24 APR - “Annichiliti, ci uniamo al dolore di familiari e amici della collega Barbara Capovani. Una morte inaccettabile, che lacera nel profondo un’intera categoria. Donne e uomini che ormai da troppo tempo sono esposti ad una violenza inaudita, nell’assordante silenzio di chi avrebbe il dovere di tutelare i lavoratori”. Lo scrive in una nota la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) in relazione alla notizia della morte della psichiatra aggredita nei pressi del parcheggio dell’unità funzionale Salute Mentale Adulti e SPDC di Pisa.
“Sgomento, dolore e angoscia. Ma anche indignazione e rabbia, sono i sentimenti che prevalgono nel leggere quelli che appaiono come i dettagli di una morte annunciata”, scrive la Fimmg. “Leggiamo di un “destino” terribile – prosegue la nota– ma il destino è fatto di eventi imponderabili che determinano gli eventi della vita. Nell’aggressione alla dottoressa Capovani non c’è nulla di imponderabile, anzi. Le azioni del suo aguzzino sono state chiaramente premeditate e, visti i precedenti dell’uomo, si sarebbe dovuto intervenire prima”.
Il sindacato evidenzia come dalle corsie degli ospedali, così come negli studi medici e di continuità assistenziale, gli atti di violenza nei confronti di chi si dedica alla cura del prossimo proseguono, “purtroppo, con drammatica cadenza”. “Ogni volta seguiti da importanti dichiarazioni di intenti e da fiumi di parole che, di rado, si traducono in fatti”.
“Non esistono vite più preziose di altre – conclude la Fimmg -. Ma di certo esistono persone che, più di altre, scelgono di donare la propria esistenza al prossimo. Persone che danno corpo e sostanza al Giuramento di Ippocrate e all’Articolo 32 della Costituzione. Le istituzioni hanno il dovere fare ogni cosa per tutelare queste persone, lasciando da parte ogni forma di retorica”.