15 GIU - C’erano anche i medici del territorio, della medicina generale e gli specialisti ambulatoriali della Fismu in piazza oggi per manifestare, insieme all’Intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, in difesa della sanità pubblica.
Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu (ora FMT), ha evidenziato anche in una nota come gli appelli, le proposte, le denunce dei medici rimangano da anni inascoltate a livello nazionale e a livello regionale. “La situazione - spiega - è di straordinaria difficoltà perché i problemi storici e strutturali vengono da lontano, da diversi anni e governi passati, ma che si stanno ulteriormente acuendo. L’aggravante all’inerzia e alla mancata pianificazione di investimenti è la tendenza a facilitare l’esternalizzazione di servizi, cioè la privatizzazione di ulteriori pezzi di sanità pubblica. Un autentico banchetto sui diritti dei cittadini. Non si razionalizzano i piccoli ospedali e si punta sul territorio su Case di Comunità mal distribuite e peggio organizzate, che rischiano di essere delle cattedrali nel deserto. Intanto, gli ambulatori degli specialisti e dei medici famiglia affogano nella burocrazia e i compiti impropri, il 118 è costretto a rincorrere le falle del sistema, i pronto soccorso sono presi di assalto e le corsie di ospedale sono con pochi posti letto”.
“Ma non basta - sottolinea - centinaia di medici, infermieri, tecnici sanitari e amministrativi dopo anni di tagli e di blocco delle assunzioni operano in una rete precarizzata che alla prima emergenza rischia sempre di essere travolta. E al danno si aggiunge la beffa in questi ultimi mesi: vediamo sempre più il ricorso a medici a gettone, o addirittura importati dall’estero, con costi anche più alti per le tasche dei contribuenti”.
“La tutela la salute dei pazienti passa per investimenti seri ed adeguati - conclude Esposito - per una riorganizzazione dei servizi e la fine della precarizzazione del personale medico e sanitario. Per salvare la sanità pubblica è urgente difendere e valorizzare il lavoro dei medici del SSN”.