Il 25 settembre si celebra la Giornata internazionale del Farmacista, quest’anno incentrata sul contributo della Professione per la costruzione di comunità più sane in tutto il mondo, come recita lo slogan scelto per l’edizione 2024 “Farmacisti: protagonisti nelle esigenze sanitarie globali” (“Pharmacists: Meeting global health needs”).
“Il riconoscimento della centralità del nostro ruolo all’interno del servizio sanitario, conquistato dai farmacisti con la dedizione di tutti i giorni e con il lavoro straordinario di questi ultimi anni - commenta il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), Andrea Mandelli, viene - con grande orgoglio - rimarcato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la nostra capacità di soddisfare i bisogni sanitari e sociali delle persone, e di rispondere alle sfide sanitarie più urgenti che comprendono l'accesso equo all’assistenza e alle cure, la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, la resistenza antimicrobica, la crisi climatica, la sostenibilità dei sistemi sanitari. Priorità essenziali a tutela del diritto fondamentale alla salute che deve essere garantito a tutti i cittadini e che può contare sulla professionalità di un’intera categoria, quotidianamente impegnata nella ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci, nel supporto clinico per l’ottimizzazione delle cure, negli interventi di prevenzione e diagnosi precoce, passando per le fondamentali attività di dispensazione dei medicinali e di educazione al loro corretto utilizzo. Senza dimenticare l’impegno in favore della sostenibilità ambientale che costituisce uno dei capisaldi della politica federale a tutela delle generazioni presenti e future”.
“Nel processo in atto di trasformazione della sanità italiana - prosegue Mandelli - l’evoluzione del perimetro della professione di farmacista diviene sempre più strategica nel suo essenziale e insostituibile ruolo di porta d'ingresso del Servizio sanitario nazionale e di cerniera tra medico e cittadino. Una delle lezioni che ci ha lasciato in eredità la pandemia è, infatti, la necessità di realizzare un servizio sanitario capace di rispondere sul territorio ai bisogni di salute delle persone, anche con l’obiettivo di mettere in atto interventi capillari ed efficaci di prevenzione che rappresenta lo strumento principe per rendere davvero sostenibile la sanità, oggi e negli anni a venire”.
Secondo le stime dell’OMS, il carico delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte anche in Italia, con un impatto socioeconomico altrettanto pesante, e il 40% dei tumori, potrebbero essere evitati grazie alla prevenzione. E potrebbero essere evitati almeno 1,5 milioni di decessi con un’adeguata copertura vaccinale globale. Un monito anche per l’Italia, dove nella passata stagione invernale si è registrato un sensibile calo delle coperture sia per l’influenza, sia per il Covid, da parte delle categorie a rischio: gli anziani e le persone fragili.
“Oggi è del tutto evidente che gli interventi nell’ambito della prevenzione, volti da un lato a intercettare le persone sane ma potenzialmente a rischio, dall’altro ad aiutare i pazienti cronici a gestire la loro malattia nel modo più agevole possibile, costituiscono un investimento in salute e sicurezza sociale, oltre che un risparmio per le casse dello Stato. Ed è coerentemente con questi obiettivi di salute pubblica che continuano a rafforzarsi le prerogative dei farmacisti sul territorio - sempre nel quadro della necessaria sinergia con i medici di medicina generale e con gli altri professionisti sanitari -, e prosegue il percorso di evoluzione della Farmacia dei servizi, partito nel 2006 quando la Federazione con lungimiranza aveva prefigurato un modello di farmacia che potesse diventare a tutti gli effetti un presidio sociosanitario di prossimità, concretizzatosi poi con la legge n.69 del 2009 e il D. Lgs.153/2009, e riaffermato nel DM 77/2022 che riconosce il valore strategico dei farmacisti quale avamposto del servizio sanitario sul territorio. Dall’esecuzione dei test Covid in piena emergenza pandemica all’accelerazione data alle campagne vaccinali anti-Covid e antinfluenzale, fino ai nuovi servizi di diagnostica e di ricognizione farmacologica, e alla fondamentale attività di prevenzione cardiovascolare realizzata grazie alla telemedicina, i farmacisti hanno dimostrato di rappresentare un grande motore di prevenzione, primaria e secondaria, anche in chiave di supporto all’aderenza terapeutica. Come sempre accaduto nei nostri 800 anni di storia, la competenza e la professionalità del nostro operato sono la migliore garanzia della qualità delle prestazioni rese ai cittadini e della credibilità del nostro ruolo all’interno del sistema assistenziale e della nuova sanità di prossimità”.
“La telemedicina, l’intelligenza artificiale, le digital therapeutics - conclude il presidente FOFI - stanno radicalmente modificando l’approccio alla medicina e sempre di più orienteranno la diagnosi e la cura delle malattie e la stessa organizzazione del sistema sanitario. Su questi temi è altissima l’attenzione della Federazione e di tutta la comunità professionale per farsi trovare pronta dinanzi alle evoluzioni della sanità digitale, così come avvenuto durante il Covid quando i farmacisti hanno dato una forte spinta alla digitalizzazione per semplificare la dispensazione del farmaco e rafforzare la presa in carico sul territorio. Un terreno fertile che vogliamo coltivare nell’interesse primario di pazienti e cittadini, ai quali sarà possibile offrire un’assistenza sempre più personalizzata, e nell’ottica di rendere la professione ancora più attrattiva per le giovani generazioni che vedono nelle innovazioni tecnologiche un volano di crescita per la farmacia del futuro. In questa prospettiva, si mostra la vera capacità di evolversi dei farmacisti: un grande impegno condiviso per rimanere al passo con i tempi e continuare ad essere quella cerniera insostituibile fra il servizio sanitario e i cittadini, i cui bisogni mutano e si trasformano continuamente”.