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Influenza. In Francia ospedali travolti, si discute obbligo vaccino per i medici. Mascherina obbligatoria in alcune strutture sanitarie
Per il presidente della Fnomceo Anelli “secondo la nostra Costituzione a nessuno può essere imposto un trattamento contro la sua volontà”. La vaccinazione può divenire obbligatoria, però, “in presenza di una legge ben specifica, quindi non lo decidiamo noi, ma il legislatore”
15 GEN - Il sovraffollamento dei pronto soccorso non è un problema solo italiano. Ne sa qualcosa la Francia che in questi giorni sta affrontando una fase intensa di epidemia influenzale che mette a dura prova i reparti di emergenza. Già l'uso della mascherina è tornato ad essere obbligatorio in molte strutture, mentre si riparla di obbligo vaccinale contro il virus influenzale per gli operatori sanitari che, però, non sono molto ligi, così come nel nostro Paese, all'immunizzazione da virus stagionale, pure molto incoraggiata dalle autorità.

Ad affrontare la questione il nuovo ministro della Sanità, Yannick Neuder, che in una recente intervista televisiva ha spiegato che il problema merita di essere affrontato e in un'altra occasione ha sottolineato che sul tema “non ci devono essere tabù”. Intanto l'Alta autorità della sanità (Has) francese è stata incaricata di mettere a punto il quadro della situazione in un Paese in cui sono già obbligatorie diverse vaccinazioni per i camici bianchi. Il ministro ha detto di trovare sorprendente, nella patria di Pasteur, la scarsa adesione alla vaccinazione da parte dei medici. Se infatti l'obiettivo fissato per l'immunizzazione degli operatori sanitari è del 70%, la media negli ospedali pubblici nella stagione 2022-23 è stata del 19%, mentre è un po' più altra nelle case di cura private dove comunque si è attestata a poco più del 24%.

Per un medico, dal punto di vista deontologico, vaccinarsi contro l'influenza “è doveroso per proteggere se stessi e i pazienti”, ricorda all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. Un dovere, non un obbligo, anche perché “secondo la nostra Costituzione a nessuno può essere imposto un trattamento contro la sua volontà”. La vaccinazione può divenire obbligatoria, però, “in presenza di una legge ben specifica, quindi non lo decidiamo noi, ma il legislatore”. mentre in Francia il ministro della Sanità riporta in campo il tema delle vaccinazioni obbligatorie degli operatori sanitari a fronte di una stagione influenzale che sta mettendo a dura prova i pronto soccorso e gli ospedali, dove è tornato anche l'obbligo della mascherina in molti casi.

“In genere i medici si vaccinano poco”, ammette Anelli, ma va ricordato che “i pazienti si affidano ai medici ed è chiaro che la vaccinazione rappresenta uno strumento di protezione per i cittadini, oltre che per se stessi”. Dopo il Covid "è innegabile che, a livello generale, abbiamo avuto un periodo di allontanamento dalla vaccinazione, perché ci ricorda un periodo drammatico. Noi però dobbiamo essere pragmatici: dove gli strumenti di protezione dei cittadini sono disponibili devono essere utilizzati, come sempre”. Durante il Covid, ricorda il presidente Fnomceo, una legge dello Stato prevedeva che un medico per poter esercitare doveva essere vaccinato. La ragione c'era, le motivazioni c'erano. La Corte Costituzionale ha affermato che quel provvedimento di legge era coerente e necessario. Tutte le strutture dello Stato hanno confermato che in determinate situazioni può essere obbligatorio vaccinarsi. La Costituzione prevede che la libertà di scelta rispetto a un trattamento possa essere limitata solo in presenza di una legge ben specifica. Oltretutto, ricordo che la vaccinazione contro il Covid ha portato a un azzeramento della mortalità dei medici. C'è stato quindi un evidente vantaggio”.
15 gennaio 2025
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