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Inattività fisica, quasi 1,8 miliardi di adulti a rischio di malattie
Uno studio condotto da ricercatori dell'Oms e pubblicato su The Lancet Global Health mostra una tendenza preoccupante all’inattività fisica tra gli adulti, che è aumentata di circa 5 punti percentuali tra il 2010 e il 2022 ed espone gli adulti a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari come infarti e ictus, diabete di tipo 2, demenza e tumori come quello al seno e al colon
26 GIU -

Quasi un terzo (31%) degli adulti in tutto il mondo, circa 1,8 miliardi di persone, non ha raggiunto i livelli raccomandati di attività fisica nel 2022. Si assiste così ad una tendenza preoccupante all’inattività fisica tra gli adulti, che è aumentata di circa 5 punti percentuali tra il 2010 e il 2022. Se la tendenza continuerà, si prevede che i livelli di inattività aumenteranno ulteriormente fino al 35% entro il 2030. Un trend che allontana sempre di più dall’obiettivo globale di ridurre l’inattività fisica entro il 2030.

Questo il quadro tratteggiato da uno studio condotto da ricercatori dell’Oms insieme a colleghi accademici e pubblicato sulla rivista The Lancet Global Health.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per gli adulti 150 minuti di attività fisica di intensità moderata o 75 minuti di attività fisica di intensità vigorosa, o equivalente, a settimana. L’inattività fisica espone gli adulti a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari come infarti e ictus, diabete di tipo 2, demenza e tumori come quello al seno e al colon.

“Queste nuove scoperte evidenziano un’opportunità perduta di ridurre il cancro e le malattie cardiache e di migliorare il benessere mentale attraverso una maggiore attività fisica”, ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms “Dobbiamo rinnovare i nostri impegni per aumentare i livelli di attività fisica e dare priorità ad azioni coraggiose, comprese politiche rafforzate e maggiori finanziamenti, per invertire questa preoccupante tendenza”.

I tassi più elevati di inattività fisica sono stati osservati nella regione ad alto reddito dell’Asia Pacifico (48%) e dell’Asia meridionale (45%), con livelli di inattività in altre regioni che vanno dal 28% nei paesi occidentali ad alto reddito al 14% in Oceania.

Preoccupante, segnala l’Oms, è il fatto che permangano disparità tra genere ed età. L’inattività fisica è ancora più comune tra le donne a livello globale rispetto agli uomini, con tassi di inattività del 34% rispetto al 29%. In alcuni paesi, questa differenza arriva fino a 20 punti percentuali. Inoltre, le persone sopra i 60 anni sono meno attive rispetto agli altri adulti, sottolineando l’importanza di promuovere l’attività fisica per gli anziani.

“L’inattività fisica è una minaccia silenziosa per la salute globale, contribuendo in modo significativo al peso delle malattie croniche – ha affermato Rüdiger Krech, Direttore della Promozione della Salute dell’Oms – dobbiamo trovare modi innovativi per motivare le persone a essere più attive, considerando fattori come l’età, l’ambiente e il background culturale. Rendendo l’attività fisica accessibile, conveniente e piacevole per tutti, possiamo ridurre significativamente il rischio di malattie non trasmissibili e creare una popolazione più sana e più produttiva”.

Nonostante i risultati preoccupanti, in alcuni paesi si registrano alcuni segnali di miglioramento. Lo studio ha dimostrato che quasi la metà dei paesi del mondo ha apportato alcuni miglioramenti negli ultimi dieci anni e che 22 paesi sono stati identificati come quelli che probabilmente raggiungeranno l’obiettivo globale di ridurre l’inattività del 15% entro il 2030, se la loro tendenza continuerà allo stesso ritmo.

Alla luce di questi risultati, l’Oms invita i paesi a rafforzare la loro attuazione delle politiche per promuovere e consentire l’attività fisica attraverso lo sport di base e di comunità e attività ricreative e trasporti attivi (camminare, andare in bicicletta e utilizzare i trasporti pubblici), tra le altre misure.

“La promozione dell’attività fisica va oltre la promozione della scelta dello stile di vita individuale: richiederà un approccio dell’intera società e la creazione di ambienti che rendano più facile e più sicuro per tutti essere più attivi nel modo in cui preferiscono e raccogliere i numerosi benefici per la salute derivanti da un’attività fisica regolare – ha affermato Fiona Bull, capo dell’Unità per l’attività fisica dell’Oms –.Saranno necessari sforzi collettivi basati su partenariati tra stakeholder governativi e non governativi e maggiori investimenti in approcci innovativi per raggiungere le persone meno attive e ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle misure che promuovono e migliorano l’attività fisica”.

26 giugno 2024
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