“Le due sentenze della Corte costituzionale che rigettano l’incostituzionalità del meccanismo del payback sui dispositivi medici decretano l’apertura di una crisi che sino ad oggi è stato soltanto rimandata senza alcuna proposta di risoluzione”, dice Massimo Pulin presidente di Confimi Industria Sanità, la verticale della Confederazione che rappresenta la filiera della sanità privata.
A farne le spese saranno le decine di migliaia di lavoratori del settore, occupati nelle 2000 piccole e medie imprese italiane. Per trovare una soluzione che venga incontro alle esigenze economiche, occupazionali e dell’intero settore sanitario “si potrebbe cominciare con il rivedere il tetto di spesa pubblica destinato ai dispositivi medici”, propone Confimi Sanità.
Nonostante dieci anni fa la spesa per i DM sia stata ridotta e fissata al 4,4% di quella sanitaria, dai bilanci delle Asl si raggiungono invece percentuali ben più elevate: “dopo queste sentenze che mettono a rischio le Pmi della filiera, è arrivato il momento di rivedere le voci di spesa piuttosto che rifarsi dopo anni e senza alcun titolo sulle imprese” spiega Pulin che rilancia: “Per una soluzione al meccanismo del payback, sarebbe opportuno prevedere anche un cambiamento nel sistema di approvvigionamento dei dispositivi medici rispetto alla sanità pubblica”.