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Neonati. Arriva “In Punta di Piedi”, il documento sull’importanza di sostenere i genitori nei primi 1000 giorni di vita
Realizzato dal Centro per la Salute delle Bambine e dei Bambini, con la collaborazione di esperti, il documento sottolinea la necessità di superare la frammentazione dei servizi, creando una rete coordinata di sostegno ai genitori (e dunque al bambino) nel periodo che va dalla gravidanza ai primi due anni. L’obiettivo è “rendere le nostre comunità locali consapevoli e capaci di offrire opportunità di sostegno all’esperienza genitoriale”. IL DOCUMENTO
07 MAR - “Come può essere offerto a tutti i neogenitori, senza distinzione, un accompagnamento finalizzato all’espressione e al sostegno della genitorialità responsiva in modo che ogni genitore si possa percepire competente e sia consapevole del proprio ruolo”? A questa domanda cerca di rispondere il documento “In Punta di Piedi”, realizzato a febbraio 2025 dal Centro per la Salute delle Bambine e dei Bambini (CSB) con la collaborazione di partner esperti, tra cui l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e diverse organizzazioni del settore sanitario, educativo e sociale. Questo lavoro nasce dall’esigenza di promuovere un sistema integrato di supporto alla genitorialità nei primi 1000 giorni di vita, il periodo che va dalla gravidanza ai primi due anni, fondamentale per lo sviluppo fisico, emotivo e cognitivo di bambine e bambini e per la creazione di un ambiente familiare sicuro e stimolante.

Infatti, si legge nel documento “nel periodo immediatamente successivo alla dimissione dal punto nascita e nei primi mesi dopo la nascita i genitori hanno bisogni che richiedono sostegno personalizzato e, in alcuni casi, interventi specifici e tempestivi, che non trovano nella maggioranza di casi alcuna risposta”. La mancanza di un sistema integrato a sostegno dei neogenitori si configura dunque come una criticità del nostro sistema di welfare e “questo stato di cose – si legge in un altro passaggio del documento - rischia di far perdere l’opportunità di vivere appieno un periodo cruciale dell’esperienza genitoriale. Si corre il rischio, inoltre, di far ricadere le conseguenze sui bambini e le bambine, che non ricevono quello a cui hanno pieno diritto in termini di cure responsive, opportunità di crescita e sviluppo, con ripercussioni su tutto l’arco della vita”.

“In Punta di Piedi” si propone, dunque, di “affrontare questa tematica a partire da una rassegna delle prove e delle esperienze disponibili sia a livello italiano che internazionale, e di indicare su questa base i contorni di un programma di accoglienza e accompagnamento ai neo genitori che, adottando un approccio universale, multiprofessionale e multisettoriale, possa rendere le nostre comunità locali consapevoli e capaci di offrire opportunità di sostegno all’esperienza genitoriale”.

Uno dei principali obiettivi del documento è promuovere un approccio universalistico progressivo, già presente nel Nurturing Care Framework, basato sulla prossimità e sulla collaborazione multiprofessionale tra servizi sanitari, sociali ed educativi, promuovendo l’equità nell’accesso alle opportunità di salute per tutte le famiglie. L’iniziativa mira a superare la frammentazione dei servizi esistenti, creando una rete coordinata di sostegno a tutti i genitori, con particolare attenzione alle famiglie più vulnerabili che spesso non riescono ad accedere ai servizi tradizionali.

Attraverso incontri individuali e visite domiciliari, l’obiettivo è garantire un accompagnamento centrato sui bisogni delle famiglie. Le visite domiciliari, già adottate con successo in diversi Paesi e raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’UNICEF, permettono di offrire un supporto personalizzato, rafforzare il legame tra i genitori e con i propri figli e migliorare le competenze genitoriali.

“Le evidenze disponibili – spiega una nota che annuncia il documento - dimostrano che programmi di home visiting, ovvero visite domiciliari condotte da personale dedicato, possono avere un impatto significativo sulla salute materno-infantile. Tra i benefici documentati vi sono il miglioramento delle competenze genitoriali, l’aumento del tasso di allattamento, la riduzione del rischio di depressione postpartum e la promozione dello sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino”.

Tuttavia, affinché questi interventi siano efficaci, è essenziale garantire:
• personale qualificato e formato su aspetti chiave della salute materno-infantile, del Nurturing Care Framework e del sostegno alla genitorialità
• un approccio personalizzato e non stigmatizzante, che rispetti le diverse realtà familiari
• un’integrazione tra servizi sanitari, sociali ed educativi per creare un sistema di supporto coeso e accessibile a tutte le famiglie.

Il documento si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle pratiche di home visiting a livello europeo, condotta dall’OMS e dall’UNICEF, che evidenzia l’importanza di investire in modelli precoci e preventivi. L’obiettivo finale è rendere le comunità più accoglienti e capaci di sostenere i neogenitori, garantendo a tutti i bambini e le bambine un inizio di vita sereno e ricco di opportunità.
07 marzo 2025
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