Nonostante negli ultimi mesi del 2024 la crescita della spesa farmaceutica per gli acquisti diretti dei medicinali da parte delle Regioni abbia registrato una frenata, si segnala uno scostamento di 3,640 miliardi conto i 3,278 del 2023, pari all’11% del Fondo sanitario nazionale (Fsn) contro l’8,3% del tetto di spesa programmato. Un dato sicuramente migliore rispetto allo sforamento di circa 4,4 miliardi previsto da osservatori esterni all’Aifa proiettando su base annua i dati del primo semestre e che rappresenta una crescita dell’1,5% rispetto al 10,5% del Fsn raggiunto lo scorso anno. Considerando anche lo spostamento di diversi medicinali dal Fondo per gli innovativi a quello degli acquisti diretti il trend di spesa è comunque in linea con quello degli anni precedenti e con quelli rilevati in tutti i Paesi avanzati, sottolinea l'Agenzia.
I dati si ricavano dal “Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale gennaio-dicembre 2024” approvato dal Cda dell’Agenzia del 29 aprile e pubblicato sul portale dell’AIFA. Lo stesso documento, pur tenendo ancora conto della provvisorietà di alcuni dati regionali, evidenza anche una notevole divaricazione della spesa a livello di singole Regioni, con una percentuale rispetto ai singoli fondi sanitari regionali che varia dal 9,18% della Lombardia al 13,12% della Campania. Sotto al 10% del Fsr si collocano, oltre alla Lombardia, anche Valle D’Aosta e Trento, mentre superano la soglia del 12%, oltre alla Campania, anche Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Abruzzo.
I consumi, espressi in numero di ricette (575,6 milioni di ricette), mostrano un aumento (+1,3%) rispetto al 2023; anche l’incidenza del ticket totale mostra un lieve incremento (+1,4%) che tocca quota 1,5 mld. Per quanto concerne le dosi giornaliere dispensate, mostrano un lieve aumento rispetto allo stesso periodo del 2023 (+1,2%, pari a 287,1 milioni).
Per i medicinali innovativi, la spesa stimata per le sole indicazioni innovative per il periodo Gennaio-Dicembre 2024 al netto dei Payback è pari a 819,8 milioni di Euro. Tale spesa è interamente coperta dal fondo (1.300 mln di euro).
“L’andamento della spesa farmaceutica pubblica in Italia conferma il trend di crescita che rileviamo in tutti i Paesi avanzati e che sconta i costi sempre crescenti dell’innovazione”, afferma il Direttore Tecnico Scientifico di Aifa, Pierluigi Russo. “Come Agenzia stiamo utilizzando tutti gli strumenti per contenerne quest’aumento, velocizzando l’immissione in commercio di nuovi e meno costosi generici e rinegoziando il prezzo dei medicinali più datati, ma è chiaro che ciò non basta. E’ forse giunto il momento - aggiunge - di rivedere l’intero sistema di governance della farmaceutica basato su tetti di spesa che risentono di una impostazione ancorata al criterio della spesa storica, senza considerare che l’innovazione farmaceutica consente non solo di produrre risparmi in sanità ma anche in termini di spesa per i servizi sociali, per non parlare dei vantaggi in termini di produttività derivanti da una popolazione più sana. Considerando il passaggio di diversi farmaci dal fondo per gli innovativi a quello per gli acquisti diretti il trend di questa voce di spesa risulta in linea con quello degli anni precedenti, che indica una crescita difficilmente comprimibile, sia per effetto dell’invecchiamento della popolazione che per l’aumento dei farmaci innovativi resi disponibili dalla ricerca”, commenta il Direttore Tecnico Scientifico di Aifa, sottolineando che “le forti divergenze regionali in termini sia di spesa che di consumi pongono però anche un problema di governance a livello territoriale, che passa per l’attivazione di corretti percorsi diagnostici e di cura, l’appropriatezza prescrittiva e l’abbattimento delle liste d’attesa, che costringono i medici a cautelarsi prescrivendo farmaci in attesa di poter fare diagnosi che richiederebbero accertamenti eseguiti in tempi più ragionevoli”.