Farmaci. OsMed: in continuo aumento il consumo anche fra i bambini: 2,2 a testa nel 2023. Cresce del 30% l'uso di antibiotici
Nel corso del 2023 ben 4,4 milioni di bambini e adolescenti hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica, pari al 48,6% della popolazione pediatrica italiana, con una prevalenza leggermente superiore nei maschi rispetto alle femmine (49,1% vs 47,6%)
12 NOV - Quanti farmaci assumono i bambini italiani? Se nel corso del 2023 ben 4,4 milioni di bambini e adolescenti hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica, pari al 48,6% della popolazione pediatrica italiana, con una prevalenza leggermente superiore nei maschi rispetto alle femmine (49,1% vs 47,6%), nello stesso anno sono state effettuate 19,3 milioni di prescrizioni, per un totale di 19,6 milioni di confezioni (2,2 confezioni pro capite) e una spesa di 258,5 milioni di euro (28,5 euro pro capite e 58,6 euro per utilizzatore). Come per gli anni precedenti, anche nel 2023 si osserva un
incremento dei consumi in termini sia di prescrizioni (+13,9%) e di confezioni (+12,9%) che della spesa pro capite (+6,7%), mentre la spesa per utilizzatore si riduce leggermente (-1,2%). Come dire che nel corso dell’anno ogni bambino ha ricevuto
in media 2 prescrizioni e 2,2 confezioni di farmaci, senza sostanziali differenze tra maschi e femmine. Gli
antiinfettivi per uso sistemico sono i farmaci a maggior consumo (45,2% del totale delle confezioni prescritte nella popolazione pediatrica italiana), con un aumento del
30% rispetto allo scorso anno, seguiti dai farmaci dell’apparato respiratorio (24,5%). E' quanto emerge dal nuovo rapporto OsMed di Aifa, presentato oggi a Roma.
Quello del consumo di antibiotici in Italia, anche fra i bambini “è un tema complesso, nei confronti del quale serve un cambio di paradigma - ha sottolineato il presidente di Aifa,
Robert Nisticò - perché anche se è vero che c'è una prescrizione a volte inappropriata, magari su insistenza delle mamme, l'abuso di antibiotici è un problema globale che impone risposte globali. Noi dobbiamo fare la nostra parte, e a breve partirà una campagna di comunicazione su questo tema, ma l'azione deve essere di tutti i Paesi perché i superbatteri resistenti ai farmaci non hanno confini”.
A livello regionale si riscontra una marcata variabilità nel ricorso ai farmaci in età pediatrica, con un gradiente crescente Nord-Sud nella prevalenza d’uso; in particolare il livello di prevalenza varia da un minimo del 39% nella PA di Bolzano a un massimo del 57% nelle Marche e in Abruzzo. La prevalenza d’uso registra un picco nella fascia di età prescolare (1-5 anni) (66,3%), per poi diminuire progressivamente negli anni successivi fino a raggiungere il valore del 38,2% nella fascia di età 12-17 anni. Analogo andamento per età riguarda i consumi, con un valore di confezioni pro capite che passa da 3,1 nei bambini in età prescolare (1-5 anni) a 2,1 nei bambini in età scolare (6-11 anni) a 1,8 negli adolescenti (12-17 anni), con una tra[1]scurabile differenza per sesso: 2,3 confezioni per i maschi vs 2,0 confezioni per le femmine. Rispetto all’anno 2022, si registra un incremento delle confezioni pro capite sia nei maschi sia nelle femmine e si nota, analizzando le fasce di età, come l’aumento si concentri maggiormente nei bambini tra i 6 e gli 11 anni, mentre, al contrario degli anni precedenti, nel primo anno di vita del bambino nel 2023 si osserva una riduzione (-12,7%) dei
consumi.
Analizzando, invece, la distribuzione dei consumi per sesso, si evidenzia un maggiore utilizzo nei maschi rispetto alle femmine per tutte le categorie terapeutiche, ad eccezione dei farmaci per l’apparato genito-urinario e ormoni sessuali (femmine 65,5% vs maschi 34,5%), dei farmaci antineoplastici e immunomodulatori (femmine 62,1% vs maschi 37,9%), degli antiparassitari, insetticidi e repellenti (femmine 53,3% vs maschi 46,7%) e dei farmaci appartenenti alla categoria del sangue e organi emopoietici (femmine 50,3% vs maschi 49,7%). Gli antiinfettivi per uso sistemico si confermano la categoria terapeutica a maggiore consumo in età pediatrica, con una prevalenza di 482 per 1000 bambini e un numero di confezioni pari a 977,3 per 1000 bambini, in aumento del 29,9% rispetto al 2022, confermando la ripresa dei consumi di antibiotici già osservata nel 2022 (+53,3%), dopo il trend in riduzione degli anni precedenti (2021-2020: -4,0% e 2020-2019: -46%). Anche nel 2023 si conferma il pattern prescrittivo dell’anno precedente: l’associazione amoxicillina/acido clavulanico è stato il farmaco più prescritto della categoria (409,7 confezioni per 1000 bambini), in aumento del 45,4% rispetto al 2022, confermandosi anche al primo posto tra i 30 principi attivi a maggior consumo nel 2023. Segue l’amoxicillina da sola (149,8 confezioni per 1000 bambini, +27,7% rispetto al 2022), antibiotico di prima scelta nel trattamento delle infezioni pediatriche più comuni secondo le linee guida (e pertanto da preferirsi rispetto all’associazione con acido clavulanico), che si colloca al secondo posto nella classifica dei primi 30 principi attivi per consumo; all’interno della categoria seguono al quarto posto la cefixima, una cefalosporina di terza generazione, con 123,3 confezioni per 1000 bambini (+36,1% rispetto al 2022), e al sesto posto l’azitromicina, con 100,2 confezioni per 1000 bambini (+8,7% rispetto al 2022).