono direttamente studenti e famiglie, come il progetto “Scuola in Salute” avviato in alcune regioni pilota. Questi interventi prevedono non solo lezioni teoriche, ma anche laboratori pratici sulla preparazione di pasti sani e bilanciati. Inoltre, è stato implementato un servizio di monitoraggio continuo del peso corporeo attraverso applicazioni digitali, che consente ai pazienti di ricevere consulenze personalizzate a distanza.

Per l'epilessia, il piano cita un progetto innovativo avviato in Lombardia che prevede l’utilizzo di dispositivi indossabili per il monitoraggio delle crisi epilettiche. Questi strumenti, collegati a una piattaforma digitale, consentono ai medici di ricevere aggiornamenti in tempo reale e di adeguare le terapie in modo tempestivo. Inoltre, sono state attivate campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro per educare le persone sulle modalità di intervento durante una crisi epilettica, contribuendo a ridurre lo stigma sociale.

Per quanto riguarda l'endometriosi, il piano prevede l'istituzione di centri di riferimento regionali dedicati alla diagnosi e al trattamento della patologia, come il "Centro Donna" recentemente inaugurato in Emilia-Romagna. Questi centri offrono un percorso multidisciplinare che include ginecologi, psicologi e nutrizionisti per supportare le donne in tutte le fasi della malattia. Inoltre, è stata avviata una campagna informativa nazionale attraverso media tradizionali e digitali per aumentare la consapevolezza sulla patologia e incoraggiare le donne a cercare aiuto tempestivamente.

17 gennaio 2025
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