Cronache
Ubaldi (Genera): “Meno bambini e in età più avanzata, sostenere coppie infertili con accesso a PMA”
21 OTT - “La fotografia scattata dall’Istat è ormai una periodica e preoccupante conferma di un trend che va peggiorando e che vede decine di migliaia di bambini nati in meno di anno in anno. E coppie sempre più avanti con l’età che generano un solo figlio. L’Italia ha bisogno, per il suo stesso sostentamento e benessere, di dare subito uno svolta alla politica di sostegno alle famiglie, ma anche alle coppie con problemi di infertilità che sono alla ricerca di un gravidanza e, per esempio, attendono l’aggiornamento delle tariffe Lea per un accesso omogeneo in tutta Italia alla Procreazione medicalmente assistita (PMA), che può rappresentare un volano per ottenere nuove nascite nel nostro Paese”. A sottolinearlo, commentando gli ultimi dati Istat che segnano un nuovo record negativo delle nascite in Italia, è Filippo Maria Ubaldi, direttore scientifico del gruppo Genera e membro del tavolo tecnico del ministero della Salute sulle tematiche relative alla PMA.
“L'infertilità – ricorda Ubaldi – è stata riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come una vera e propria patologia che si diagnostica con l'assenza di concepimento dopo 12 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti. Una condizione che in Italia riguarda circa il 15-20% delle coppie. Hanno tutto il diritto di avere la possibilità di curarsi vicino casa, senza viaggi della speranza in altre Regioni o persino all’estero. Un altro dato allarmante è l’aumento dell’età in cui le donne cercano una gravidanza: sempre più tardi, a causa della grande incertezza sociale legata a questo complesso momento storico. Tutto ciò si unisce alla necessità di sensibilizzare in ogni sede possibile i giovani sull’importanza di proteggere la propria fertilità con stili di vita sani, ricordando che la finestra riproduttiva non è infinita, un concetto che non ha ancora pervaso i nostri ragazzi. In sintesi, c’è bisogno di un’azione decisa che possa consentire di invertire questa preoccupante rotta, che non accenna a fermarsi e che anno dopo anno vede un’Italia sempre più a rischio spopolamento”.
21 ottobre 2024
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