L'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che sta rivedendo le sue priorità in vista del ritiro del suo principale donatore, gli Stati Uniti, sottolineando che l'agenzia fornisce servizi vitali per la protezione dalle minacce sanitarie. L'agenzia sta "congelando le assunzioni, tranne che nelle aree più critiche", e sta riducendo drasticamente le spese di viaggio, ha comunicato il capo dell'organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una lettera inviata allo staff giovedì e visionata dall'Afp venerdì.
"Tutte le riunioni devono essere completamente virtuali per impostazione predefinita, a meno che non venga richiesta e concessa un'approvazione eccezionale", ha scritto il Dg, aggiungendo che le missioni di supporto tecnico dovrebbero essere limitate allo stretto necessario. Lunedì il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che dispone il ritiro degli Stati Uniti dall'Oms. "Questo annuncio - ha evidenziato il Dg Tedros - ha reso la nostra situazione finanziaria più acuta e sappiamo che ha creato notevole preoccupazione e incertezza per la forza lavoro dell'Oms". "Stiamo esaminando - ha aggiunto - a quali attività dare priorità con una dotazione di risorse ridotta".
Il Dg ha spiegato che l'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite spera che la nuova amministrazione riconsideri la sua decisione, sottolineando che è aperta al dialogo per preservare le relazioni.
Anche il portavoce dell'Oms, Christian Lindmeier, ha evidenziato come questa decisione degli Usa sia "una preoccupazione per la salute globale, molto più per la salute globale che per la sola Oms", ha detto ai giornalisti a Ginevra, rimarcando anche che l'agenzia "fornisce informazioni cruciali agli Stati Uniti" e ad altri Stati membri "su epidemie e minacce sanitarie emergenti. L'Oms protegge gli Stati Uniti con un sofisticato sistema di intelligence sanitaria che lavora per rilevare, caratterizzare e valutare le minacce in tempo reale". Il portavoce ha citato in particolare l'epidemia di influenza aviaria (H5N1), che ha contagiato persone e causato la morte di un paziente negli Stati Uniti, aggiungendo che già erano state sollevate preoccupazioni riguardo alla possibile mancata condivisione di dati importanti.
Lindmeier ha sottolineato che l'Oms è "in costante contatto con gli Stati membri" su questioni sanitarie, comprese le epidemie. "Se ciò tacesse da parte degli Stati Uniti, sarebbe un problema". Sul fronte economico, ovviamente, il ritiro degli Stati Uniti assesterebbe anche un duro colpo al bilancio dell'Oms e alle sue operazioni. Quanto duro? Nel loro ultimo ciclo di bilancio completo, per il 2022-23, gli Stati Uniti hanno stanziato 1,3 miliardi di dollari, ovvero il 16,3% del budget di 7,89 miliardi di dollari dell'Oms. Lindmeier ha affermato che, secondo le linee guida stabilite dal Congresso degli Stati Uniti quando il Paese ha aderito per la prima volta all'Oms, il ritiro può avvenire un anno dopo la notifica ufficiale e dopo che "gli arretrati sono stati interamente pagati". Il portavoce Oms ha osservato che Washington deve ancora pagare i circa 130 milioni di dollari di quota associativa - i contributi valutati - dovuti per il 2024, come pure i 130 milioni di dollari dovuti per il 2025, "che sarebbero dovuti ora".
Dal canto suo, Trump sostiene che ci sia uno sbilanciamento sui contributi. "L'Oms - si legge nell'ordine esecutivo - continua a chiedere pagamenti ingiustamente onerosi agli Stati Uniti, di gran lunga sproporzionati rispetto" ai pagamenti valutati di "altri Paesi". Il riferimento è alla Cina, le cui quote associative annuali per il 2024 e il 2025 ammontano a 88 milioni di dollari.