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Farmacista Più al via. Mandelli: “Insieme per un progetto farmacia del futuro”. Schillaci: “In manovra misure per distribuzione capillare dei medicinali grazie a vostra presenza sul territorio”
Farmacista Più, sottolinea il ministro, rappresenta “un momento di approfondimento sul ruolo fondamentale che la rete delle farmacie occupa nel panorama sanitario nazionale. I cittadini vedono ormai nel farmacista un professionista qualificato del sistema sanitario a cui affidarsi”
19 OTT -

“Credo sia un dato di fatto ormai assodato che, anche sotto la spinta pandemica, le farmacie grazie a una diffusione capillare e alla presenza soprattutto in zone disagiate, sono diventate un punto di riferimento per la nostra popolazione che è sempre più anziana che cerca risposte vicino a casa, sul territorio. Nella manovra di bilancio presentata pochi giorni abbiamo dato attenzione alla necessità di incrementare i livelli di assistenza di prossimità con una norma che consente alle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale di dispensare farmaci fino ad oggi reperibili solo presso le farmacie ospedaliere. L’obiettivo è favorire la dispensazione capillare del farmaco a favore della collettività. Si stabilisce inoltre un nuovo modello di remunerazione a favore delle farmacie per la dispensazione del farmaco in regime di SSN, dando finalmente attuazione alla legge 135 del 7 agosto 2012”. A dirlo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha aperto oggi a Roma in collegamento da remoto i lavori del congresso dei farmacisti italiani, Farmacista Più, in corso fino al 21 ottobre a Roma.

Farmacista Più, sottolinea Schillaci, rappresenta “un momento di approfondimento sul ruolo fondamentale che la rete delle farmacie occupa nel panorama sanitario nazionale. I cittadini vedono ormai nel farmacista un professionista qualificato del sistema sanitario a cui affidarsi per affrontare al meglio il percorso di cura e tenere sotto controllo le proprie patologie. Ed è anche più evidente come la farmacia, caratterizzata da un forte profilo territoriale, ha dato e può dare risposte efficaci a questi crescenti bisogni. Nell’ambito della riforma delle cure primarie diventa strategico il ruolo che la farmacia dei servizi può ricoprire contribuendo a una presa in carico delle cronicità in una logica collaborativa con gli altri professionisti sanitari. E può farlo attraverso le analisi di prima istanza, tra cui i servizi di Telemedicina, che danno la possibilità di individuare precocemente patologie rispetto alle quali un intervento tempestivo e risolutorio. Funzioni che possono, inoltre, favorire il processo di deospedalizzazione della sanità, riducendo il ricorso inappropriato alle strutture sanitarie, un’inappropriatezza che drena risorse economiche che potremmo utilizzare per rendere più efficace tutto il nostro sistema”.

“Ma sono diverse – ha proseguito Schillaci - le attività in cui siete impegnati quotidianamente che mostrano gli aspetti di prossimità delle farmacie. Penso, ad esempio, alla possibilità di prenotare prestazioni specialistiche. Un servizio che dimostra capacità di essere vicino a quanti, come gli anziani, non hanno a volte una vera familiarità con le nuove tecnologie. Risulta, dunque, evidente come in Italia si punti molto sul sistema delle farmacie e sulla loro capacità di sapersi rinnovare, adattandosi ai maggiori e diversi bisogni di salute della collettività. Io credo che anche questi siano segnali di una politica che intende mantenere l’impegno di ridisegnare un servizio sanitario nazionale che sia davvero vicino al cittadino. Prima di concludere, voglio esprimere il mio apprezzamento per il supporto che avete dato e continuate a dare al Servizio Sanitario e per la accresciuta consapevolezza dei nuovi compiti che siete chiamati a svolgere. Mi riferisco in particolare al contributo che avete dato e continuerete a dare alla campagna di vaccinazione che abbiamo recentemente ripreso e per aver aderito con entusiasmo ai corsi di formazione organizzati dall’Istituto superiore di Sanità per gli operatori sanitari impegnati in questo campo. Nel 2023 risultano iscritti 4.359 farmacisti, che vanno ad aggiungersi ai già 36.979 che si sono formati tra il 2020 e il 2022. Numeri che dimostrano volontà di rafforzare le proprie competenze per continuare ad offrire i migliori servizi al cittadino”.

Presente il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato: “E’ evidente – ha sottolineato - che il ruolo della farmacia è un concetto ricorrente, grazie allo sviluppo che la farmacia dei servizi ha avuto in questi anni, erogando prestazioni di sanità territoriale. Oggi con il PNRR e le 1.350 case di comunità previste con i professionisti sanitari all’interno, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, e appunto le farmacie, avremo un’articolazione completa e un’offerta adeguata sul territorio, sfruttando la telemedicina e la rete di prossimità che vede un camice bianco e una croce verde vicino a ciascuno di noi. Sicuramente la farmacia deve essere una diramazione del SSN da un lato, ma dall’altro può e deve tornare ad essere anche un centro di erogazione di farmaci, che possa facilitare l’accesso alle cure. Molti farmaci approvati di recente richiedono una enorme attenzione alla compliance terapeutica, ma essendo distribuiti nelle farmacie ospedaliere, che ringrazio per il loro lavoro, sono però difficilmente accessibili perché queste farmacie sono mal distribuite. Questo comporta un alto costo sociale per i cittadini. La legge di bilancio, che è anche intervenuta sui due silos di spesa farmaceutica, ha affrontato questo aspetto. Renderemo così il farmaco maggiormente accessibile ai cittadini”.

Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), ha ricordato gli anni in cui “siamo stati chiamati per dar vita a un progetto di riforma della farmacia italiana. Abbiamo preparato un testo e abbiamo realizzato fino a oggi tutto quello che prevedeva. Vogliamo ora aprire una riflessione con tutte le componenti della categoria per scrivere un progetto per i prossimi 20 anni. E lo faremo entro la fine dell’anno, per guardare al futuro con fiducia, memori dei nostri 800 anni di storia. Tante sono le lezioni che ci ha lasciato la pandemia, in quel disastro abbiamo sempre avuto la certezza che il SSN ci avrebbe dato una mano a uscire dai guai. Però il tema è che in questo momento dobbiamo riflettere su come ripensarlo, con un finanziamento importante anche se se ne vorrebbe sempre di più e abbiamo capito quando è importante investire nella nostra salute. Con davanti agli occhi il tema dell’invecchiamento della popolazione e della natalità. Abbiamo una gran domanda di salute, su internet troviamo di tutto, ed è un altro scenario da tenere in mente in questo progetto ambizioso. Abbiamo l’innovazione scientifica, della quale ormai quasi non ci stupiamo più, pensiamo alla svolta dei vaccini Covid-19 che sono arrivati in tempo record: un altro motore su cui riflettere. C’è anche un dato importante: il Fondo sanitario è di 136 miliardi e cresce di un miliardo l’anno, ma dobbiamo tenere presente anche la spesa che gli italiani sostengono di tasca loro, circa 41 miliardi, che fa capire quanta economia c’è in questo settore. Abbiamo la sfida della sanità digitale, la rivoluzione delle terapie digitali, dell’intelligenza artificiale che dobbiamo governare, la telemedicina. Abbiamo una riforma del percorso di Laurea e fra 5 anni avremo i nuovi laureati che avranno una visione diversa della sanità e saranno collocati al meglio in questo settore e dobbiamo dire che i farmacisti italiani sono sempre pronti a formarsi e ad aggiornarsi al meglio. Importanti anche i tempi come l’accordo di filiera, il tema delle parafarmacie e il ruolo degli Ordini, sui quali ci confronteremo in questi giorni di congresso”.

Il presidente di Utifar, Eugenio Leopardi, ricorda come “10 anni fa quello che stiamo vivendo era inimmaginabile, prima fra tutti la vaccinazione in farmacia. Il ministro ha riconosciuto tutto questo, una realtà che è stata trasformata in norme grazie al lavoro degli organismi di categoria. Sono tanti i colleghi che si sono voluti avvicinare a questo servizio nel nome dell’innovazione della professione del farmacista, ma anche per dare nuovi servizi al cittadino, per stargli vicino e far sì che venga a trovarci per un contatto umano e un avvicinamento alla parola del professionista, che può scoprire quel problema in più e orientare la persona a eventuali approfondimenti”.

Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò: “Questi 10 anni vissuti insieme hanno rappresentato lo specchio nel quale si sono riflesse le variabili numerose che hanno accompagnato e indirizzato il lavoro della Fofi e di tutti gli organismi rappresentativi della professione. Parleremo di tanti argomenti, ma soprattutto della riconversione culturale che deve esserci per mantenere il ruolo e la funzione del farmacista, legati allo scenario e al contesto sociale, economico, politico ed etico in cui ci troviamo ad operare. Il tutto accanto alle Istituzioni per preservare il nostro SSN, cifra distintiva della nostra democrazia”.

Per Marco Cossolo, presidente di Federfarma “bisogna progettare i prossimi 20 anni. La farmacia dei servizi è un concetto che ci ha portati fino a qui e vorrei che fosse superata ma che i servizi fossero uno strumento per dare un ruolo nuovo alla farmacia di comunità. La mia proposta per i prossimi 20 anni è che i servizi siano questo, al servizio del cittadino. Dobbiamo puntare sulla telemedicina per agire come de-moltiplicatore della domanda di salute e contribuire a monitorare le terapie che vengono prescritte ai pazienti e l’andamento delle patologie. La farmacia è un soggetto che accompagna al proprio domicilio il paziente, misurando i KPI e restituendoli al sistema. Sarà un percorso che faremo tutti insieme, e sarà di successo proprio perché sarà fatto tutti insieme, come un unico interlocutore”.

Rocco Bellantone, commissario dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ha ricordato come “quando ero Preside di Facoltà mi venne in mente di creare un corso di Laurea in farmacia in un momento non d’oro, ma mi appassionai al quadro che usciva guardando paesi più avanti del nostro: la figura del farmacista, lì, non corrispondeva più ai vecchi corsi di Laurea, e creammo un corso che poi ha dato molte soddisfazioni, sconvolgendo i piani di studio per quanto le regole ministeriali permettevano. Ma l’umanità è l’aspetto che, oltre a tutto ciò che è già stato detto, il farmacista detiene. Tutti i cittadini hanno una farmacia di riferimento ed è il posto dove possono cominciare a imparare rudimenti di educazione sanitaria che scarseggiano nel nostro Paese. E qui si può cominciare a intervenire anche per far smettere le persone di fumare, di bere troppo, di mangiare male. Queste battaglie le vinceremmo molto meglio iniziando dalle scuole e l’Iss lancerà una campagna diretta proprio agli alunni sui buoni stili di vita. E oltre le scuole, questi filmati andrebbero in modo magnifico anche nelle farmacie”.

Per Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, “dobbiamo andare fieri del nostro sistema sanitario nazionale, la qualità delle persone in primis è elemento essenziale che ci fa stare tranquilli nel momento in cui sentiamo parlare di crisi del SSN. Io credo che abbiamo degli asset straordinari su cui si può non ricostruire, ma adeguare, termine usato dal capo dello Stato Mattarella. Dobbiamo adeguare il nostro sistema alle nuove sfide, ed è chiaro che questo è un sistema costruito sugli ospedali, i pilastri storici su cui nel 1978 è nato il SSN anche se l’idea era andare sul territorio. Dobbiamo riequilibrare la rete ospedaliera ma la vera sfida va vissuta nella prossimità del paziente e quanto più possibile a livello domiciliare, oltre che sul territorio. Dobbiamo rispondere ai bisogni delle persone con una rete molto più capillare di quella che abbiamo avuto finora e per fare questa possiamo usare la nostra rete più capillare in assoluto, che è la farmacia. Il progetto della farmacia dei servizi ha confermato il ruolo di questi professionisti anche come strumento di sanità pubblica e dobbiamo riprendere quella sperimentazione, che penso vada conclusa, per passare da una sperimentazione a un definitivo inserimento della farmacia all’interno di questo sistema”.

Secondo Achille Iachino, direttore generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute, “il farmacista si qualifica sempre di più come professionista in grado di dare un supporto qualificato al paziente, anche in funzione della grande spinta di nuove tecnologie ed innovazione in vista. E’ una sfida che riguarda anche l’uso di internet, e pensiamo che il ministero della Salute ogni anno oscura con l’aiuto del Nas dei Carabinieri circa 200 siti web. Tutto ciò che è tecnologia e sviluppo delle modalità con cui la prestazione sanitaria può essere erogata lo dobbiamo governare e non subire. Se la scienza consente di semplificare i processi con un sistema a rete, che mette insieme i professionisti, possiamo realizzare in concreto quel concetto di prossimità, che significa farci sentire vicini ai pazienti. Ogni anno in questo consesso assistiamo alla crescita della figura del farmacista e sono convinto che il prossimo anno ci rivedremo con una altrettanto importante crescita”.

Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, ha fatto sapere che “stiamo costruendo un modello territoriale basato sulla telemedicina e il tele-monitoraggio, abbiamo previsto con i fondi del PNRR per le 6.000 farmacie rurali e con tutte le farmacie per fare questo tipo di attività. Eppure ci sono dei contesti in cui si trova freddezza nei confronti di questo investimento organizzativo, culturale, tecnologico che ci porterà a essere uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. Ma se c’è un contesto dove c’è entusiasmo è quello della farmacia: il farmacista è diventato un punto di riferimento del cittadino e nel progetto che stiamo disegnando se c’è una cosa che esiste e che diamo per scontata è la farmacia dei servizi. Ieri è partito in Agenas per andare a definire il modello organizzativo della casa di comunità e una volta finito andremo a interloquire con i farmacisti, ma sono che voi già ci siete”.

Mariella Mainolfi, direttore generale delle Professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale del ministero della Salute, ha ricordato come “siamo aperti a proposte che emergano da incontri come questo. Occorre capire come i professionisti possano collaborare nella maniera più efficace superando la rigidità dei profili e lavorando sulle competenze: ovvio che ogni professione ha il suo ruolo, la sua formazione e tradizione, ma oggi è il tempo maturo per riflettere sulle competenze, perché non sempre si può scrivere un profilo per legge e andare avanti con rigidità. Se ci aspettiamo dei risultati concreti e dobbiamo rispondere a bisogni di salute complessi, se le professioni collaborano non si sovrappongono, interagiscono, sarà un’evoluzione culturale, anche se non facile”.

19 ottobre 2023
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