Filtri solari. Position paper pediatri ACP: contro le scottature non possono essere unica strada. Rischi sottovalutati per la salute
Il Position Paper di ACP recita: “Alla luce di quanto evidenzia una robusta e recente letteratura scientifica accreditata, ci corre l’obbligo, scientifico ed etico, di segnalare la possibilità di danni alla salute per l’utilizzo di filtri solari chimici ma anche fisici se con formulazioni “nano”.
02 LUG - Esporci al sole fa bene, ma le scottature vanno assolutamente evitate, specialmente in giovane età. Per evitare le scottature però, l’unica strada non può e non deve essere il filtro solare, che può presentare rischi sottovalutati per la salute. Questo il senso del
Position Paper firmato da un team di pediatri e dermatologi, che ha preso in considerazione le ultime ricerche scientifiche disponibili in fatto di filtri solari. Il Position Paper è stato pubblicato sull’
European Journal of Pediatric Dermatology e sul
sito dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP).
“I filtri solari possono essere chimici o fisici. Ci sono evidenze scientifiche che i filtri chimici attraversano la pelle e passano in circolo. In molti casi hanno azione di interferenza endocrina: un rischio importante, soprattutto durante la vita fetale, nella prima infanzia e in adolescenza, tanto che la Food and Drug Administration americana non ha concesso la definizione di “efficacia e sicurezza” e l’American Academy of Pediatrics suggerisce di evitarli”, spiega
Annamaria Moschetti, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e prima firmataria della ricerca.I filtri fisici invece sono quelli effetto “fantasma” o “calcina”, più sicuri proprio perché restano superficiali, ma poco estetici. Per questo motivo negli ultimi anni sono stati formulati in nanoparticelle, e purtroppo ci sono prove controverse sulla possibilità che questo li abbia resi poco sicuri, perché potrebbero facilmente attraversare la pelle e dare origine a pericoli per la salute umana. Non dimentichiamoci poi che tutti i filtri – specialmente i chimici - possono interferire con gli ecosistemi danneggiandoli, e colpendo così nuovamente la salute umana. Non a caso l’Istituto Superiore di Sanità prescrive (da tempo) l’uso di filtri solari solo quando l’esposizione al sole è “inevitabile”. Il Position Paper di ACP recita: “Alla luce di quanto evidenzia una robusta e recente letteratura scientifica accreditata, ci corre l’obbligo, scientifico ed etico, di segnalare la possibilità di danni alla salute per l’utilizzo di filtri solari chimici ma anche fisici se con formulazioni “nano”.
Le 6 regole d’oro dei pediatri
- Esponiamoci al sole gradualmente, abituando la pelle a sviluppare le proprie difese naturali.
- I vestiti sono il sistema più efficace e sicuro per proteggersi dal sole. Al fine di limitare la nostra esposizione, copriamoci con indumenti larghi e a trama fitta, possibilmente di colore scuro. Controlliamo la sicurezza solare di un tessuto tenendolo esposto alla luce: se riesci a vedere attraverso, i raggi UV possono facilmente penetrare nel tessuto e raggiungere la pelle.
- Nessuna esposizione al sole “a pelle nuda”, nel periodo estivo, per le donne incinte e i minori di 2 anni tra le 10 e le 17, in modo da evitare di spalmare filtri a questa categoria particolarmente a rischio. Nelle età successive, le creme solari possono essere usate avendo cura di consultare prima il proprio medico di fiducia.
- Cerchiamo e creiamo l’ombra in spiaggia, portando magari una piccola piscina d’acqua sotto l’ombrellone per rendere più sicuro (e piacevole) il gioco dei più piccoli.
- Indossiamo un cappello leggero ma abbastanza ampio da ombreggiare viso e collo e usiamo gli occhiali da sole.
- Sono disponibili in commercio indumenti tecnici capaci di filtrare i raggi solari, adatti anche al bagno in acqua, da usare in particolari occasioni.