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Farmacia dei servizi. Cossolo (Federfarma): “In due anni, con nuova Convenzione, sarà realtà in ogni parte d’Italia”
All’evento “We Health”, promosso da Homnya in collaborazione con Federfarma, il bilancio degli anni di sperimentazione dei nuovi servizi. Ospiti del confronto Marco Cossolo (Federfarma), Erika Mallarini (SDA Bocconi), Maria Vitale (Cittadinanzattiva), Marco Meconi (Federfarma Marche), Andrea Bellon (Federfarma Veneto) e Clara Mottinelli (Federfarma Brescia),
11 FEB - La farmacia non è più solo il luogo di consulenza e dispensazione del farmaco. È il primo presidio sanitario sul territorio, dove professionisti dalle competenze sempre più elevate offrono un’assistenza di prossimità efficace, fornendo servizi di screening e prevenzione, telemedicina, vaccinazioni, consulenza personalizzata. Questo modello ha l’obiettivo di migliorare l’accessibilità ai servizi sanitari, alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere, grazie all’elevato standard di qualità dei servizi offerti in maniera capillare ed omogenea sul territorio. È chiaro come la farmacia, anello di congiunzione tra cittadini e Servizio sanitario Nazionale, sia un presidio sanitario fondamentale anche per affrontare sfide quali l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento delle malattie croniche.

Dopo anni di sperimentazioni sparse per l’Italia, questo nuovo modello di farmacia è pronto a diventare realtà in ogni angolo del Paese: “La strada è scritta da molto tempo, ora la stiamo percorrendo” e “con la nuova convenzione, in due anni, questa trasformazione sarà realizzata a pieno. A quel punto il vecchio modello di farmacia non esisterà più”. Lo ha spiegato chiaramente il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, lo scorso 6 febbraio, intervenendo, insieme a Erika Mallarini (SDA Bocconi), Maria Vitale (Senior Project manager Agenzia di valutazione civica, Cittadinanzattiva), Marco Meconi (presidente Federfarma Marche), Andrea Bellon (presidente Federfarma Veneto) e Clara Mottinelli (tesoriere Federfarma Nazionale e Presidente Federfarma Brescia), all’evento “We Health”, il format di approfondimento di Homnya, dedicato stavolta alla farmacia dei servizi.



“La legislazione – ha spiegato Marco Cossolo – pone dei punti fermi per il consolidamento della farmacia dei servizi. Da una parte la Legge di Bilancio stabilisce, per i due tavoli tecnici presso il ministero della Salute, il termine del 30 settembre 2025 per la valutazione degli esiti dell’attività sperimentale ai fini della rendicontazione delle spese e della eventuale stabilizzazione dei nuovi servizi erogati dalle farmacie. L’atto di indirizzo del ministero della Salute, inoltre, definisce chiaramente la farmacia dei servizi quale primo presidio sanitario del Ssn, precisando ruoli e funzioni. Su tutto questo fa quadro la Convenzione”, recentemente firmata a 26 anni dall’ultimo accordo, “che descrive nel dettaglio le caratteristiche professionali, strumentali e dei locali che le farmacie devono avere per l’erogazione dei servizi sanitari”.

Per Cossolo, dunque, “possiamo smetterla di chiamarla ‘farmacia dei servizi’, perché ormai c’è una sola tipologia di farmacia ed è quella che eroga servizi”. A conferma di questo, il presidente di Federfarma ha riferito di alcuni corsi di Laurea in Farmacia che stanno rivedendo i propri piani di studio, togliendo determinati crediti per aggiungerne altri su competenze specifiche dei nuovi servizi.

Se la farmacia deve essere pronta, anche il sistema sanitario, nel suo complesso, deve sapere offrire una base strutturale su cui questo storico presidio sanitario, rinnovato e potenziato, possa poggiare ed esprimersi al meglio. “Anzitutto deve essere garantita la sostenibilità delle singole farmacie, che altrimenti farebbero fatica a investire nell’erogazione di servizi”, ha osservato Erika Mallarini.

Quanto al modello organizzativo proprio delle farmacie, per Mallarini il cambiamento prevede “il passaggio da una farmacia che ha il suo cuore nel bancone, dove il paziente riceve un’assistenza che è fatta dalla combinazione tra il prodotto farmaco e la consulenza del farmacista, a una organizzazione che sconfina il bancone per erogare non farmaci/cure, ma servizi/care, seguendo il paziente dalle attività di prevenzione a quelle di monitoraggio”. In altre parole, ha precisato l’esperta della Sda Bocconi, “il farmacista non si occupa più solo del paziente quando è faccia a faccia con lui, ma anche monitorandolo e raccogliendo dati. Un’attività molto più complessa che ha anche un po’ a che fare anche con le walk-in clinic”, ambulatori che accettano i pazienti senza appuntamento.

Per Maria Vitale “le farmacie possono avere un importante ruolo per migliorare l’accesso alle cure dei cittadini. Dobbiamo, infatti, ricordare che l’Italia è un territorio fatto di milioni di abitanti che vivono in piccoli centri e che con la desertificazione sanitaria a cui assistiamo, rischiano di trovarsi senza servizi sanitari, sia in termini di prevenzione che di cura”. La farmacia, ha osservato la rappresentante dei cittadini, “fin dal 2006 ha acquisito spessore ed è diventata un presidio di riferimento. Dal nostro osservatorio nazionale sappiamo, ad esempio, che è forte la fiducia che i cittadini hanno nei confronti del farmacista, anche se ancora dobbiamo testare la fiducia su questi nuovi servizi. Sicuramente in 6 anni sono aumentate le prestazioni di monitoraggio parametri, è decollata l’attività di screening e prevenzione, così come la telemedicina. Meno incisivo è stato l’ingresso di altre figure professionali in farmacia, ma questo è forse anche causa di questioni di normativa regionali che vanno messe a sistema”.

Ora è tempo dello sprint finale. Su cui Marco Cossolo si è detto ottimista: “Quello dei nuovi servizi in farmacia è stato un percorso così armonico come non si era mai visto tra i diversi governi che si sono succeduti. Un percorso coerente che, con il Pnrr ha messo in campo 100 milioni per sostenere ed attrezzare le farmacie rurali, nella consapevolezza che sono le più preziose ma anche le più fragili. Risorse a cui si sono aggiunti altri 26 milioni del governo Draghi. Io credo che non incontreremo ostacoli nella definitiva realizzazione di questo nuovo modello di farmacia e che avremo risposte incredibilmente positive, come è accaduto negli anni scorsi con le vaccinazioni, i tamponi e prestazioni erogate”, ha detto Cossolo.

Per gli ospiti di We Health ci sono comunque elementi e competenze che possono ancora essere rafforzate per realizzare le massime potenzialità delle farmacie. “E non riguardano solo i farmacisti – ha sottolineato Erika Mallarini –, perché se farmacia è un presidio sanitario, allora deve essere anche multidisciplinare. Sicuramente occorre disporre di competenze informatiche e digitali, ma dal momento che con il teleconsulto il confronto tra farmacisti e medici sarà sistematico, occorre che ad essere preparati siano entrambe le parti”.

Maria Vitale ha auspicato che la “farmacia sia una porta aperta verso la comunità e i suoi bisogni, perché la partnership associazioni-farmacia può consentire di co-disegnare le risposte più adatte ai bisogni specifici della comunità”. Un lavoro che, a livello nazionale, Cittadinanzattiva e Federfarma hanno già avviato da alcuni anni con la firma di uno specifico protocollo.

La parola è quindi passata ai rappresentanti di Federfarma sul territorio, che hanno riportato i dati, i successi e le criticità emerse nel corso degli anni di sperimentazione della Farmacia dei Servizi nei loro territori. Esperienze che hanno permesso di elaborare proposte e auspici per il futuro.

Per Marco Meconi, ad esempio, per costruire un nuovo modello di farmacia dei servizi è più che mai necessaria “la collaborazione di tutti gli attori della sanità, dal servizio sanitario regionale ai medici di medicina generale, dagli infermieri alle associazioni ai caregivers. Dobbiamo essere una squadra, solo così sarà possibile prendere davvero in carico i pazienti”.

Andrea Bellon ha riportato l’esperienza della Regione Veneto con l’avvio, nell’ambito dei nuovi servizi in farmacia, del progetto di televisita, “che ha raccolto l’attenzione anche a livello nazionale ed è stata un grande successo”. In particolare la televisita generica, eseguita dai medici di continuità assistenziale, attraverso la messa a disposizione ai cittadini, da parte delle farmacie aderenti, di un device portatile che consente di eseguire una serie di verifiche in televisita. Questo progetto, ha spiegato Bellon, “si rivolgeva a pazienti che non avevano momentaneamente il mmg o che avevano difficoltà a raggiungere il medico. Un progetto che, va sottolineato, è stato avviato anche per rispondere al problema della carenza dei medici”. Il Veneto si è cimentato anche in un progetto di televisita specialistica con cardiologo, dermatologo od otorino, “ma per quest’ultima non abbiamo numeri significativi per la maggiore difficoltà riscontrata a trovare medici disponibili”, ha riferito Bellon.

Clara Mottinelli ha anzitutto ricordato come anche la Lombardia sia un territorio caratterizzato da molti centri isolati: “Nella nostra Regione esistono oltre 2mila farmacie e un terzo di queste sono rurali. La Lombardia non è solo Milano, ci sono realtà ed esigenze molto diverse a cui cercare di dare risposta”. Per Mottinelli il vero punto di svolta atteso è quello in cui le farmacie parteciperanno all’arricchimento del Fascicolo sanitario elettronico, “perché vorrà dire essere veramente inseriti, insieme a tutti gli altri professionisti, nella presa in carico del paziente”.

A chiudere il confronto, sottolineando ancora una volta il legame tra farmacisti e cittadini, il presidente nazionale di Federfarma. “Gli interessi legittimi della categoria – ha detto Marco Cossolo – vanno sempre di pari passo con l’interesse generale della popolazione. Per noi è fondamentale comprendere i bisogni dei cittadini ed essere a disposizione dei loro bisogni. Il consenso che la farmacia ha avuto anche dalla politica in questi anni altro non è che il riflesso del consenso avuto dai cittadini, che sono i nostri maggiori alleati”.

Lucia Conti
11 febbraio 2025
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