21 FEB - La dichiarazione del collega Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie, offre l’occasione per ripercorrere il ragionamento che ha guidato l’azione della Federazione in questi anni che, lo ricordo, per prima ha lanciato l’allarme sui livelli occupazionali della professione.
Il primo punto è la constatazione che quello del farmaco è un mercato sostanzialmente anelastico, in cui praticamente tutto sfugge alle dinamiche classiche: dalla formazione dei prezzi a quella dei consumi; un quadro cui poi si è sovrapposta una crisi economica fortissima, che ha incrinato l'economia delle farmacie e compromesso la capacità di spesa del cittadino.
Di qui la crisi della rete delle farmacie, con fallimenti sempre più frequenti, la difficoltà per i giovani di trovare impiego e per gli occupati di mantenerlo e, cronaca di questi giorni su cui siamo intervenuti immediatamente, il ricorso sempre più marcato a forme di precarietà inconcepibili per un professionista della salute.
Non si vede come il moltiplicarsi degli attori e delle liberalizzazioni in uno scenario di questo tipo possa creare nuova occupazione, se non a brevissimo termine, come paiono confermare le stesse parole di Davide Gullotta e il fatto che gli esercizi di vicinato reggono esclusivamente dove l'ambiente non è competitivo, per esempio i centri commerciali.
In compenso si accentuerebbero dinamiche di concorrenza commerciale sul modello dei “volantoni” della GDO (della serie compri tre paghi due): un percorso opposto alla competizione tra saperi, strada maestra perseguita dalla Federazione per garantire appropriatezza, qualità ed efficienza delle prestazioni professionali a beneficio del cittadino.
Un gioco dove né la farmacia, né l’esercizio di vicinato possono pensare di reggere. In breve, la torta si riduce, ma aumentano i commensali, alcuni dei quali sono ben altrimenti strutturati. Soprattutto si creerebbe uno scenario dove ancora meno peso avrebbero l’occupazione e la sua dignità.
Per la FOFI – lo sosteniamo da tempo – la ripresa dei livelli occupazionali e della qualità del lavoro nasce dalla valorizzazione della farmacia come presidio sanitario polifunzionale, in cui oltre alla dispensazione vengono remunerate anche le prestazioni cognitive – i servizi professionali – che si reggono sulla presenza di professionisti competenti e motivati.
Questa evoluzione, e una realistica programmazione degli accessi ai corsi di laurea, che devono essere rimodulati nei contenuti in funzione dell'ampliamento degli sbocchi occupazionali, sono le sole terapie risolutive: il resto temo si traduca in una palliazione ben poco efficace.
Andrea Mandelli
Presidente della Fofi