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Piano pandemico. Schillaci: “Cambio di paradigma chiaro rispetto al passato. Attenzione mediatica talvolta faziosa e scorretta”
Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo al question time della Camera a un'interrogazione presentata da Galeazzo Bignami (Fdi). Il nuovo documento, assicura, “non è una semplice formalità burocratica o la fotocopia sbiadita di documenti precedenti, ma uno strumento operativo concreto, con finanziamenti adeguati, responsabilità chiaramente definite”
26 FEB - “Il nuovo Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 25-29, rappresenta un cambio di paradigma chiaro rispetto al passato. Non è una semplice formalità burocratica o la fotocopia sbiadita di documenti precedenti, ma uno strumento operativo concreto, con finanziamenti adeguati, responsabilità chiaramente definite”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo al question time della Camera a un'interrogazione presentata da Galeazzo Bignami (Fdi).

Di seguito la risposta integrale del ministro.

Ringrazio gli onorevoli interroganti per questa opportunità di fare chiarezza su un tema di fondamentale importanza per la salute pubblica e la sicurezza nazionale. A cinque anni dall'inizio della pandemia, questo Governo ha scelto, fin dal primo giorno di adottare un approccio concreto, basato sulle evidenze scientifiche, sulla pianificazione strategica, non improvvisazione, ma preparazione, non allarmismo, ma responsabilità. Il nuovo Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 25-29, rappresenta un cambio di paradigma chiaro rispetto al passato. Non è una semplice formalità burocratica o la fotocopia sbiadita di documenti precedenti, ma uno strumento operativo concreto, con finanziamenti adeguati, responsabilità chiaramente definite.

Colgo l'occasione per evidenziare alcune delle principali innovazioni. Il Piano persegue cinque obiettivi concreti: proteggere la salute pubblica, riducendo diffusione mortalità delle infezioni; garantire coordinamento efficace tra istituzioni; minimizzare l'impatto sui servizi sanitari ed essenziali; tutelare la salute degli operatori sanitari in prima linea; coinvolgere attivamente i cittadini con informazione trasparente.

Il Piano non si limita alle buone intenzioni, ma definisce chiaramente attività le operative: rafforzamento dei Dipartimenti di Prevenzione ASL, di laboratori di virologia; comunicazione chiara ed equilibrata, senza allarmismi o stigmatizzazioni; misure restrittive solo se indispensabili, temporanee e proporzionate; rete nazionale di ricerca e monitoraggio; sistema avanzato di allerta precoce; coordinamento Stato-regioni; sorveglianza integrata per patogeni respiratori, con analisi dati multi-fonti; pianificazione di contro misure mediche efficaci e sostenibili.

Il Piano stabilisce, inoltre, una precisa scala di ruoli e responsabilità di tutte le istituzioni, con una catena di comando chiara ed efficace in caso di emergenza. Tutto questo è sostenuto da investimenti concreti: 50 milioni per il 2025; 150 milioni per il 2026; 300 milioni per il 2027. Nei giorni scorsi, sia il sottoscritto che i dirigenti del Ministero, siamo stati oggetto di un'attenzione mediatica, talvolta faziosa e scorretta, con tentativi di estrapolazione di frasi fuori dal contesto, al solo scopo di avvalorare tesi precostituite o attaccare singoli professionisti.

È un metodo che non fa onore al dibattito pubblico e che allontana i cittadini dalle Istituzioni. La verità è che se è vero che prevenire è sempre meglio che curare, allora servono pianificazione, risorse e anche onestà intellettuale. Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che nel passato, spesso, si è sbagliato: si è trascurata l'importanza della prevenzione; ci si è limitati a fare fotocopie di piani spesso sbrigativi o inadeguati e il risultato l'abbiamo pagato tutti: cittadini, operatori sanitari, imprese. Per questo Governo la prevenzione non è uno slogan, ma un impegno concreto. Il nuovo piano ne è la dimostrazione tangibile. La salute dei cittadini e il futuro della Nazione non possono essere sacrificati sull'altare di polemiche strumentali o visioni ideologiche. Continueremo a lavorare con metodo scientifico e trasparenza, nell'interesse esclusivo dell'Italia.

La replica di Francesco Filini.

Grazie, signor Ministro, non soltanto per la risposta, di cui ci dichiariamo soddisfatti, ma anche per il lavoro che ha svolto fin qui, per avere dato finalmente all'Italia e agli italiani un piano pandemico. Un piano pandemico che, finalmente, è stato aggiornato con una copertura di 300 milioni fino al 2027 e, finalmente, abbiamo uno strumento nel caso in cui, non se lo augura nessuno, dovessimo affrontare un'altra pandemia: sappiamo come comportarci e sappiamo che non ci comporteremo come in passato. Perché con questo piano pandemico, Ministro, va sostanzialmente in soffitta l'era dell'improvvisazione, dell'allarmismo, delle conferenze stampa urbi et orbi, a reti unificate, senza contraddittorio a spiegare, poi, agli italiani quali erano i loro diritti e le loro libertà. Finisce tutto ciò.

Ma finisce anche, e di questo ne siamo particolarmente orgogliosi, l'era dell'insipienza, del lassismo, della sciatteria amministrativa che hanno caratterizzato i Governi dal 2013 fino a che non ci siamo in insediati noi. Perché nessuno è stato in grado di aggiornare il piano pandemico, nonostante, nel 2013 è diventato una legge imposta dall'Unione europea. In tutti questi anni nessuno l'aveva fatto, dovevano arrivare il Governo Meloni e il Ministro Schillaci per arrivare a questo aggiornamento.

Questa improvvisazione poi l'abbiamo vista nel corso della triste pagina di storia della pandemia, perché siamo passati dal “Milano non si ferma”, repentinamente, a un “abbraccia un cinese”, fino a poi al lockdown duro e puro, chiusure con l'accetta, a suon di codici ATECO, e tutto quello che abbiamo visto con grandi danni all'economia e alla società. Siamo passati, dalle mascherine inviate dal Ministro Di Maio, in Cina, fino poi a vedere la struttura commissariale gestita da Domenico Arcuri, che, invece, importava mascherine a quattro volte il prezzo di mercato. Mascherine che poi abbiamo visto che si sono rivelate, questo l'ha sostenuto la Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, non salubri, assolutamente non adatte a contenere il virus, e chissà quanti danni hanno fatto, perché quelle mascherine, lo ricorderemo per sempre, sono state indossate da infermieri, medici, forze dell'ordine e da tantissimi milioni di italiani.

Ecco, credo, che con Fratelli d'Italia si chiude questa pagina di storia. Mi scusi, Presidente, chiudo soltanto con questo: a guidare la nostra azione è, sicuramente, la responsabilità, il buonsenso, il rigore scientifico - e non l'idolatria scientista come l'abbiamo vista - della salute e della libertà.

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