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La salute degli italiani in chiaro scuro: aumentano i decessi totali ma diminuiscono quelli legati a cancro, diabete, cuore e polmoni; stabili i sovrappeso ma aumenta consumo di alcol e tabacco e flop vaccinazioni antinfluenza
Queste le principali evidenze segnalate dall’Istat nel suo aggiornamento sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2023 relativi al “Goal 3” dedicato alla salute e al benessere. In ripresa anche l’incidentalità stradale dopo il rallentamento durante il periodo di lock down. IL RAPPORTO INTEGRALE
20 GIU -

Nel 2022, i decessi in Italia sono stati 713.499, circa 12 mila in più del 2021, e più elevati anche della media pre-pandemia.

Nei primi sei mesi del 2022 si assiste ad una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, dell’incidentalità stradale, che comunque resta su livelli inferiori rispetto a prima della pandemia. Dal 2010 al 2020, lenta ma costante diminuzione della mortalità per le cause di morte più diffuse (tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche): dal 10,2% all’8,6%, per le persone di 30-69 anni.

Nel 2022 stabile la quota di persone in eccesso di peso; tra i maschi aumenta l’abuso di alcol e l’abitudine al fumo.

La copertura vaccinale antinfluenzale diminuisce nella stagione invernale 2021/2022: 58,1% di anziani vaccinati, una percentuale ancora distante dal valore soglia raccomandato dall’OMS (75%).

Sono queste in estrema sintesi le evidenze principali che emergono dall’ultimo aggiornamento Istat sugli Obiettivi di sviluppo sostenibili 2023 (SDGs) per quanto riguarda il “goal 3” che riguarda la salute e il benessere.

“Proseguire nello sviluppo economico e sociale, che assicuri il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità di soddisfare quelli delle generazioni future”.

È questa la definizione generalmente condivisa di “sviluppo sostenibile” che, in tale accezione, fa riferimento alla compatibilità tra sviluppo delle attività economiche e salvaguardia dell’ambiente.



Nel 2022 la mortalità rimane più elevata della media pre-pandemia
Nel 2022, il totale dei decessi in Italia è stato di 713.499, circa 12 mila in più del 2021, ma in calo rispetto al 2020, anno di massima mortalità per via della pandemia. Oltre 606 mila deceduti, l’85% del totale, hanno un’età pari o superiore ai 70 anni. Nei mesi più rigidi – gennaio e dicembre – e nei mesi più caldi – luglio e agosto – si è registrato il numero più alto di decessi (265 mila, quasi il 40% del totale) dovuti soprattutto alle condizioni climatiche avverse nel contesto di un Paese a forte invecchiamento.

Nei primi 6 mesi del 2022 si assiste ad una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, dell’incidentalità stradale, che è comunque in diminuzione rispetto a prima della pandemia
Il primo semestre del 2022 è caratterizzato da una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, dell’incidentalità stradale.

Secondo le stime preliminari, nel semestre gennaio-giugno 2022 si sono verificati 81.437 incidenti stradali con lesioni a persone, (+24,7% rispetto allo stesso periodo del 2021), con 108.996 feriti (+25,7%) e 1.450 morti (+15,3%). L’incidentalità stradale di questo periodo è in diminuzione rispetto ai primi sei mesi del 2019, con -2,6% incidenti stradali, -6,8% feriti e -5,5% deceduti (per un approccio innovativo di analisi dell’incidentalità stradale, Cfr. il paragrafo Sicurezza stradale e nuove fonti dati: calcolo di indicatori di incidentalità basati sull’utilizzo di big data).

Lenta e costante diminuzione della mortalità per le cause di morte più diffuse prima del COVID-19
Un’assistenza sanitaria adeguata e facilmente accessibile, accompagnata da stili di vita più salutari e da una diminuzione dei fattori di rischio ambientali permette di ridurre la probabilità di morte prematura dovuta a tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche tra le persone di età compresa tra 30 e 69 anni. Dal 2010 al 2020, la diminuzione della mortalità prematura è stata di circa il 1,6 punti percentuali (la probabilità di morte è scesa dall’10,2% all’8,6%). I progressi più consistenti sono stati registrati tra gli uomini (dal 13,2% al 10,7%, pari a -2,5 punti percentuali) e nelle ripartizioni del Nord-est (dal 9,6% al 7,6%; -2,1 p.p.) e Nord-ovest (dal 10,2% all’8,4%; -1,9 p.p.).

Come conseguenza di questi andamenti, il consistente divario di genere è andato diminuendo (da 6 a 4 punti percentuali a svantaggio dei maschi), mentre il gap territoriale tra Nord e Mezzogiorno si è allargato.

Nel 2022 stabile la quota di persone in eccesso di peso; tra i maschi aumenta l’abuso di alcol e l’abitudine al fumo
Nel 2022, è in sovrappeso o obeso il 44,5% della popolazione dai 18 anni in poi, valore stabile rispetto al 2021, sia per gli uomini (53,4%) sia per le donne (36,0%). Tra le persone dai 14 anni in su, 15,5 su 100 hanno abusato di alcol nel 2022. Si tratta del 21,8% dei maschi e del 9,6% delle femmine. Nell’ultimo anno, la quota degli uomini è salita di 1,3 punti percentuali (+0,8 per le donne).

Fumano d’abitudine, tra le persone dai 14 anni in su, il 24,2% dei maschi e il 20,2% delle femmine. Anche in questo caso, l’incremento maggiore rispetto al 2021 (+1,1 p.p.) è stato registrato tra gli uomini.

La copertura vaccinale antinfluenzale diminuisce nella stagione invernale 2021/2022
Nella stagione invernale 2020/2021, periodo in cui il COVID-19 era ancora molto diffuso e le campagne di informazione e educazione della popolazione in merito alle vaccinazioni molto attive, la copertura vaccinale antinfluenzale era sensibilmente aumentata rispetto ai periodi precedenti, arrivando al 23,7% nella popolazione nel suo insieme, e al 65,3% tra gli anziani (65 anni e oltre), ancora lontana, tuttavia, dal valore soglia raccomandato dall’OMS (75%).

Nella stagione invernale 2021/2022, la percentuale di anziani che si sono vaccinati contro l’influenza è scesa al 58,1%, mantenendosi però su livelli superiori al periodo precedente la pandemia. Le regioni dove la copertura vaccinale per gli over 64 supera il 65% sono l’Umbria (68,8%), la Basilicata (68,5%) e l’Emilia Romagna (65,1%). Al di sotto del 50% della popolazione anziana vaccinata la Valle d’Aosta (49,3%), la Provincia Autonoma di Trento (46,5%), la Sardegna (41,2%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (36,1%).

20 giugno 2023
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