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Sanità digitale. Kluge (Oms Europa): “Siamo alla vigilia di una rivoluzione, evitare diseguaglianze”
"È tristemente ironico che le persone con competenze digitali limitate o inesistenti siano spesso quelle che possono trarre i maggiori vantaggi dagli strumenti e dagli interventi sanitari digitali, come gli anziani, i disabili o le comunità rurali. Affrontare questo squilibrio è necessario per la trasformazione digitale del settore sanitario. Abbiamo anche riscontrato che la pandemia Covid ha accelerato l'adozione di strumenti sanitari digitali, ma questa adozione è stata disomogenea", ha spiegato il direttore dell'Ufficio europeo dell'Oms.
06 SET -

"Siamo alla vigilia di una rivoluzione della salute digitale. E mentre corriamo verso questo futuro digitale, dobbiamo porci alcune domande importanti. I suoi benefici saranno inclusivi? I nostri dati saranno sicuri e protetti? Come influirà sul personale sanitario? È evidente che la sanità digitale è il presente e il futuro dei nostri sistemi sanitari, quindi dobbiamo assicurarci che non ci siano vincitori o vinti, che tutti ne beneficino e che nessuno venga lasciato indietro".

A chiederlo è il direttore dell'Ufficio europeo dell'Oms, Hans Henri Kluge, in occasione del `Symposium on the Future of Health Systems in a Digital Era in the European Region´ tenutosi fino a ieri a Porto

"Oggi l'Oms/Europa lancia un nuovo rapporto di riferimento sullo stato della salute digitale nella nostra regione. Il rapporto mostra che, sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti notevoli progressi nel campo della salute digitale, esistono sfide e lacune significative che devono essere affrontate per liberare il pieno potenziale degli strumenti e degli interventi digitali al fine di migliorare la salute e il benessere generale, ridurre l'onere per il personale sanitario e salvaguardare la privacy delle persone. La Regione europea può - e deve - essere leader nel settore della salute digitale perché parte da una posizione di forza", ha aggiunto.

"È tristemente ironico - ha sottolineato Kluge - che le persone con competenze digitali limitate o inesistenti siano spesso quelle che possono trarre i maggiori vantaggi dagli strumenti e dagli interventi sanitari digitali, come gli anziani, i disabili o le comunità rurali. Affrontare questo squilibrio è necessario per la trasformazione digitale del settore sanitario. Abbiamo anche riscontrato che la pandemia Covid ha accelerato l'adozione di strumenti sanitari digitali, ma questa adozione è stata disomogenea e spesso su base ad hoc piuttosto che strategica a lungo termine. Una tendenza ricorrente è stata la mancanza di risorse finanziarie per finanziare l'indispensabile monitoraggio e valutazione degli interventi di salute digitale, necessari per migliorare i modelli e gli algoritmi e, in ultima analisi, l'assistenza ai pazienti".

!Solo 19 Paesi hanno sviluppato una guida su come valutare gli interventi di salute digitale. E con la rapida ascesa dell'intelligenza artificiale e dei Big Data, il nostro rapporto mostra che solo il 60% dei Paesi ha sviluppato una strategia sui dati che regolamenta l'uso dei Big Data e delle analisi avanzate nel settore sanitario. Ma l'ascesa e l'adozione dell'intelligenza artificiale devono essere attentamente regolamentate e gestite per garantire equità e trasparenza, e ciò deve avvenire in modo consensuale, per evitare uno scenario 'chi vince prende tutto'. Quindi, di cosa abbiamo bisogno per realizzare appieno il potenziale della salute digitale e rendere i nostri sistemi sanitari adatti al 21° secolo?".

"In primo luogo, dobbiamo garantire che la banda larga affidabile e a basso costo possa raggiungere ogni famiglia e ogni comunità della nostra Regione. È una necessità assoluta. In secondo luogo, i governi e le autorità sanitarie devono iniziare a considerare la salute digitale come un investimento strategico a lungo termine, anziché un lusso per pochi. Investire ora darà i suoi frutti in seguito. In terzo luogo, creare fiducia nella sanità digitale è fondamentale per la sua adozione. Senza di essa, l'intero sistema fallisce. Saremo in grado di implementare con successo gli strumenti di salute digitale e di affrontare le disuguaglianze digitali solo se i pazienti, i cittadini e gli operatori sanitari ritengono che i loro dati siano sicuri e protetti. Infine, e forse l'aspetto più cruciale, abbiamo bisogno di una maggiore collaborazione e condivisione delle conoscenze a livello internazionale. Gli strumenti di sanità digitale, comprese le cartelle cliniche elettroniche, devono essere in grado di comunicare tra loro attraverso i confini nazionali e internazionali - ciò che chiamiamo interoperabilità - per essere efficaci dal punto di vista dei costi e dell'impatto.

Quindi, in sintesi: connettività, investimenti, fiducia e cooperazione. Se affrontiamo collettivamente questi quattro punti, possiamo - e vogliamo - portare i nostri sistemi sanitari digitali al livello successivo", conclude Kluge.

06 settembre 2023
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