La pertosse, detta anche tosse convulsa o tosse canina, è una infezione delle vie respiratorie altamente contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis. Altri batteri del genere Bordetella come Bordetella parapertussis e Bordetella holmesii, possono, anche se raramente, provocare disturbi simili ma più lievi. La pertosse colpisce individui di tutte le età ma prevalentemente bambini di età inferiore ai 5 anni; i lattanti con meno di 6 mesi sono più a rischio di contrarre una forma grave della malattia, che può anche condurre a morte. A differenza delle altre malattie infantili, l'immunità acquisita in seguito all'infezione naturale o con la vaccinazione non è definitiva, ma diminuisce col tempo.
La pertosse è sempre presente (endemica) in tutto il mondo e mostra picchi nel numero di casi ogni 3-5 anni. La maggior parte di essi si verifica nel periodo estivo-autunnale. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 la malattia ha causato 63.000 morti tra i bambini con meno di 5 anni. La maggior parte risiedeva nei Paesi in via di sviluppo, dove la vaccinazione è meno diffusa.
In Italia, l’introduzione del vaccino contro la pertosse ha permesso di ridurre notevolmente il numero di malati e di morti: i dati più recenti indicano che nel 2017 le coperture vaccinali erano del 94,5% per i bambini di 24 mesi e dell’88,6% per i bambini di 5-6 anni; invece per gli adolescenti di 18 anni di età (nati nel 1999) le coperture vaccinali erano notevolmente più basse (66,7 %).
La pertosse è diffusa in tutto il mondo ma nei paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione nell'infanzia il numero di nuovi casi si è drasticamente ridotto. Oggi, il 90% dei casi di pertosse compare nei paesi con basse coperture vaccinali. Tuttavia, anche in paesi in cui la vaccinazione per la pertosse è praticata si verificano casi di pertosse. Si ipotizza che ciò sia dovuto alla mancata effettuazione delle opportune dosi di richiamo, che ha determinato la perdita progressiva dell'immunità conferita dal vaccino, o da caratteristiche dei batteri circolanti. Un'adeguata cura antibiotica permette la guarigione in circa quindici giorni.
Il batterio della pertosse causa infezioni delle vie respiratorie che possono essere poco riconoscibili, ma anche estremamente gravi, specie se colpiscono un neonato. La pertosse ha un periodo di incubazione di 7-10 giorni. Se non ci sono complicazioni, la malattia dura solitamente 6-10 settimane e causa disturbi (sintomi) diversi in base ai differenti stadi che la caratterizzano.
Stadio catarrale
La comparsa della malattia si manifesta con disturbi (sintomi) simili a quelli di un raffreddore, come naso che cola, occhi rossi e lacrimosi, mal di gola, tosse lieve accompagnata da qualche linea di febbre; tali disturbi (sintomi) durano da 1 a 2 settimane. L'attacco di tosse può far diventare il viso molto rosso e potrebbe causare un leggero sanguinamento sotto la pelle o negli occhi. I bambini piccoli, se hanno difficoltà a respirare, possono diventare di colorito blu (cianosi) per un breve periodo. Nei bambini molto piccoli, la tosse può non essere particolarmente evidente, ma possono verificarsi brevi periodi di assenza di respirazione (apnea).
Stadio parossistico/convulsivo
La tosse diventa intensa e incontrollabile (parossistica) e si associa a difficoltà a respirare. In assenza di cure questa fase dura, in genere, 1-6 settimane ma può permanere per oltre 2 mesi. In seguito agli attacchi di tosse si possono verificare anche assenza di respirazione, colorito blu e vomito. In questa fase della malattia gli attacchi parossistici di tosse si concludono con un tipico suono emesso per riprendere aria, il cosiddetto urlo inspiratorio, e con l'espulsione di catarro molto denso e vischioso. Possono essere seguiti da conati di vomito. Nei bambini molto piccoli può mancare l'urlo inspiratorio e al suo posto possono comparire assenza di respirazione, colorito blu e soffocamento.
Stadio della convalescenza
Questa fase ha inizio, di solito, entro 4 settimane ed è caratterizzata dall'attenuarsi dei disturbi (sintomi) e dal miglioramento delle condizioni generali.
Diagnosi
L'accertamento (diagnosi) della pertosse nelle prime fasi può essere difficile perché i segni e i disturbi (sintomi) che causa sono simili a quelli di altre comuni malattie respiratorie, come il raffreddore, l'influenza o la bronchite.
Per accertarla possono essere necessari esami medici che includono:
Il modo migliore per prevenire la pertosse è la vaccinazione in età infantile.
Il vaccino esavalente viene, in genere, somministrato entro il primo anno di vita (leggi la Bufala) e protegge da difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B (HB) ed haemophilus influenzae di tipo b (Hib) (leggi la Bufala). Si somministra con una iniezione intramuscolo secondo un calendario ben preciso:
Il calendario vaccinale in Italia prevede, un richiamo obbligatorio per i bambini in età pre-scolare (6 anni) e per gli adolescenti nati dal 2001 in poi.
Dato che la pertosse è più grave e può essere anche mortale nei neonati e nei lattanti fino a 6 mesi e in genere nei bambini al di sotto di 1 anno, viene consigliata la vaccinazione della madre al terzo trimestre di gravidanza per proteggere i bambini prima che completino il ciclo di immunizzazione (leggi la Bufala). Gli anticorpi materni, infatti, passano al nascituro attraverso la placenta.
Prevenzione con antibiotici (profilassi)
Se si è stati a contatto con persone malate di pertosse, il medico potrebbe consigliare di prendere antibiotici per proteggersi dall'infezione nei seguenti casi:
Adolescenti e adulti spesso guariscono dalla pertosse senza problemi.
Le complicazioni possono essere dovute agli accessi di tosse e consistere in:
Poiché i neonati e i bambini piccoli hanno un maggior rischio di avere complicazioni causate dalla pertosse, è più probabile che abbiano bisogno di ricovero ospedaliero.
Le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche che possono portare a:
Nel neonato e nei bambini al di sotto di 1 anno, la pertosse può essere addirittura mortale.
fonte: ISS Salute