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FarmacistaPiù. La seconda giornata: “Una nuova organizzazione per affrontare il cambiamento”
Una nuova governance, investimenti sul territorio e l’unione di medici di base e farmacisti: queste le sfide da affrontare insieme facendo rete. Rappresentanti delle istituzioni e delle categorie profesionali si sono confrontate a Milano per capire come riformare insieme il futuro
05 OTT - Il cambiamento attualmente in atto impone necessariamente un adattamento al presente e una evoluzione del sistema salute. La figura professionale del farmacista, e la farmacia in tutte le sue declinazioni, possono rappresentare un valido alleato. Il comparto della farmaceutica attende da anni ormai una riforma della governance e l’occasione per metterla in atto è proprio quella di proporre il farmacista come protagonista del cambiamento e come figura propositiva e di raccordo tra i diritti dell’individuo all’accesso alle cure descritti nell’articolo 32 della Costituzione e la realtà del territorio. Questi sono solo alcuni dei temi emersi dalla sessione, “Riformiamo il futuro insieme – Politiche di welfare e sanità: proposte per governare il cambiamento” nell’ambito della VI edizione di FarmacistaPiù, durante la quale è intervenuto il Ministro della Salute Roberto Speranza.
 
All’origine della crisi del settore “vi è la rottura del trinomio farmaco-farmacia-farmacista”, ha esordito Marco Cossolo, Presidente Federfarma, riconoscendo la necessità di tornare a focalizzarsi sulle competenze e sul valore della professionalità del farmacista. Questo sarà possibile solo “supportando la farmacia di servizi, non solo nelle 9 regioni che stanno prendendo parte alla sperimentazione, ma portando i risultati e le esperienze che emergeranno anche alle altre Regioni italiane”, ha proseguito Cossolo. “Il farmacista deve essere messo nella condizione di poter monitorare l’aderenza alla terapia dei pazienti; ci sono stime che parlano di un aumento del 50% dell’aderenza alla cura se questa viene seguita in farmacia”. Ma non solo farmacia di servizi: “convenzione e nuova remunerazione sono gli altri due punti fondamentali da analizzare per portare ad una nuova prospettiva. Gli esiti della sperimentazione – ha proseguito – dovranno infatti dare corpo proprio alle regole che stiamo inserendo nella Convenzione e con una nuova remunerazione che, attenzione, non deve essere a percentuale, puntiamo a riportare gli innovativi in farmacia garantendone comunque la sostenibilità”, ha concluso.
 
Dello stesso avviso è Elena Carnevali della XII Commissione “Affari Sociali” della Camera dei Deputati. “Seguendo il concetto di farmacia dei servizi, in cui crediamo molto e che abbiamo sostenuti con 36 milioni, la farmacia può diventare un centro che eroga molteplici servizi di salute. Dobbiamo svincolarci dalla visione ospedalocentrica e proporre nuovi modelli che vedono il territorio come fulcro”, ha precisato Carnevali. Serve partire da una nuova governance “che non abbia timore dell’innovazione tecnologica e farmaceutica, altrimenti rischiamo di cadere in un lento e severo declino dal quale non sarà più possibile uscire”, ha concluso. In un contesto di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, la spesa è inevitabilmente un punto cruciale.
 
L’innovazione tecnologica genera necessariamente un aumento della spesa e “se la politica non avrà la volontà di coprire questi costi e non metterà a disposizione le risorse necessarie, rischieremo di precludere il diritto alle cure”, ha sottolineato Luigi Icardi, Presidente del Comitato di Settore Regioni Sanità. “La distribuzione delle risorse deve essere pensata a favore di quelle farmacie che rappresentano già una sorta di presidio che eroga salute del territorio perché sono l’unico punto di incontro più vicino al cittadino, come ad esempio può accadere per le aree montane – ha proseguito – Investire su queste realtà e concretizzare la farmacia di servizi, consentirebbe anche di diminuire gli accessi impropri ai Pronto Soccorso e diminuire i tempi delle liste di attesa generando quindi risparmi per l’intero sistema salute”, ha concluso.
 
Come abbiamo detto quindi la sfida è rendere il territorio protagonista di un cambiamento che è già in atto. L’interazione tra medici di medicina generale e farmacisti sembra essere un passaggio imprescindibile, come più volte ribadito da Luca Coletto, già Sottosegretario Ministro della Salute, e da Domenico Crisarà, Vicesegretario FIMMG. “Abbiamo la necessità di dimenticare la logica ospedalocentrica e investire sul territorio – ha ribadito Coletto – In Regione Veneto in tre anni, dal 2017 ad oggi, si sono risparmiati 800 milioni, il primo anno, e tre milioni nel biennio successivo, e questi risparmi sono stati investiti nella sperimentazione della farmacia di servizi. Sappiamo da alcune stime che l’86% dei pazienti ha aderito al counseling fatto dai farmacisti e questo è un dato che conferma che questo modello di farmacia rappresenta la farmacia del futuro. L’ipotesi che circa il 70% della spesa verrà assorbita dalla cronicità si sta concretizzando e proprio per questo i medici di medicina generale devono continuare a “coltivare un dialogo forte con il farmacista. Medico di base e farmacista sono le due figure professionali più vicine al cittadino che ha un bisogno di salute ed è per questo motivo che la loro cooperazione va istituzionalizzata e vanno creati dei percorsi condivisi che diano dignità a entrambe le professioni”, ha specificato Crisarà. “questo non solo dare legittimità alle competenze sia dei medici che dei farmacisti, ma anche per rinnovare un sistema organizzativo che ha bisogno di maggior concretezza”, ha concluso Crisarà.
 
La partita però non si gioca solo sulle risorse. “Il vero problema è organizzativo, non di mancanza di risorse”, ha puntualizzato Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva. “Attualmente c’è un modello che troppe volte è disfunzionale perché non mette il cittadino al centro del sistema in termini di erogazione dei servizi”, ha proseguito Gaudioso affermando provocatoriamente inoltre che “anche se mettessimo in un modello disfunzionale molte più risorse senza però essere intervenuti sull’organizzazione dei servizi e sulla responsabilità di come queste risorse si spendono, non ne deriverebbe nessun miglioramento nei servizi offerti ai cittadini”.
 
A sostenere che non sia solo un problema di risorse quanto piuttosto di organizzazione è Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria. “Grazie alla ricerca scientifica noi sappiamo cosa succederà tra 10 anni; sappiamo grazie alle terapie innovative che saremo sempre più orientati verso la target terapy e questo, in una ottica di riorganizzazione del sistema, va tenuto presente. Dobbiamo lavorare su lungo periodo”, ha detto con fermezza Scaccabarozzi. “Stiamo assistendo ad una domanda di salute che è sempre più orientata verso la cronicità e questo porta inevitabilmente a nuovi modelli organizzativi”. Per fare questo, è necessario “intraprendere prima di tutto una battaglia culturale per scardinare un sistema basato sui silos che è stato indispensabile in passato ma che ora non è più sostenibile”, ha concluso.
 
In ottica di risparmi, “il sostegno ai pazienti non può prescindere dal sostegno all’industria”, da spiegato Enrique Hausermann, Presidente Assogenerici. “Per questo la nostra associazione europea delle aziende di generici e biosimilari, Medicines for Europe, ha lanciato nei mesi scorsi il manifesto #Together4Health che punta su quattro obiettivi fondamentali: un accesso equo ai farmaci per tutti i pazienti europei; una industria responsabile in un sistema regolatorio efficiente; il mantenimento della leadership nella produzione farmaceutica; il rafforzamento della comunità sanitaria migliorando le terapie esistenti”, ha proseguito. Questi stessi obiettivi valgono anche per il comparto nazionale ed è proprio su questi punti che ci auguriamo di poter partecipare ad un confronto sulla governance farmaceutica che ascolti anche la voce del sistema produttivo, senza pregiudizi”, ha concluso Hausermann.
 
In ultimo, interessanti spunti sono emersi dall’intervento di Alain Delgutte, Membro del Consiglio Nazionale Ordine dei Farmacisti Francesi, il quale si è fatto portavoce dell’esperienza d’oltralpe. Pur riscontrando diverse problematiche comuni all’Italia, “in Francia abbiamo provato a rispondere alla crisi dell’accesso alle cure con due progetti fondamentali: le vaccinazioni in farmacia e la realizzazione di un elenco di farmaci direttamente prescrivibili dal farmacista”, ha spiegato Delgutte.
 
“Per quanto riguarda il primo punto, l’esperienza partirà il 15 ottobre prossimo su tutto il territorio nazionale. Questo a seguito di una sperimentazione attuata il 4 regioni che ha portato alla vaccinazione di circa 80 mila persone, cifra che non raggiungevamo da anni. Per quanto concerne l’elenco dei farmaci prescrivibili dal farmacista, che entrerà in vigore il prossimo anno, – ha proseguito – ci stiamo concentrando sull’odontoiatria e sulla cistite. Il farmacista, una volta fatta la prescrizione dovrà comunicare al medico di famiglia tale prescrizione consolidando quindi il rapporto tra le due figure professionali e generando un risparmio per il cittadino”, ha concluso.
 
 
 
05 ottobre 2019
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