Quotidiano della Federazione Ordini Farmacisti Italiani
Mercoledì 03 LUGLIO 2024
Flebinec Plus
Scienza e Farmaci
Insonnia bambino
Segui ilFarmacistaOnline
Scienza e Farmaci
Perdita dell’udito associata a cambiamenti nella microstruttura di alcune aree cerebrali
Uno studio USA ha rilevato un’associazione tra le perdita dell’udito e cambiamenti che si verificano a livello della microstruttura delle aree uditive del lobo temporale e delle aree della corteccia frontale coinvolte nell’elaborazione della parola e del linguaggio. Lo studio è stato pubblicato dal Journal of Alzheimer’s Disease.
22 NOV - La perdita dell’udito è associata a sottili cambiamenti che si verificano in diverse aree del cervello e che possono aumentare il rischio di demenza. È quanto emerge da uno studio pubblicato dal Journal of Alzheimer’s Disease e condotto da ricercatori dell’Università della California di San Diego e del Kaiser Permanente Washington Health Research Institute.

Il team di ricerca ha coinvolto 130 partecipanti, che sono stati sottoposti a test della soglia uditiva in visite cliniche di ricerca tra il 2003 e il 2005, e a scansioni di risonanza magnetica tra il 2014 e il 2016, circa dieci anni dopo.

Gli esami hanno evidenziato, in presenza di casi di ipoacusia, cambiamenti a livello della microstruttura delle aree uditive del lobo temporale e delle aree della corteccia frontale coinvolte nell’elaborazione della parola e del linguaggio, nonché delle aree coinvolte nella funzione esecutiva. La causa di questi cambiamenti – ipotizzano gli autori – sarebbe da ricondurre alla deprivazione sensoriale e al conseguente maggiore affaticamento del cervello per comprendere i suoni.

“Questi risultati suggeriscono che la compromissione dell’udito può portare a cambiamenti nelle aree cerebrali legate all’elaborazione dei suoni, così come nelle aree del cervello che sono legate all’attenzione – osserva Linda K. McEvoy, ricercatrice principale dello studio – Lo sforzo extra prodotto nel tentativo di comprendere i suoni può dare vita a cambiamenti nel cervello che portano ad un aumento del rischio di demenza”.

“I risultati dello studio sottolineano l’importanza di proteggere l’udito evitando l’esposizione prolungata a suoni forti, indossando protezioni quando necessario e riducendo l’uso di farmaci ototossici”, conclude la coautrice Emilie Reas.

Fonte: Journal of Alzheimer’s Disease 2023
22 novembre 2023
Ultimi articoli in Scienza e Farmaci
<
IlFarmacistaOnline.it
Quotidiano della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani: www.fofi.it
Direttore responsabile
Andrea Mandelli
Editore
QS Edizioni srl
contatti
P.I. P.I. 12298601001
Riproduzione riservata.
Copyright 2022 © QS Edizioni srl Srl. Tutti i diritti sono riservati | P.I. 12298601001