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Diabete. Poco meno del 5% della popolazione adulta ha riferito una diagnosi. Prevalenza cresce con l’età, è più frequente fra gli uomini e nelle fasce più svantaggiate
La prevalenza dei diabetici è sostanzialmente stabile dal 2008; le variazioni che risultano dalle analisi delle serie temporali sono per lo più da imputare a un cambio nel questionario PASSI somministrato nell’indagine 2011-2012
09 NOV - Nel biennio 2021-2022, poco meno del 5% della popolazione italiana adulta di 18-69 anni ha riferito una diagnosi di diabete. La prevalenza di diabetici cresce con l’età (è il 2% tra le persone con meno di 50 anni e sfiora il 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,1% vs 4,3%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche (sfiora il 14% fra chi non ha alcun titolo di studio o al più la licenza elementare e raggiunge l’8% fra le persone con molte difficoltà economiche). Non c’è un ampio gradiente geografico tuttavia va segnalato che le prevalenze più alte di diabete si osservano in alcune Regioni meridionali. Sono gli ultimi dati della sorveglianza Passi dell'Istituto superiore di sanità, che in vista della Giornata mondiale del diabete (14 novembre), ha aggiornato le pagine dedicate a questa patologia con i dati al 2021-2022.

La prevalenza dei diabetici è sostanzialmente stabile dal 2008; le variazioni che risultano dalle analisi delle serie temporali sono per lo più da imputare a un cambio nel questionario PASSI somministrato nell’indagine 2011-2012. Il diabete è fortemente associato ad altri fattori di rischio cardiovascolari, quali l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’eccesso ponderale e la sedentarietà, problematiche che risultano molto più frequenti tra chi ha diagnosi di diabete:
  • il 51% riferisce una diagnosi di ipertensione (vs 17% fra le persone senza diagnosi di diabete)
  • il 42% riferisce una diagnosi di ipercolesterolemia (vs 17% fra chi non ha il diabete)
  • il 69% riferisce di essere in eccesso ponderale (IMC ≥ 25, vs 42% fra le persone senza diagnosi di diabete) e, di questi, solo il 44% sta seguendo una dieta per cercare di perdere peso
  • il 48% delle persone con diabete è completamente sedentario (vs 35% nelle persone senza diagnosi di diabete)
  • il 21% fuma (vs 24% fra le persone senza diagnosi di diabete).
Monitoraggio e terapia dell’ipertensione e dell’ipercolesterolemia fra i diabetici
Tra i diabetici ipertesi, il 90% è in trattamento farmacologico per la pressione arteriosa, mentre circa il 71% dei diabetici ipercolesterolemici assume farmaci per il trattamento dell’ipercolesterolemia.

Monitoraggio e terapia per il diabete
Dal 2011 PASSI raccoglie le informazioni sul monitoraggio metabolico e la terapia di persone con diabete. Meno di un terzo dei pazienti diabetici riferisce di essere seguito esclusivamente dal centro diabetologico (30%), una quota simile solo dal proprio medico di medicina generale (29%), e un altro terzo da entrambi (30%). Pochi dichiarano di essere seguiti da altri specialisti (4%) e più di 2 su 100 riferiscono di non essere seguiti da nessuno.
Quasi il 66% delle persone con diabete ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata nei 12 mesi precedenti l’intervista, ma il dato non è molto rassicurante perché poco più di un paziente su tre (35%), fra quelli che conoscono il significato e l'importanza di questo esame, riferisce di aver controllato l’emoglobina glicata nei 4 mesi precedenti l’intervista. Inoltre, se migliora nel tempo la conoscenza dell’esame dell’emoglobina glicata, rimane il 17% fra i rispondenti con diabete che dichiara o di non conoscere l’esame o di non conoscerne il significato.
L’86% delle persone con diabete dichiara di essere sotto trattamento farmacologico per il controllo del diabete, la gran parte (79%) con ipoglicemizzanti orali e circa 1 paziente su 4 ricorre all’insulina.

Impatto della pandemia COVID-19 sulla lettura dei dati
La pandemia di COVID-19 non è priva di conseguenze sui fenomeni indagati dalle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento. Per questa ragione, anche quest’anno, si è scelto di fornire un aggiornamento al biennio 2021-2022 e non di quadriennio, come invece è stato fatto in passato. In questo modo, per ogni indicatore di ciascuna tematica si disporrà di analisi relative al periodo pre-pandemico, depurate da impatto pandemia (la più recente disponibile resterà riferita al quadriennio 2016-2019), di una prima fotografia riferita alla fase pandemica 2020-2021, più impattante su molti aspetti della vita dei cittadini, e di una seconda fotografia riferita ad una fase successiva della pandemia, biennio 2021-2022, con un impatto mitigato dalla disponibilità dei vaccini e dell’estensione della campagna vaccinale con un ritorno verso la normalità di delle attività economiche, lavorative e sociali.
I dati relativi ai cambiamenti temporali, fino al periodo pandemico, potranno essere letti, come sempre, attraverso i modelli di serie storiche (che utilizzano i dati mensili) o i dati annuali.

09 novembre 2023
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