“Cinque anni fa oggi, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus dichiarava l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale per l’epidemia globale del nuovo coronavirus, più tardi denominato Covid-19”.
A ricordare in un post su X una delle date cruciali che scandì la pandemia di Sars-CoV-2 è l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, direttore Epidemic & Pandemic Preparedness and Prevention dell’Oms.
Si ricorda quando, il 31 dicembre del 2019, l’Oms pubblicò un comunicato stampa della Commissione sanitaria municipale di Wuhan sui casi di polmonite virale nella città cinese. Da allora lo tsunami del Covid-19 ha travolto il mondo. L’Oms ha iniziato a mettersi subito attivando dal 1° gennaio del 2020 i sistemi di emergenza e informando il mondo il 4 gennaio. Già nei giorni immediatamente successivi l’Oms ha pubblicato la prima serie di linee guida per i paesi, convocando nel tempo esperti e ministeri della Salute di tutto il mondo.
Poi la fatidica data: era il 30 gennaio 2020 quando il Dg in una dichiarazione ufficiale, rilasciata al termine della riunione del Comitato di emergenza, annunciava l’avvio della procedura prevista dal Regolamento sanitario internazionale (Ihr) e chiamata Pheic (Public health emergency of international concern). “Nelle ultime settimane - affermò Tedros Adhanom Ghebreyesus - abbiamo assistito all’emergere di un agente patogeno precedentemente sconosciuto, che si è trasformato in un’epidemia senza precedenti. Non sappiamo che tipo di danni potrebbe causare questo virus se si diffondesse in un Paese con un sistema sanitario debole”. E ancora: “Siamo in questa cosa insieme e possiamo fermarla solo insieme”.
Sono passati 5 anni, ricorda Van Kerkhove, e il “Covid continua a insegnarci l’importanza cruciale della scienza, della solidarietà e delle soluzioni”, conclude.
Nel frattempo nel mondo è stato scosso dall’annuncio del ritiro Usa dall’Oms.