10 DIC - Attacco durissimo di Farmindustria al documento con le linee guida per la nuova governance del settore. Una bocciatura che era nell’aria visti anche i rapporti tiepidissimi che hanno caratterizzato l’industria e il Ministero della Salute a guida pentastallata in questi primi sei mesi di governo. Come non ricordare per esempio l’assenza del Ministro all’assise di Farmindustria di quest’estate. Ma detto ciò il giudizio delle aziende oggi dopo che il documento è stato presentato è stato di una sonora bocciatura. In primis sui risparmi possibili (2mld) annunciati dal Ministro della Salute,
Giulia Grillo.
“Credo che siano numeri che non esistono, perché la spesa farmaceutica convenzionata è composta per più del 90% da medicinali a brevetto scaduto e, se sono già a brevetto scaduto e lo Stato rimborsa il prezzo più basso, non vedo dove si possano produrre risparmi. Contare su questi soldi è un'utopia". Ha affermato all'
AdnKronos il presidente di Farmindustria,
Massimo Scaccabarozzi.
"Piuttosto - indica - spero si abbia il coraggio di riversare sulla spesa diretta le centinaia di milioni di euro che avanzano dalla convenzionata ogni anno, per avere più accesso ai farmaci. Diversamente i risparmi non si avranno, per il motivo che ho spiegato. Il mio consiglio è di non contarci".
Quanto al documento il presidente ha sottolineato come “non che non mi aspettassi alcune posizioni, ma parlare di farmaci a brevetto a scaduto e coperti da brevetto, dicendo che sono tutti uguali, va contro la scienza e contro la ricerca. Questo mi dispiace soprattutto per i malati italiani, perché significa dire che la ricerca non è servita a nulla. Invece, credo sia di importanza vitale che si producano anche piccole differenze" fra le varie terapie "perché anche i malati sono diversi fra loro e hanno bisogno di farmaci che vadano bene per loro".
"Quello presentato oggi è un documento di indirizzo - ricorda Scaccabarozzi - quindi significa che ci sono margini di discussione e mi auguro, anche da cittadino, che ci sia anche il margine per inserire un po' di scientificità, aprendo un tavolo di confronto anche con i medici che devono poi fare diagnosi e prescrivere le terapie. Ma temo quando si arriva a dire che i farmaci sono tutti uguali. L'industria non è mai stata contro il concetto di equivalenza terapeutica, anzi, ma solo quando è dimostrato scientificamente. Altrimenti è la negazione della scienza e della ricerca. Non si può dire che due medicinali sono uguali solo perché appartengono a una stessa categoria".
Scaccabarozzi ha però ringraziato il ministro per aver dichiarato di voler arrivare a un accordo sul pregresso legato al payback. "Noi siamo pronti – ha detto - perché i ricorsi al Tar non sono stati fatti per partito preso, ma perché i conti erano sbagliati e accolgo con piacere la dichiarazione del ministro: se è anche la sua volontà, questa fa match con la nostra. Se ci saranno dati i numeri sorretti, dobbiamo pagare perché lo dice la legge, ma non a fronte di numeri sbagliati. Se ci sediamo a un tavolo possiamo trovare una soluzione insieme per chiudere questo periodo spiacevole e ripartire con un sistema nuovo e più semplice. Noi lo chiediamo dal 2014”.