L'aula del Senato ha oggi approvato definitivamente, all'unanimità, il disegno di legge a prima firma Marco Furfaro (Pd) in materia di assistenza sanitaria alle persone senza dimora. Il provvedimento è finalizzato ad assicurare, in maniera progressiva, il diritto all'assistenza sanitaria alle persone senza dimora prive della residenza anagrafica (sul territorio nazionale o all'estero) e soggiornanti regolarmente in Italia.
Il provvedimento è volto a colmare un vuoto di tutela, ritenuto in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i princìpi ispiratori della legge n. 833 del 1978, istitutiva del servizio sanitario nazionale, in base ai quali l'assistenza sanitaria va garantita a tutti coloro che risiedono o dimorano nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali. La lacuna che s’intende colmare consiste nell’impossibilità, per i senza dimora, di essere iscritti al Servizio sanitario nazionale ed esercitare la facoltà di scelta del medico di medicina generale (o del pediatra di libera scelta). A legislazione vigente, infatti, qualora un individuo non risulti iscritto all'anagrafe comunale, è preclusa per esso l'assistenza sanitaria da parte del Servizio sanitario nazionale, fatta eccezione per le prestazioni di emergenza presso i pronto soccorso.
"Sono emozionato come poche altre volte, non lo nascondo. Perché in una giornata difficile per il mondo intero, c'è una buona notizia per l'Italia: il Senato ha appena approvato all'unanimità e in via definitiva la mia proposta di legge per riconoscere alle persone senza dimora il diritto al medico di base", ha commentato su X Furfaro.
"Una proposta per cui mi sento di ringraziare Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di Strada, che con me e altre associazioni si è battuto contro questa ingiustizia. Parliamo, pensate, di oltre centomila persona. Centomila persone a cui, prima di oggi, veniva negato il più basilare dei diritti: quello alla cura. In Italia, infatti, si verificava un'ingiustizia nell'ingiustizia: le persone, perdendo la casa, perdevano la residenza. E dunque il diritto al medico di base. Un vero e proprio cortocircuito che portava lo Stato ad accanirsi su chi non aveva nemmeno un tetto: genitori che finiscono a vivere in macchina, donne che scappano di casa perché vittime di violenza, persone senza lavoro che un tetto non possono permetterselo. Da oggi, finalmente, non sarà più così. Da oggi, finalmente, lo Stato si prenderà cura proprio di tutti. Anche di chi ha meno di niente. Da oggi, si sana una delle ingiustizie più atroci e si applica nient'altro che la Costituzione. Da oggi, la vita di tante persone sarà un po' più giusta e migliore. Non è proprio questo, del resto, il senso della politica?".
Il provvedimento si compone di 3 articoli.
L'articolo 1 istituisce nello stato di previsione del Ministero della salute un fondo, con una dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, per il finanziamento di un programma sperimentale, da attuarsi nelle città metropolitane, per assicurare progressivamente il diritto all'assistenza sanitaria alle persone senza dimora, prive della residenza anagrafica nel territorio nazionale o all'estero, che soggiornano regolarmente nel territorio italiano, e per consentire alle predette persone:
- l'iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali;
- la scelta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta;
- l'accesso ai Lea.
La normativa vigente individua, nell’ambito delle regioni a statuto ordinario, dieci città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, a cui si aggiunge la città metropolitana di Roma capitale. Finora sono 5 le città metropolitane istituite dalle regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina e Palermo, a cui si aggiunge Sassari.
L’articolo 2 prevede che, a partire dall'anno successivo a quello di entrata in vigore del presente provvedimento, entro il 30 giugno di ciascun anno, il Governo presenti alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del medesimo provvedimento, con particolare riferimento:
- al numero di persone senza dimora iscritte negli elenchi delle aziende sanitarie locali di ciascuna regione;
- al numero e alla tipologia delle prestazioni erogate in favore delle persone senza dimora;
- alle eventuali criticità emerse in sede attuativa;
- ai costi effettivamente sostenuti.
Infine, l'articolo 3 spiega che agli oneri derivanti dal disegno di legge in esame, quantificati in 1.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2024-2026, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2024, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo.
G.R.