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Carenza farmaci. Survey dei farmacisti europei: “Situazione stagnante, in alcuni Paesi problemi riguardano oltre 1.000 farmaci”
Il fenomeno riguarda ogni classe di medicinali, ma le carenze sono più diffuse per gli antibiotici e quelli per il sistema cardiovascolare. La situazione crea angoscia e disagio nei pazienti, ma anche nei farmacisti, costretti a dedicare in media 11 ore alla settimana ad affrontare il problema (erano 6,6 nel 2019). Per i cittadini anche problemi di salute, per l’interruzione del trattamento o conseguenza della sostituzione del farmaco prescritto con uno disponibile. LA SURVEY
31 GEN - Il fenomeno delle carenze di medicinali nelle farmacie territoriali continua a creare problemi ai farmacisti ma soprattutto ai cittadini. A dirlo è un sondaggio condotto dal Pgeu, l’associazione europea dei farmacisti, tra il 20 novembre 2024 e il 24 gennaio 2025 in 28 Paesi (compresa l‘Italia), tutti alle prese con le carenze di medicinali negli ultimi 12 mesi. Nella maggior parte dei Paesi (61%) la situazione appare stagnante, senza miglioramenti rispetto ai precedenti 12 mesi; nel 18% dei Paesi è addirittura peggiorata, mentre nel 21% dei Paesi qualche miglioramento c’è stato. Ma per meglio comprendere l’entità del fenomeno, va sottolineato che nelle farmacie del 21% dei paesi rispondenti la carenza riguarda tra 200 e 400 o meno di 200, fino all’11% dei Paesi che segnala un record di oltre 1.000 carenze alla fine del 2024. Il 64% dei paesi intervistati (18) ha riscontrato anche carenze di dispositivi medici (in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, 69%).

Le carenze riguardano praticamente ogni classe di medicinali, ma le carenze maggiori si verificano con gli antinfettivi per uso sistemico (come gli antibiotici) e i medicinali per il sistema cardiovascolare, riscontrate nel 96% dei paesi intervistati.

Le conseguenze di questa situazione sono presto dette. I farmacisti di tutti i Paesi intervistati hanno riportato che a causa della carenza di medicinali i pazienti hanno provato angoscia e disagio, le risposte raccolte nell’82% dei paesi intervistati ha riferito che la carenza ha portato all’interruzione del trattamento, il 61% che ha causato un aumento dei pagamenti da parte del cittadino (risultato di alternative più costose/non rimborsate) e una minore fiducia nelle farmacie e nel sistema sanitario. Per il 57% dei Paesi rispondenti il trattamento alternativo è stato non ottimale o ha avuto un’efficacia inferiore, il 46% ha riportato errori di somministrazione dei farmaci causati dall'assunzione di un nuovo farmaco e il 32% eventi avversi/maggiore tossicità/profilo di sicurezza peggiore.

Anche per il farmacista i disagi sono pesanti, da una parte, come osservato, il fenomeno mina la fiducia dei cittadini nelle farmacie, inoltre trovare soluzioni richiede moltissimo tempo. Dal sondaggio emerge che le farmacie dei Paesi hanno in media dedicato quasi 11 ore alla settimana ad affrontare le carenze di medicinali, un aumento notevole rispetto agli anni precedenti (6,6 nel 2019). Inoltre bisogna considerare che il tempo medio impiegato a settimana, per farmacia, per gestire la carenza di medicinali varia nei diversi Paesi, arrivando a toccare punte di 40 ore. “Questa notevole richiesta di tempo distoglie risorse da altri servizi sanitari critici, ma rimane essenziale per garantire che i pazienti ricevano le cure di cui hanno bisogno”, sottolinea il Pgeu nella nota di commento che accompagna i dati. Gli sforzi dei farmacisti per mitigare l'impatto delle carenze includono la consulenza ai pazienti sulle alternative disponibili, l'approvvigionamento e l'acquisto di medicinali alternativi, la collaborazione con i medici prescrittori per identificare opzioni idonee e la negoziazione del rimborso con le agenzie di pagamento per i trattamenti alternativi.

Dalla suvery emerge, inoltre, come in un paese ogni 2 che hanno risposto siano attivi sistemi di segnalazione delle carenze che possono essere utilizzati dai farmacisti territoriali. Nel 2024, un terzo dei paesi europei ha però emanato una legislazione che garantisce ai farmacisti maggiore flessibilità contro la carenza di medicinali, ad esempio attraverso l'adeguamento dei dosaggi e delle formulazioni, la preparazione dei medicinali e l'esecuzione di sostituzioni terapeutiche. Inoltre, il 20% dei paesi sta attivamente sviluppando iniziative legislative per estendere ulteriormente le responsabilità dei farmacisti, consentendo loro di gestire le carenze in modo più efficace ed espandere il loro ambito di pratica.

“Abbiamo raggiunto una situazione di stallo che è inaccettabile per pazienti, farmacisti e medici prescrittori”, dichiara Clare Fitzell, Presidente di Pgeu. “Dietro ogni carenza di medicinali c'è un paziente ansioso e il suo farmacista diligente che cerca di cercare alternative e soluzioni. Alcuni paesi hanno facilitato i farmacisti attraverso il loro quadro giuridico per trovare una gamma più ampia di soluzioni per i pazienti, come la sostituzione generica e la sostituzione terapeutica, che fornisce una soluzione più tempestiva per i pazienti e sfrutta l'esperienza del farmacista. Questa è una delle misure importanti che abbiamo proposto tra le misure proattive per affrontare le carenze di medicinali".

“I farmacisti – ha sottolineato Fitzell - possono fare molto di più se vengono forniti loro gli strumenti, le opportunità e le risorse necessarie. Ciò richiede maggiore trasparenza e condivisione delle informazioni lungo la catena di fornitura; solidi meccanismi di segnalazione; competenze professionali migliorate; e misure finanziarie per compensare l'impatto economico sulle farmacie. Le iniziative in corso a livello UE rappresentano un'opportunità fondamentale per rafforzare la resilienza della catena di fornitura dei medicinali. Esortiamo le istituzioni e le agenzie europee a promuovere rapidamente politiche che garantiscano la fornitura sicura e affidabile di medicinali per tutti i cittadini europei. Attendiamo con ansia i progressi nella riforma della legislazione farmaceutica generale dell'UE, il lavoro dell'Agenzia europea per i medicinali e l'adozione del Critical Medicines Act”, ha concluso la presidente di Pgeu.
31 gennaio 2025
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